RL International Bank2009, Milano
Clara gira per la casa, non sapendo decidere che fare. Si sente annoiata e svogliata. Si guarda intorno. Il salotto è pieno di luce, i moderni divani bianchi in pelle spiccano sul tappeto bordeaux. Nota che si tratta della trasposizione cromatica di un dipinto allegorico al centro del soffitto. Niente la soddisfa oggi. A partire dagli arredi, cambierebbe tutto. Guardando dalla finestra ammira il giardino: è di un verde che incanta e pieno di fiori. La giornata è luminosa. Ma il momento di serenità indotto da quella vista viene interrotto dalla comparsa improvvisa di Anna che, come sempre, pur bussando, entra senza attendere risposta. Oggi porta i capelli raccolti in una lunga coda.
«Signora, l’autista l’aspetta di sotto. Alle 16 ha appuntamento con il direttore della banca, alle 17 con il dottor De Nicola e alle 18 la lezione di yoga».
Clara la guarda e sorride assaporando la vitalità che le induce quella molteplicità di impegni. «E io che temevo di non avere niente da fare. Vado a prendere la borsetta».
«La sacca per lo yoga è già in macchina. Sarà una lezione individuale come lei desiderava», la informa la donna, spostandosi dalla porta per lasciarla uscire, e aggiunge: «Tra l’altro, è una fortuna che la palestra Namaste si trovi proprio accanto allo studio del dottor De Nicola».
«Buona giornata, signora. Per questa sera desidera la torta di mele?»
«Che ne dici di una torta al cioccolato invece? A più tardi», conclude Clara sistemandosi i capelli con le mani, mentre si allontana.
Davide, l’autista, non è tipo di molte parole. Durante il tragitto per raggiungere la RL International Bank, Clara, rinfrancata dai tanti impegni della giornata, ha invano tentato di iniziare una conversazione decente con lui. Le risposte sono sempre risultate monosillabi. Ora, seduta nell’ufficio del direttore, si guarda intorno e tamburella con le dita sulla scrivania. Aspetta. Dal corridoio giungono delle voci; poi la porta si apre e compare un distinto signore di circa cinquant’anni, non caratterizzato da una bellezza canonica, ma con un viso interessante e uno sguardo decisamente vivace e intelligente.
«Signora Scardi, che piacere rivederla. Si è ripresa dal suo recente malessere?», le dice avvicinandosi e guardandola intensamente negli occhi, prima di baciarle la mano.
«Sì, sì, grazie. Tanto è vero che non ricordo di averlo avuto». Poi tra sé: “Non capisco se sei il solito banale cascamorto o se ti stai realmente interessando alla mia salute”.
Nel dubbio, Clara ritrae la mano con un senso di fastidio. «Perché mi trovo qui?»
«È stato il suo commercialista, il dottor Varosi: ci ha indicato una serie di investimenti che lei dovrebbe sottoscrivere».
Clara fissa intensamente l’uomo ancor più infastidita, non sa bene da cosa. Più che altro è la situazione a innervosirla, non si sente a suo agio a parlare di finanza e le scoccia non sapere di cosa si stia trattando.
«Qualcosa non va? Mi è stato detto che aveva deciso di non occuparsi più dei suoi affari in prima persona, dopo l’incidente occorso a suo marito ma, se ha cambiato idea, aspetterò che riveda tutta la sua situazione finanziaria con il dottor Varosi. Signora? Mi ha ascoltato? Deve solo mettere qualche firma, ma non vorrei importunarla».
Clara, nel vano tentativo di ricordare il volto di Varosi, si distrae momentaneamente. Nulla le sovviene. «No, no, è meglio così», risponde subito dopo, riprendendosi dal momentaneo estraniamento. «È sempre stato mio marito a gestire le nostre finanze. Mi dia le carte».
Il direttore le avvicina i fogli da firmare, in parte sollevato, in parte titubante. Sono state rare le occasioni in passato in cui aveva potuto avvicinare Clara Scardi. Ne aveva sempre riportato l’impressione di una donna determinata e anche abbastanza ferrata in questioni economiche. La donna che ha davanti ora sembra fragile: “Non va proprio bene, poveretta, le vicissitudini hanno lasciato in lei un segno evidente”, riflette mentre la osserva prendere la penna sul tavolo e cominciare a firmare. D’un tratto la donna si blocca alzando di scatto la testa. Lo sguardo addolorato con cui l’uomo la sta osservando la tocca nel profondo.
«Perché il dottor Varosi non è qui?», chiede con voce esitante.
«È partito per l’Argentina. Deve controllare i conti della vostra azienda. Mi ha anticipato che starà via tre mesi».
Clara lo guarda dritto negli occhi prima di riprendere a firmare.