ENRICO - Passi sopra la testa 1 Passi. Sopra la testa. Attutiti, impercettibili. Non può essere Edda, con i suoi zoccoli da quattro chili e la grazia di una giovenca. Un topo? Un gatto? Balle. Non è un animale. Le travi gemono sotto il peso di quei piedi felpati. I soccorsi! Ora grido: sto qui, qui sotto, fate presto perdio! No, alt. È uno soltanto. E perché così silenzioso? Va dritto alla botola (la Vecchia, venuta a finirmi...). Adesso s’è fermato. Getta a terra qualcosa di assai pesante. Afferra l’anello del boccaporto, che cigola una protesta. Tende i muscoli per vincere la resistenza del legno. Lo vedo. È alto fino al cielo. Indossa scarpe da ginnastica. «Ciao, Enrico. Hai fame?». Dolce voce benedetta. È Edda. «Edda? Mi hai fatto spaventare». «Chi credevi che ero? Ho una

