CAPITOLO IX

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CAPITOLO IX L’imprevisto Erano tremilacinquecento e tenevano una fronte d’un quarto di lega. Uomini giganteschi su cavalli colossali: ventisei squadroni in tutto. Dietro di essi in appoggio, la divisione di Lefebvre-Desnouettes, i centosei gendarmi scelti, i cacciatori della guardia, millecentonovantasette uomini, e i lancieri della guardia, ottocentottanta lance; portavan elmo senza criniera e corazza di ferro battuto, le pistole d’arcione nelle fonde e la lunga sciabola da taglio e da punta. La mattina, tutto l’esercito li aveva ammirati quando, alle nove, al suono dei clarini e mentre le bande intonavano il canto Vegliam sulla salvezza dell’impero, eran venuti a schierarsi in colonna serrata, con una batteria sul fianco e una al centro, in due file, fra la strada di Genappe e Frisch

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