8L’anno prima Iano aveva iniziato a frequentare la piscina dell’hotel come esterno, perché aveva trovato l’impianto adeguato alla sua lunga bracciata di ex atleta di triathlon.
Raggiungeva l’hotel in bicicletta provenendo dal suo casale situato sul fianco occidentale dei Colli Euganei. L’uscita in bicicletta gli permetteva di allenarsi alla seconda specialità di quella disciplina che lo aveva visto gareggiare a livello nazionale e internazionale con un certo successo. Per la terza specialità, la corsa, provvedeva a giorni alterni a imboccare strade di campagna e terreni accidentati in completa solitudine, sviluppando tono e compattezza ai muscoli delle sue lunghe gambe.
Iano rincorreva nel complesso allenamento i tempi generosi della gioventù e quella febbre sportiva, che gli era costata un matrimonio e una laurea, non lo aveva ancora abbandonato, finché batte il cuore, i polmoni si gonfiano e i muscoli rispondono io vado avanti!
Questa era la cocciuta filosofia della parte finale della sua vita.
Come un tappeto consunto che si rotola, si lega e si mette via, così gli obiettivi e gli ideali di Iano dell’età adulta si erano usurati a contatto con la realtà di tutti i giorni.
La sua potenza fisica, che esibiva con naturalezza, era stata duramente avversata e sottoposta ad attacchi corrosivi, ma chi ti credi di essere!
L’aperta disponibilità del suo carattere verso tutto e tutti, l’ingenuità che perseverava anche durante gli scontri duri ed estenuanti del triathlon contro avversari che spesso avevano approfittato delle sue strategie di gara per superarlo all’ultimo momento e batterlo, erano solo in parte intaccate dagli insuccessi e dalle porte sbattute in faccia.
Tuttavia gli scontri lo avevano forzato ad un comportamento schivo e solitario, in permanente conflitto con se stesso per la mancanza disperata di una vita sociale, in particolare dopo il fallimento del suo matrimonio.
Vi aveva rimediato a modo suo, conseguendo in età avanzata un diploma di guida turistica, realizzando una delle sue originali passioni al di fuori dello sport, quella per la storia dell’arte, in particolare riferita al territorio di Padova e Venezia.
Un’agenzia di viaggio a cui si era presentato lo convocava in maniera saltuaria, ma a lui bastava.
Era appagato quando si ritrovava tra la folla che lo tallonava, che seguiva le sue spiegazioni, che si addossava, specie quelle minute e intriganti giapponesine, che cercavano lo scontro con sua colossale figura, tra mille brividi e sorrisi schermati dalla mano.
E non rinunciava certo a qualche allusivo invito a trattenersi in hotel da parte di una delle sue clienti, con la quale aveva intrecciato un garbato feeling durante le visite della giornata.
Il resto del suo tempo lo vedeva impegnato nei terreni ereditati con il casale, dove occupava una delle numerose stanze. Ricavava da quelle terre il minimo indispensabile per un’esistenza spartana.