Capitolo 9

1001 Parole
Maurizio Non mi accorgo nemmeno che mi slaccia i pantaloni e si inginocchia proprio davanti a me, facendomi tremare le ginocchia per la scena che stava accadendo. — Sole mio, sei una ragazza molto cattiva — le sussurro, eccitato e terrorizzato di essere scoperto. — Voglio raccontarti un piccolo segreto — mi dice il mio sole, tutto misterioso, e mi abbassa le mutande, continuando a parlarmi: — Ho fatto un sogno molto erotico su di te. Vuoi sapere cosa è successo? — Porca miseria! Ha fatto un sogno erotico su di me. Come ho fatto a non sentirlo? E continua a parlare. — Il sogno era così: tu eri tutta legata, io indossavo un corsetto e una guaina. Amavi vedere il mio seno nella tua bocca: il mio sole sussurra e ora muoio. Merda! Volevo prenderla e portarla a letto, sdraiarla lì e scoparla per bene. Sento un gemito di apprezzamento quando vede quanto è grande il mio cazzo. Mi tocca la testolina, facendomi chiudere gli occhi per l'intensità del suo tocco. — Meglio fermarsi? — Cerco di chiedere, ma la mia voce esce roca e continuo a parlare. — Questa è tortura. Mi stai raccontando di questo sogno solo ora? — dico, già innervosendomi. - Per fermarsi? Sei sicuro? — mi dice e mi afferra il cazzo, facendomi urlare di sorpresa. — Mio Dio, donna. Vuoi uccidermi con un infarto? — Chiedo, gemendo mentre sento la sua lingua passare sulla cappella, scendere e leccare fino alle palle, come se fosse un delizioso leccalecca. — Shhh ... ho chiuso la porta a chiave. Ora non mi sfuggirai più, mi dice con voce molto roca e torna ad attaccare il mio cazzo, senza pietà. Il mio sole si era trasformato in una sgualdrina. I suoi seni erano lì, ansiosi di essere assaggiati. — Che ragazza cattiva! Meglio fermarci prima che io finisca per venire dentro di te - la avverto, già con la mano nei suoi capelli, facendole spingere il mio cazzo più in profondità nella gola, rendendolo bagnato, duro e non riesco a trattenermi quando sento i suoi gemiti e inizio a metterglielo tutto in bocca, facendola quasi soffocare. — Che cazzo delizioso — mi dice e solo a quelle parole stavo per venire. Sapevo che il mio sole moriva dalla voglia di essere mangiato per bene e che ciò sarebbe avvenuto presto. Non ce la faccio più, la sollevo da terra e la appoggio contro il muro. Vado verso la sua maglietta, la tiro fuori dai pantaloni e sbottono i suoi bottoni, lasciandole scoperti i seni. — Che seni hai, sole mio? — Gemo in adorazione. Adoro il tuo seno grande. Ci affondo la bocca, facendola sussultare e gemere. — Mauricio, che bontà! — geme molto piano. Afferro un seno, lo lecco, mordo il capezzolo, lasciandolo davvero duro. Soffio e lo rendo molto sensibile, facendo lo stesso con l'altro. Sapevo che le piaceva essere toccata in quel modo. Era perfetta per me! Non potevo credere a quanto fossi fortunato. Questa donna meravigliosa, con gli occhi chiusi, era così eccitata. Sento la tua mano passare sul nostro corpo e ho già capito dove stava andando. — Ragazza cattiva! Stai davvero cercando di farci arrestare per tentato omicidio? dico e le tolgo la mano e metto la mia al suo posto, facendo sobbalzare Joana quando sente il mio tocco. Iniziò a gemere forte e io avevo paura che comparisse qualcuno, così le tappai la bocca, le aprii la cerniera e la lasciai lì davanti a me a tremare. Era paradisiaco vedere quanto fosse eccitata. poteva percepire la sua eccitazione , il suo profumo era davvero meraviglioso. Appoggio il viso sulla sua figa e inalo il suo delizioso profumo. Non riesco a trattenermi, le tiro via le mutandine, le apro le labbra della v****a, ci metto la lingua e la lecco molto lentamente, facendola dimenare. Il nettare le gocciolava tra le labbra. Era delizioso da assaggiare. — Ti stai divertendo, vero?! La mia troia bollente. — Mi lamento quando vedo che il suo tesoro era lì, alla mia mercé. Senza darle il tempo di aspettare, le infilo la lingua dentro, facendo dibattere il mio sole. Succhio e infilo la lingua finché non mi accorgo che il suo corpo ha iniziato a tremare. Sapevo che stava per venire e quello che volevo era vederla venire con soddisfazione. — Vieni per me, mio sole — ti prego. Non se lo fece chiedere due volte e Joana arrivò con grande gentilezza. Continuai a succhiare e leccare finché non vidi che il suo corpo si era calmato. Mi alzo, prendo un tovagliolo di carta, apro il rubinetto e lo passo sotto l'acqua corrente, poi pulisco il mio sole. — Stai bene, mio raggio di sole? — Chiedo, preoccupato nel vedere che lei era ancora in silenzio. — Sto benissimo! — mi dice, aprendo i suoi bellissimi occhi e regalandomi un bellissimo sorriso. — Sole mio, è meglio andarcene da qui prima che scoprano cosa abbiamo fatto — lo avverto. — Sì, andiamo! — mi dice e finisce di prepararsi. A vederla così elegante, non sembrava nemmeno che fosse stata scopata dalla mia bocca e presto sarebbe stata scopata dal mio cazzo, che rabbrividisce solo a questa idea. Lei se ne va e io la seguo, preoccupato che qualcuno possa aver notato cosa stavamo facendo in bagno. Prendemmo le nostre cose e andammo alla reception dell'ospedale, dove Joana ci consegnò la ricevuta di dimissioni dall'ospedale, che non sapevo nemmeno avesse già ritirato , e ci dirigemmo verso il parcheggio. Le apro la portiera della macchina e lei sale. Chiudo la portiera e vado velocemente dal lato del guidatore. Pago il parcheggio e ci dirigiamo verso casa sua, chiacchierando lungo il cammino. Ricordo che non facemmo colazione. Anche se ho bevuto il miglior caffè del mondo! Grazie al nettare del piacere del mio sole, solo ora mi sono ricordato che non ero venuto. Per me era più importante che lei avesse raggiunto l'orgasmo, cosa che mi rendeva molto soddisfatto.
Lettura gratuita per i nuovi utenti
Scansiona per scaricare l'app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Scrittore
  • chap_listIndice
  • likeAGGIUNGI