quarto

708 Parole
''Perché io sono Malfoy, Draco Malfoy, Purosangue, mio padre qui.. Mio padre lì, chi diavolo si crede di essere quello lì'' Harry guardò l'amico ancora arrabbiato per ciò che era successo nei pochi minuti prima, si erano recati all'allenamento di Quidditch e ad aspettarli avevano trovato la squadra dei Serpeverde, capitanata da non altri che Draco Malfoy. ''Oh guarda guarda ci sono Weasleybee e lo sfregiato, non vi sarete mica persi giusto?'' aveva chiesto loro Malfoy facendo ridere a manetta anche gli altri della sua squadra ''Smettila Malfoy'' gli aveva detto Harry stringendo nella mano il manico della sua scopa. ''Sloggia Potter abbiamo il permesso di Piton'' dopo di che Malfoy gliel'aveva piazzato ad un centimetro dal viso e Ron guardò incredulo l'amico ''Sai Weasleybee, avere soldi e conoscenze come mio padre aiuta, ma so che non puoi capire tu'' Harry si era girato ancora arrabbiato e aveva trascinato via Ron, prima che scoppiasse l'ennesima rissa a causa sua ''Lo so Ron, ma che possiamo farci? Sai anche tu che Piton mi odia, se ci mettessimo contro i Serpeverde perderemmo in partenza'' L'amico lo guardò male stringendo la mano libera in un pugno ''Non è giusto che sia lui ad averla sempre vinta Harry'' sbuffò Ron facendo scuotere la testa ad Harry. Un po dopo i due ragazzi avevano raggiunto i dormitori ed Harry si era dileguato velocemente da Ron con una scusa, aveva raggiunto il terzo piano e adesso stava entrando nella stanza delle necessità. Era diversa del solito, ma lo specchio era sempre lì, e la foto di Cedric costeggiava ancora lo specchio, insieme a quella dell'ordine della fenice che Sirius gli aveva gentilmente dato prima dell'inizio del quinto anno. Guardò la figurina di Cedric che gli sorrideva e gli rivolse un lieve sorriso, sentendo ancora gli occhi pungere dalle lacrime, la morte di Cedric, di quel povero ragazzo, gravava ogni giorno di più sulle spalle di Harry e quest'ultimo passava i suoi pomeriggi nella stanza delle necessità, a raccontare alla figurina di Cedric com'era andata la giornata, o solo se c'era qualcosa di divertente, glielo doveva e lo sapeva benissimo. Parlò con la figurina per più di un'ora buona quando improvvisamente vide la porta aprirsi e si immobilizzò sul posto quando vide Malfoy entrarci, anche lui si congelò sul posto guardando Harry. ''Che diavolo ci fai qui Potter?'' gli disse Draco prendendo la bacchetta dalla tasca e puntandogliela contro, quando si accorse che Harry non gli rispose e si girò verso quello specchio, Malfoy si avvicinò piano alle sue spalle. Non voleva farlo, non voleva e assolutamente non doveva avvicinarsi ad Harry Potter, ma lo fece, senza pensarci. Una volta arrivato alle spalle Potter dal riflesso dello specchio si accorse di quanto i suoi occhi fossero in realtà umidi, e pronti a piangere, perché lui conosceva benissimo quella sensazione. Harry si fece scivolare una lacrima che sfuggì al suo controllo, e strinse gli occhi già pronto alle battutine che Malfoy gli avrebbe rivolto, quando poi non sentì nulla se non una mano poggiarsi sulla sua spalla ''Coraggio Potter'' gli sussurrò. Harry si girò verso di lui con gli occhi ancora lucidi, Malfoy adesso lo guardava dritto negli occhi e gli stava rivolgendo un piccolo sorriso di incoraggiamento, per cui si era sforzato tanto. Harry non capiva perché Malfoy non l'avesse ancora attaccato con una delle sue velenose frecciatine, e perché non avesse ancora detto niente per insultarlo, ma anzi lo stava confortando, Draco Malfoy che confortava Harry Potter. ''Grazie Draco'' gli aveva sussurrato Harry prima di guardarlo un'ultima volta e uscire dalla stanza, Draco invece era ancora incredulo, per la prima volta in cinque anni Potter l'aveva chiamato per nome, e non in maniera dispregiativa come al solito, ma in maniera gentile, e a Draco non era di certo passato inosservato questo gesto. Ciò nonostante scosse la testa e fece quello che doveva, Harry invece girava per la scuola come un fantasma, pensava ancora a Malfoy e a come l'avesse a modo suo incoraggiato minuti prima, a come l'avesse supportato silenziosamente andando contro alle idee che Harry si era fatto in quei quattro anni precedenti, in fondo Harry sapeva che quel quinto anno sarebbe stato diverso, l'aveva sentito il primo giorno e aveva avuto ragione.
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