11.

1588 Parole

11.L’ufficio di Guido Rocchetti è il solito brodo primordiale di oggetti. Katane appese alle pareti, gagliardetti sportivi, fogli ammassati sulla scrivania in totale disordine. Non mancano, come sempre, i pacchetti di Emenems vuoti ed appallottolati. Ne conto due sulla scrivania, uno nel cestino della spazzatura che trabocca di fogli, uno sul pavimento. Sono quasi le sei del mattino quando entriamo. Guido cerca alla bene e meglio di fare un po’ di ordine e di liberare la sedia per il magistrato di turno. È una signora sui cinquanta, con i capelli neri e lunghi, il viso rotondo e gli occhi acuti. Si accomoda alla scrivania rubando il posto al mio amico vicequestore, che non nasconde il suo disappunto con una smorfia della bocca. “Si sieda, dottor De Foresta, e mi racconti la storia dall’i

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