Finalmente il giovane militare, pur tremando per l’agitazione, riuscì a staccare il foglio dal retro della tela del quadro.
Ennio Calvini e Aurelio Brera erano sotto la mira delle carabine di altri soldati, madidi di sudore, le mascelle contratte, gli occhi dilatati dal terrore, il cuore impazzito che sfondava il petto.
L’ufficiale prese brutalmente il foglio dal suo sottoposto, lesse ogni parola aggrottando la fronte, poi fissò in silenzio i due prigionieri. “Domani è prevista un’imboscata che bisogna sventare. Il granduca è in pericolo,” disse rimanendo immobile. La compostezza che manteneva con grande fatica faceva temere che presto sarebbe esploso in una furia cieca.
“A noi hanno detto solo di rubare il quadro,” tentò di difendersi Aurelio, ma la voce gli uscì spezzata dalla paura.
