VII

362 Parole
VII «Ma è tuo figlio?». «Sì, si chiama Elia». «È bellissimo ma a chi somiglia?» Questa domanda la trafiggeva ogni volta. Pensava che si sarebbe abituata invece era una lama che, ripetutamente, le trapassava il cuore. «A mia madre che non c’è più». Così spegneva l’invadenza altrui, ma non il fuoco che le bruciava dentro. Lei assomigliava a sua madre e a sua sorella. Occhi nocciola e capelli castani. Elia era biondo con gli occhi azzurro cielo. Suo marito Livio era scuro di carnagione e aveva gli occhi neri profondi. «Mamma come mai non assomiglio a te e a papà?». «Amore non sempre si prendono i caratteri somatici dei genitori, sai la natura è imprevedibile. Ma tu sei nostro figlio e solo questo importa». Elia cresceva e poneva sempre più domande. Anna cercava di rispondere come meglio poteva, ma la paura di dimenticare e di sbagliare la assaliva con un terremoto di perché. «Oggi ho incontrato una mia ex collega e indovina cosa ha detto?». «Posso immaginarlo». «Ma perché la gente non si fa i fatti propri?». «Calmati Anna, cerca di passarci sopra, è una domanda che si farebbero in molti vedendo Elia. È molto diverso da noi, ma questo non cambia il fatto che sia nostro figlio». «Lo so. È solo che non vorrei creasse dei problemi a lui». «Non preoccuparti, col tempo se ne farà una ragione». Livio era un tipo pratico e sicuro di sé. Anna amava questa sua indole e avrebbe voluto essere come lui in molte occasioni. Invece lei doveva lottare con la sua impulsività e cercare di addomesticarla. Con l’esercizio aveva imparato a contare fino a dieci prima di rispondere, ma ancora le doleva lo stomaco quando il mondo esterno provava ad insinuarsi nella sua intimità. «Mamma giochiamo a nascondino?». «Certo amore. Conto fino a venti». Nascondino era il suo gioco preferito, la sua palestra emotiva. «Trovato». «Uffa mamma, tu bari. Non conti fino a venti». «Certo che conto fino a venti e non baro. Solo che il tuo odore lo sentirei in capo al mondo». Anna amava Elia oltre ogni ragionevole pensiero, per lei era indubbiamente suo figlio anche se non l’aveva portato in grembo.
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