Col passare del tempo, la morsa che teneva salda la speranza aveva ceduto, trasformando quella ostinata volontà in disperazione. L’uomo non aveva più fatto il nome del figlio, e ogni energia era stata riservata al lavoro. Aveva cominciato a buttarsi volutamente sulle difficoltà, niente lo spaventava, neppure la morte. Il lusso e le frivolezze erano diventati per lui bisogni importanti. Stava dilapidando un patrimonio nel gioco d’azzardo, giocava a primiera o giulè in una delle sale dell’albergo dei Tre Re. Madrina della piccola Nina era donna Fedora, la quale ormai non camminava quasi più se non sorreggendosi faticosamente alla sua fedele Giuseppina. Era tormentata dai dolori alle ossa, ma la mente non l’aveva ancora abbandonata. La nonna dei Martini aveva giurato a Biagio che fino a che

