Erano le prime ore d’un bel giorno di giugno quando mastro Cruchot comparve davanti al vignarolo, che se ne stava seduto sul banco a riguardar la fanciulla. – In che vi posso servire, mastro Cruchot? – chiese Grandet vedendo il notaio. – Dovrei parlarvi di affari. – Ah, ah, vi è forse capitato un po’ d’oro da cambiare con gli scudi? – No, no, non si tratta di denaro, ma di Eugenia; tutti ciarlano dei fatti vostri. – Di che s’immischiano? Ogni carbonaio è padrone in casa propria. – Certamente; ognuno è padrone anche di ammazzarsi o, quel ch’è peggio, di gettar dalla finestra le proprie ricchezze. – Come? Come? – Mi sembra chiaro... Vostra moglie è malata assai, amico mio... Sarebbe bene che consultaste il signor Bergerin, poiché ella corre pericolo di vita, e, se muore senza le cure

