Canto XVII

928 Worte

Canto XVII Ricorditi, lettor, se mai ne l’alpe ti colse nebbia per la qual vedessi non altrimenti che per pelle talpe, 3 come, quando i vapori umidi e spessi a diradar cominciansi, la spera del sol debilemente entra per essi; 6 e fia la tua imagine leggera in giugnere a veder com’io rividi lo sole in pria, che già nel corcar era. 9 Sì, pareggiando i miei co’ passi fidi del mio maestro, usci’ fuor di tal nube ai raggi morti già ne’ bassi lidi. 12 O imaginativa che ne rube talvolta sì di fuor, ch’om non s’accorge perché dintorno suonin mille tube, 15 chi move te, se ‘l senso non ti porge? Moveti lume che nel ciel s’informa, per sé o per voler che giù lo scorge. 18 De l’empiezza di lei che mutò forma ne l’uccel ch’a cantar più si diletta, ne l’imagine m

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