Calava la sera quando arrivai al deposito di Ogden. Il treno transcontinentale della Union Pacific andava verso Est e volevo prendere la coincidenza. Fuori, nel garbuglio delle rotaie, davanti alla macchina, incontrai una figura che scivolava nella nebbia. Era lo svedese. Ci stringemmo la mano come fratelli che si ritrovino dopo lungo tempo e notammo che le nostre mani erano inguantate. «Dove li hai presi?» domandai. «Su una locomotiva» rispose. «Erano di un fuochista distratto» dissi io.
Prendemmo un cieco mentre il transcontinentale usciva di stazione e lo trovammo terribilmente freddo. La strada seguiva una stretta gola fra montagne nevose e noi rabbrividimmo e ci scuotemmo e scambiammo le nostre confidenze su come avevamo percorso il tratto fra Reno e Ogden.
Avevo chiuso gli occhi pe
