Capitolo 4

1974 Mots
CAPITOLO QUATTRO La scalinata scende sempre più giù, e ancora più giù, apparentemente fino al centro del pianeta. All’inizio, le pareti intorno a noi sono della tipica ossidiana color argento del castello, poi si trasformano in strati di roccia. Il rumore ha inizio, quando gli strati passano dal marrone al nero. Sembra il lontano ruggito di un drago. Scendendo ulteriormente, mi rendo conto che non si tratta di un ruggito, bensì del modo di russare di un drago. Prima che possa interrogare Claudia, accelera il passo, saltando cinque o sei scalini alla volta, fino a raggiungere una fredda e ammuffita apertura, simile ad una caverna, che conduce in un altro spazio molto più ampio. “Wow” esclamo. “Già” replica Claudia. “È da un po’ che non vedo questo posto.” Diamanti, oro, platino, inestimabili opere d’arte... questo posto straripa di così tante ricchezze e gioielli, da farmi male agli occhi. Il cumulo di tesori che Nero ha sulla Terra non è che una minuscola burla, in confronto a questa immensità. Convertito in contanti, questo tesoro potrebbe superare dieci anni di PIL di un paese di medie dimensioni. In cima al bottino, giace Nero in forma di drago... però sembra più grande del solito, e più maestoso. Il russare-ruggito proviene da lui, e a questa distanza è quasi assordante. “La Terra è sull’orlo della distruzione, e tu schiacci un pisolino?” esclamo ad alta voce. “Sul serio?” Nero continua a russare. Togliendosi i vestiti, Claudia si avvicina ad una quantità d’oro pari a un milione di dollari, e si trasforma lei stessa in un drago. Nero non dà segni d’aver notato la sua presenza. Claudia ruggisce. Nero continua a dormire. Con un lampo, lei si ritrasforma e si riveste. “Un sonno curativo così profondo è raro” mi grida nell’orecchio sopra il russare. “Succede solo dopo gravi ferite, o un’attività estremamente intensa.” Sembra pensierosa. “Non pensavo che il combattimento con Yudo gli costasse così tanto.” “Che cosa facciamo allora?” chiedo, sperando che Claudia non noti il mio rossore. Mi viene in mente un’altra intensa attività a cui Nero ha preso parte di recente, una che ha comportato un cratere nel terreno e l’abbattimento di alberi. Inoltre, a proposito di questo, quanto sangue ho bevuto da lui la notte scorsa? Potrebbe trattarsi di una quantità pari a una ‘grave ferita’? “Non c’è nulla che possiamo fare” risponde. “Torniamo di sopra e aspettiamo.” “Ma...” “È meglio così.” Mi appoggia una mano sulla spalla. “Come stavo cercando di spiegare prima, quando un drago viene risvegliato da questo stato, può essere più irritabile di un esercito di bestie lanose in letargo.” “D’accordo” dico. “Riportami indietro.” Saliamo fino all’enorme sala da pranzo, dove abbiamo lasciato tutti gli altri... e li ritroviamo in piedi, pronti per partire. Vlad si avvicina con espressione preoccupata. “Dov’è Nero?” Roteo gli occhi. “Immerso in un sonno ristoratore.” “Potrebbe aver bisogno di qualche ora nel migliore dei casi, un giorno nel peggiore” dice Claudia. “Quando avrà finito, vi aiuterà molto di più.” “In questo caso, io e gli altri torneremo sulla Terra, per discutere della tua visione con il resto del Consiglio” m’informa Vlad. “Di’ a Nero che vorremmo certamente riscuotere il favore che ci deve, per salvare la Terra.” “Lo farò” dichiaro solennemente. “Che ne dici di quel drink?” Kit mi strizza l’occhio, poi si trasforma in Nero e mi mostra il collo. “Sono ancora a posto” rispondo. “E poi, non vorrai far aspettare i tuoi colleghi del Consiglio, vero?” Il broncio di Kit stona in maniera comica sulla faccia di Nero. Poi lei torna ad assumere le proprie sembianze, ed esce insieme a tutti gli altri. “Allora” dice Claudia, quando se ne sono andati. “Siamo rimaste sole.” “Già” borbotto. “Sei sicura che non esista un modo per risvegliare il tuo pigro fratello?” “Che io sappia, no” risponde. “E se tornassimo di sotto e gli dessimo un ceffone?” Comincio a camminare avanti e indietro nella stanza, ma la capacità di resistenza di vampira ostacola il consumo dell’energia ansiosa tramite questo metodo. Freme. “Anche se un approccio così violento funzionasse, rischieremmo di morire in seguito... soprattutto tu, dato che non sei robusta quanto un drago.” “E se gli dessi un bacio?” dico, scherzando parzialmente. “Se funziona con le principesse addormentate, magari può farlo anche con un re, o un imperatore, o qualunque cosa sia adesso, dormiente.” Sogghigna. “Potrebbe essere l’unico raro caso in cui, baciando mio fratello, non otterresti ciò che vuoi.” “Ehi.” Smetto di camminare. “Che intendi dire?” “Niente.” Si avvicina al tavolo, e si accomoda. “Vieni qui con me. Se continui a camminare avanti e indietro così, mi farai venire il mal di testa.” Ai draghi può venire il mal di testa? Riluttante, mi dirigo verso il tavolo, abbandonandomi su una sedia in legno di fronte alla sua. “Ora” dice. “Dato che abbiamo privacy e dobbiamo ammazzare il tempo, puoi raccontarmi la storia di come tu e Nero vi siete conosciuti?” Faccio un profondo respiro, ed espiro rumorosamente. “Non abbiamo avuto un primo incontro pieno di fascino, se è questo che ti aspetti. Non ho idea di quando mi abbia vista la prima volta, ma immagino che la mia giovane età fosse inappropriata.” Claudia strabuzza gli occhi. “Già” dico. “E la prima volta in cui io ho visto lui, si trattava di un colloquio di lavoro... perciò, visto come funziona il lavoro nel nostro mondo, il romanticismo era l’ultima cosa che mi passava per la testa.” Nonostante la palese delusione, la sorella di Nero m’incalza per avere altre informazioni. L’interrogatorio presto si ribalta, e alla fine le racconto tutte le mie recenti avventure. “Il Consiglio ti ha proibito di assecondare la tua passione più grande?” esclama con disapprovazione, quando arrivo al punto in cui mi era stato detto di non praticare mai più la magia, altrimenti avrei corso dei guai. “Già” dico, accigliandomi al ricordo. “Non vogliono che gli umani scoprano dell’esistenza dei Conoscenti, e anche se per i miei numeri non occorrono i poteri, posso comunque diventare più potente, se gli umani credono in me.” “Sono lieta che i nostri umani sappiano chi e che cosa siamo, e di non avere quegli stupidi Consigli.” Afferra un calice di vino nei paraggi. “Mi stupisce che Nero tolleri tutte quelle sciocchezze.” “Direi che si è adattato bene alla Terra” commento. “È una delle creature più ricche e potenti sulla Terra... e sai che cosa significa per i poteri di drago.” “Comunque.” Sorseggia il vino. “Non credo che la Terra mi piacerà.” Inarco le sopracciglia. “Lo dici, come se volessi andarci.” “Ovvio che lo farò” risponde. “Non è solo Nero a dovere un favore a tutti. Se non fosse stato per te e per gli altri abitanti della Terra, sarei ancora dentro quella gabbia.” La sua espressione si oscura per un momento, ma diventa solare con altrettanta rapidità. “E poi” sorride, “questo combattimento si preannuncia molto divertente.” “Divertente per un drago, forse” osservo. Poi, scegliendo con cura le parole, chiedo: “Com’è essere tenuta prigioniera per così tanti anni?” L’espressione cupa ricompare con gli interessi, e subito mi sento in colpa per aver indagato. “Non lo augurerei al mio peggior nemico” risponde Claudia dopo un attimo di pausa, con voce tesa. “Se non fosse stato per i libri e le fantasie di vendetta, avrei perso il senno.” La porta scricchiola, ed entra Pozoj. “Eccoti qua” esclama Claudia, e la tetraggine scompare senza lasciare traccia. “Sasha mi stava giusto raccontando delle sue abilità da illusionista.” “Da cosa?” chiede, unendosi a noi al tavolo. “Che ne dite di darvi una dimostrazione?” propongo, decidendo di rallegrare Claudia con il mio passatempo preferito. “Ce l’avete qui?” Prendo il mio mazzo di carte, e le dispongo sul tavolo. “Sembra un mazzo di tarocchi” osserva Pozoj. “Ma sono tutti sbagliati.” “Dovrò mostrarvi qualcosa in cui i valori delle carte non importano” commento, prima di mescolarle. “Che ne dite?” Divido le carte a metà, girando una metà a faccia in su, tenendo invece l’altra a faccia in giù. Poi le mescolo così capovolte, in modo tale che le carte mischiate diventino un misto casuale di quelle rivolte verso l’alto e verso il basso. “Ora, secondo voi, quanto tempo ci vorrebbe per risolvere questo pasticcio appena fatto?” chiedo, mettendo in atto alcune mosse segrete, molto più facili, grazie alla mia ritrovata destrezza di vampira. “Tre minuti” risponde Claudia. “Due” aggiunge Pozoj. Muovo la mano sopra le carte, dopodiché le dispongo in maniera teatrale. Come per magia, ogni carta adesso è girata nel modo corretto. “Non può essere” esclama Pozoj. “Sei anche un’illusionista, oltre a una veggente e a una vampira?” “No” rispondo. “Almeno, non quel genere di illusionista.” “Fa’ qualcos’altro” chiede avidamente Claudia. Mi sforzo di ricordare altri numeri, che non richiedano molte conoscenze dei valori delle carte, e proseguo con un mini-spettacolo, rendendomi conto di quanto mi siano mancate queste esibizioni. Le loro reazioni sono sorprendenti... in parte, è perché non esistono illusionisti che praticano giochi di prestigio su questo mondo, ma anche perché queste persone non possiedono la TV o i computer, quindi la loro capacità di attenzione è molto più lunga, e gli standard per l’intrattenimento sono molto più bassi. Magari posso rimanere qui con Nero, e diventare la sua illusionista di corte, come Merlino? Sarebbe quasi figo quanto il mio personale programma televisivo... forse addirittura di più, per certi versi. Aspetta, cosa sto pensando? La Terra è in pericolo, e sto già cercando un nuovo mondo in cui stabilirmi? Il mio acuto udito da vampira m’informa che c’è un nuovo arrivato nella stanza. Poi sento Nero chiedere: “Dove sono tutti?” Nascondo le carte con un senso di colpa, poi mi giro per guardarlo. Quel sonnellino ha seriamente giovato al suo corpo. Sembra splendere di salute. E come effetto collaterale, è sexy da morire. “Sono andati in anticipo sulla Terra” spiega Claudia, alzandosi. “Andrò a prepararmi per il nostro viaggio.” “Tu cosa?” Nero osserva la sorella con occhi socchiusi, poi mi lancia uno sguardo accusatorio. “Voglio unirmi alla ricerca di Sasha per salvare la Terra” dice Claudia, con un tono che lascia sottintendere: “E sfido chiunque a cercare di fermarmi.” “Sembra una questione di famiglia” dice Pozoj, indietreggiando. “Adesso andrò.” “No” dice Claudia, imperiosa. “Tu verrai con me.” “A quanto pare, è così.” Pozoj si sfrega il mento. “Andiamo.” Claudia gli afferra la mano, trascinandolo fuori ad una velocità, che slogherebbe la spalla a un non-drago. Nero li guarda uscire con espressione indecifrabile dipinta in viso, e non posso non sentirmi in un grosso guaio... senza motivo. “Andrò anch’io sulla Terra” affermo con decisione, quando si gira verso di me. “Non pensare nemmeno di rinchiudermi da qualche parte per ‘la mia protezione’.” Ecco. L’ho detto... e difenderò la mia posizione con tutte le mie risorse.
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