Prologo
Ero l’essenza della bellezza in un’epoca in cui la bellezza era l’essenza di tutto, ero il tormento dei Medici, l’ossessione di Botticelli, la gelosia delle nobildonne, lo sguardo gentile che illuminò la allora già splendente Firenze. Il mio volto compariva ovunque, ero icona di un’era, cantata dai poeti, Musa degli artisti, Venere ritrovata. Ero Simonetta Cattaneo Vespucci, la sans par , come mi definì il Magnifico.
Sono morta giovane, troppo giovane, dicono per tisi o è stato il veleno a uccidermi?
Un fiore reciso dal vento, strappato alla terra che lo nutrì per poco tempo.
Poco si sa della mia vera storia e per questo le leggende sul mio conto sono proliferate.
Su di me e sulla più grande signoria d’Italia.