Check-in Chi viaggia per lavoro come me impara in fretta quei trucchetti che sono indispensabili per la sopravvivenza in un aeroporto. Quando scesi a Malpensa, la sera, l’aria era fresca e sapeva di menta e i miei compagni di viaggio sembravano tutti molto più elettrizzati di me all’idea di essere finalmente sbarcati dall’aereo. Li guardavo sciamare come insetti intorno al nastro della consegna bagagli ancora immobile come un serpente in attesa della digestione. Oltre un muro che non potevamo vedere, c’erano decine di mani al lavoro con le valigie, decine di mani sporche a contatto con i peluche dei bambini, le cornici tempestate di conchiglie, i dipinti comprati sulla spiaggia e i salvagenti sgonfiati a fatica o bucati per comodità con i denti. Immaginavo stando immobile migliaia di ger

