Scendo dall'auto appena arriviamo fuori casa mia poco distante dal luogo in cui lavoro. - Grazie per il passaggio, Chanel.
Mi sorride. - Di nulla, Dimitri.
Restiamo a guardarci senza dire una parola. Ogni volta che la guardo è come se si ripetesse il primo momento in cui l'ho vista, con la differenza che, notando più dettagli del suo viso, lei diventa sempre più bella.
Inizio a credere che sia una una sirena il cui canto inaudibile mi attira a se'.
- Hai intenzione di restare lì a fissarmi o...
- Si. - rispondo secco lasciando la sua domanda incompleta.
Si passa una mano tra i capelli con lo sguardo perso nei miei occhi e, mentre lo fa, si morde il labbro.
Cerco di resistere a quella tentazione.
Mi sento come Eva che, tentata dal serpente, viene attratta dal frutto proibito. Ma io devo resistere.
Resterei volentieri ad adulare la sua bellezza tutta la notte, ma non posso restare immobile come una statua di marmo esposta in museo. - Buonanotte, Chanel. - Sussurro il suo nome lentamente.
- Notte, Dimitri
Le rivolgo le spalle e faccio per avvicinarmi alla porta d'ingresso di casa mia.
Non sento l'auto allontanarsi. È ancora dietro di me.
E se non la rivedessi mai più?
Scaccio via quel pensiero dalla mia mente.
Mi volto e mi avvicino alla macchina. - Che ne diresti di uscire?
Fin'ora nessuna ha mai rifiutato un uscita con me, ma lei è così diversa... Non so quale risposta aspettarmi.
- Mi stai proponendo un appuntamento, Mister capelli ricci e muscoli? - scherza.
- Sembra di si, Miss zigomi e ciglia lunghe. - Torno serio. - Magari domani sera? Che, in realtà... sarebbe questa sera dato che è passata la mezzanotte
- Non lavori domani sera...cioè stasera?
Lei come fa a saperlo?
Probabilmente avendomi visto oggi, ha intuito (e indovinato) che lavoro anche domani.
- Già cazzo! - esclamo alzando gli occhi al cielo e mi passo la mano destra tra i capelli. - Che ne diresti di... uscire adesso? Ma se per te è troppo tardi...
- Wow, quindi non hai in programma di uscire nuovamente di casa dopo che io vada via per andare ad un appuntamento notturno. - mi prende in giro.
Credeva che avrei fatto questo? Ha un'idea corretta su chi io sia, anche se non mi conosce affatto.
Ricambio reggendole il gioco. - Non stasera - Il mio sguardo torna serio. - Dico davvero, ti va di uscire con me?
- Non credo sia una buona idea - risponde arricciando il naso.
08 Settembre 2019: La data del primo rifiuto che ho ricevuto!
Non posso credere che l'unica ragazza che riesce a farmi perdere la testa, dopo la mia ex, abbia rifiutato un mio invito.
Forse sto perdendo fascino. "No, è lei che prima tenta di sedurmi, riuscendoci, e poi non conclude nulla." Gioca con me e mi sfida.
- Ok.. va bene - rispondo abbattuto e triste - Allora... Ci si vede in giro, Chanel - la saluto.
- Ciao Dimitri. - Sembra dispiaciuta anche lei, come se avesse lottato contro il suo istinto che non voleva che ella rifiutasse.
Decido di non insistere e la guardo allontanarsi dal luogo in cui mi trovo.
Raggiungo la porta d'ingresso di casa e, quando faccio per inserire la chiave, sento il rumore dell'auto che diventa più forte e più vicino e capisco che sta facendo marcia indietro per tornare da me.
Mi volto e lei è nello stesso punto di prima.
Mi sorride. - Potrei aver preso in considerazione la tua proposta.
Sorrido e non mi sento così felice da molto tempo. Nessuna mi rende così felice da molto tempo.
- Ne sono onorato. - ridacchio. - Stavo giusto per andare ad un appuntamento notturno e aspettavo che tu andassi via.
Scoppia in una risata, poi torno serio. - Posso guidare io? Voglio portarti in un posto.
- Dimitri, il cameriere sexy che guida un auto rosa? - si finge scioccata.
"Perché deve sempre prendermi in giro? È una cosa che non sopporto!"
Sospiro, irritato. - Mi dai le chiavi oppure no?
- Prepotente - commenta.
Solo con chi mi prende in giro - rispondo.
- Allora con me lo sarai spesso - Mi lancia le chiavi dell'auto e le afferro con presa decisa.
- Bella presa! - esclama mentre si sposta sul sedile del passeggero.
Cammino verso il posto del guidatore e la ringrazio del complimento con il sorriso più luminoso che riesco a fare.
Comincio a guidare.
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- Rallenta! - grida aggrappandosi divertita alla cintura di sicurezza.
- Ci siamo solo noi tra le strade di Roma a quest'ora, puoi stare tranquilla - ridacchio.
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Il Gianicolo si trova sulla riva destra del Tevere, sopra a Trastevere, inglobato tra un affascinante rione e Monteverde vecchio. Raggiunge gli 88 metri di altezza e dalle sue terrazze si gode di panorami mozzafiato: è per questo che ho deciso di portarla in questo luogo ricco di monumenti che dista un quarto d'ora dal Tempio di Adriano, ma, con la mia guida, arriviamo dopo una decina di minuti.
Saliamo in cima alla terrazza.
Lei ha gli occhi coperti dalle mie mani. - Ci siamo quasi.
- Perché hai insistito nel coprirmi gli occhi? Ho già visto il belvedere dal Gianicolo - la sua voce è dolce con tono divertito ed io, dietro di lei, non posso ignorare il suo delicato profumo.
- E hai anche già visto il panorama alle prime luci dell'alba?
Sento le sue sopracciglia muoversi sotto le mie mani e con un movimento scattante le afferra e si denuda gli occhi.
Resta ad ammirare il panorama straordinario che abbiamo davanti: la tonalità giallastra del cielo all'alba fa sembrare Roma una città dorata e abbellita dalle luci sferiche color ocra e bianco dei lampioni ancora accesi. Le nuvole sono ricche di sfumature di colore che vanno dal color ambra al color pesca e il sole, che sembra quasi volersi nascondere dietro le montagne all'orizzonte, è il punto più luminoso di quello che appare come un dipinto di pittura acrilica su tela.
A svolgere la funzione di sottofondo musicale è il cinguettio degli uccelli che volano e cantano accompagnati da un leggero venticello che ci spettina i capelli.
Lei non distoglie lo sguardo dal panorama. - Meraviglioso... Sono senza parole!
- Chiudi gli occhi. - La mia voce è quasi un sussurro.
Fa un sorrisetto e mi dà retta.
Mi accerto che abbia chiuso entrambi gli occhi. - Ascolta. Il fruscio del vento fra gli alberi, il mattutino e melodioso canto degli uccelli, la tranquillità...
- E' un'altra delle tue tecniche di seduzione? - mi chiede con aria serena e tranquilla. Tiene gli occhi chiusi e sorride.
Ignoro la domanda.
"Davvero crede che io la stia trattando come una delle mie solite conquiste? Siamo al Gianicolo alle cinque e quaranta del mattino!"
Mi siedo a terra e lei fa lo stesso.
- Da piccolo venivo qui con mia madre. - dico guardando fisso davanti a me. - Al mattino mi svegliavo sempre molto presto perché era da quando avevo sette anni che mio padre tornava molto tardi la sera ed era sempre molto ubriaco. Lui... maltrattava e picchiava mia madre offendendola di continuo. - faccio una pausa, Chanel resta in silenzio. - Non riuscivo a restare chiuso in camera mia mentre ascoltavo i pianti e le grida.... i rumori degli occhi lanciati in aria... Sentivo di doverla proteggere, quindi mi svegliavo molto spesso durante la notte. - sento il mio respiro appesantirsi e la mia voce spezzarsi. - Una volta le ho anche proposto di fuggire. - Rido sull'ultima frase asciugando la lacrima mi ha appena rigato il viso. Poi torno subito serio. - Mia madre, per farmi sentire più al sicuro, mi portava qui a vedere l'alba. Il canto mattiniero degli uccellini e i colori dell'alba riuscivano a distrarmi mentre lei piangeva quando io non la guardavo, ma riuscivo a sentirla... Diceva che, in questo posto, niente avrebbe potuto farci del male e che, essendo più vicini al cielo e al Paradiso, gli angeli ci avrebbero protetti qualora mio padre ci avesse trovati.
- Mi dispiace molto, per te e tua madre.
- Per me questo posto ha sempre significato molto. È la prima.volta che vengo qui con qualcuno - sorrido pronunciando l'ultima frase. -Non ci sono mai venuto neanche in compagnia della mia ex con la quale ho avuto una relazione seria e duratura.
- Grazie per avermi portata qui, è un luogo meraviglioso. Soprattutto alle luci dell'alba. - percepisco un sorriso nella sua voce.
Non ho mai distolto lo sguardo dal panorama, non sono abituato ad esprimere ciò che provo e se l'avessi guardata nei suoi splendidi occhi verdi, così simili ai miei, non sarei riuscito a raccontare la parte più buia della mia vita.
Capisce che nella mia mente riaffiora il ricordo di mia madre e poggia la sua mano sulla mia con un movimento delicato. - Dev'essere stato difficile.
- Lo è stato davvero. - sospiro.
- Non vorrei entrare troppo nei particolari se non te la senti di parlarne, ma adesso lei è...
- Morta? - concludo la sua domanda. -Si.
Mi tremano le gambe e guardo il suolo. Trattengo le lacrime.
- Come? Possiamo anche smettere di parlarne e cambiare argomento.
Mi volto verso di lei, le lacrime scorrono sul mio viso. - Lui l'ha trovata. - Un brivido scorre lungo la mia schiena.
La sua espressione cambia e sembra sentire lo stesso brivido percepito da me.
- Gli angeli non sono riusciti a proteggerla, a quanto pare. - rivolgo di nuovo lo sguardo al panorama.
Il silenzio domina il momento per qualche minuto.
Con la coda dell'occhio, noto che è in lacrime. - Non... essere triste. Io ho vissuto dai nove ai diciassette anni con i miei nonni e ora condivido l'appartamento con Tommaso, un mio collega, e... Sono felice. - spiego.- Soprattutto di essere qui con te. - aggiungo.
- So cosa vuol dire vivere con nonni. Intorno ai miei sedici anni, mia madre e mio padre hanno scelto di separarsi in casa. Non andavamo d'accordo da molti anni prima. - fa una pausa. - Credevano che con la scusa dell'essere separati in casa io mi sarei sentita al sicuro e che la famiglia non si sarebbe distrutta.
Mi guarda negli occhi, io non riuscirei a farlo raccontando la mia storia. - E poi?
- È bastata una pesante lite con loro e il mio trasferimento a fargli capire che la storia dell'essere separati in casa era una grande cazzata. - sospira.
- Mi dispiace molto - Le stringo la mano e sul suo volto compare un'espressione serena, confortata.
- Per fortuna c'erano i miei nonni e trascorrevo la maggior parte del tempo con loro... Poi la vita ha chiuso il suo cerchio e loro si sono spenti. Proprio nell'anno in cui avevo più bisogno di loro. -
"Quante lacrime iniziano a rifarle il viso!" non credo di aver mai visto una persona sentirsi così triste al ricordo di un evento. Mi piange il cuore a guardarla in questo stato.
- La vita è una puttana - è tutto ciò che riesco a dire. Vederla in lacrime è stata una visione troppo forte.
L'aria diventa più fresca, il vento non soffia più in modo leggero. Dal modo in cui Chanel si sposta avvicinandosi a me capisco che sente freddo.
Purtroppo indosso solamente pantaloni neri e una camicia bianca, divisa del Salotto 42. Il papillon nero l'ho lasciato in auto.
L'unico modo che ho per tenerla al caldo è abbracciarla, quindi faccio scivolare lentamente la mano e il braccio dalla sua spalla più vicina a me a quella più lontana. E la stringo.
Prima ci prendiamo in giro a vicenda e qualche tempo dopo ci raccontiamo drammi personali troppo dolorosi per parlarne. Non sono mai stato così aperto con qualcuno, "cosa mi sta succedendo?"
Mi sento diverso quando lei è con me. Sono diverso quando lei è con me.
Io e questa ragazza abbiamo avuto una vita difficile e abbiamo vissuto drammi simili in giovane età. Mi chiedo cos'altro potremmo avere in comune.
Con gli occhi lucidi e trattenendo le lacrime, restiamo in silenzio, l'uno accanto all'altro, vicini al cielo a guardare la fredda, serena e splendida alba, uno spettacolo di poesia visiva.
.
Torniamo a casa verso le sette del mattino. Io guido la sua auto fino a casa mia, poi lei prende il posto di guida.
- Grazie per... questa notte. - dice e le sue labbra si incurvano in un meraviglioso sorriso. - Per tutto.
- Magari... potrebbe essere la prima di una lunga serie. - Con atteggiamenti sensuali tiro fuori il sorriso più luminoso che riesco a fare per mostrare le fossette e la mia dentatura perfetta, ma dopo essere stato ammaliato dal suo sorriso, quasi mi vergogno di mostrarle il mio. - Cosa ne pensi?
- Ed ecco che ricominci con i tuoi tentativi di seduzione... - risponde alzando gli occhi al cielo, ma sorridendo.
Decido di stare al gioco. - E' inevitabile. - faccio spallucce. - Allora?
- Penso che sia una fantastica idea.
Rimango sorpreso.
Credevo si facesse desiderare oppure che avrebbe fatto in modo di farmi insistere, o che avrebbe fatto uno dei suoi commenti ironici o sarcastici, invece accetta volentieri.
"Non fa altro che stupirmi. Sempre."
- Ok, va bene... Fantastico! Ehm... Domani sera? Dopo il lavoro?
Si morte il labbro per un secondo e sorride.. Probabilmente non si rende nemmeno conto di farlo, ma anche senza volerlo riesce ad essere molto provocante. - Perfetto.
Le rivolgo un sorriso e mi volto verso la porta d'ingresso prendendo le chiavi dalla tasca dei pantaloni.
Lei è ancora in auto, dietro di me.
Prima di infilare la chiave nella serratura, mi avvicino alla sua auto.
- Sicura che non vuoi passare la notte qui?. - le chiedo facendole l'occhiolino.
Capisce che la mia non è una domanda seria, ma un quesito che rimanda alla prima conversazione che abbiamo avuto in cui io mettevo in atto le mie tecniche di seduzione e lei che le ridicolizzava.
Le altre ragazze sarebbero cadute ai miei piedi, come hanno sempre fatto, ma lei non si è dimostrata una ragazza "facile" ed è anche per questo che mi attrae.
"È così diversa dalle altre!"
- Ora devo andare - risponde ridendo e mette in moto la 500 rosa.
- Già anch'io, ho un appuntamento notturno e fuggirò dalla finestra appena andrai via. - le faccio l'occhiolino.
Capisce lo scherzo. - Avevi detto "non stasera"
Ridiamo.
- Dove vivi? - le chiedo tornando serio.
Aggrotta la fronte. - Vuoi farti trovare in casa mia? - scherza.
Corrugo le sopracciglia fingendo di avere l'aria di una persona confusa. - Eri tu la stalker certificata e ricercata in tre Paesi, ricordi?
- Un punto per te. - risponde, un altro rimando alla nostra prima conversazione.
Ridiamo. Anche la sua risata e dolce e delicata come il suo viso.
- Buonanotte, Chanel. Cioè: buongiorno. - "vorrei restare qui a guardarti per ore."
- Notte, Dimitri. Cioè: buongiorno - dice e la guardo andare via nella notte fino a quando non sparisce nell'oscurità.
Non mi ha detto dove vive, ma intendo scoprirlo dopo il nostro prossimo appuntamento in modo da poterla accompagnare a casa.
Entro nella casa a due piani che condivido con Tommaso. Sono stati i suoi genitori a comprarla per lui ed io pago l'affitto.
Essa non è grande, ma ha le dimensioni giuste per due ragazzi che, per la maggior parte del tempo, lavorano o sono fuori casa.
Nella parte inferiore, ci sono l'ingresso, il salotto, la sala da pranzo, la cucina e un bagno. La scala che permette il passaggio dagli ambienti più frequentati anche dagli ospiti a quelli più intimi come il secondo bagno - che ha la vasca - e le camere da letto.
Vado in bagno e rischio di avere un infarto quando vedo Tommaso, nudo, mentre chiude il rubinetto della doccia.
- Oh cazzo, Tommy! - Chiudo gli occhi di colpo, anche se spesso gironzola nudo per casa.
- Dimitri! Ma che ci fai qui?
- Che ci fai tu qui, piuttosto! Mettiti un asciugamano intorno alla vita e ne riparliamo, ok? - Esco dal bagno e chiudo la porta.
- Ottima idea! - grida.
Mi dirigo verso la cucina e preparo un sandwich con affettato, pomodoro e formaggio.
Qualche minuto dopo, io ho finito di mangiare il mio spuntino e Tommaso esce dal bagno indossando un estivo pigiama dal colore blu cobalto.
- Credevo di trovarti in casa quando sono tornato, invece non c'eri e ho pensato che fossi andato a letto con qualcuna...Come mai sei qui? - mi chiede.
- Sono uscito con una ragazza, ma niente sesso. - rispondo discretamente attento a non fornire troppi dettagli.
- Non te l'ha data? Com'era vestita? Da puttana o fa ragazza facile?
Non rispondo. Sono rimasto tutta la sera a contemplare la bellezza del suo viso e del suo corpo senza notare il modo in cui era vestita. I suoi occhi mi hanno rapito prima che potessi guardarla attentamente.
Meglio cambiare discorso e concentrare l'attenzione su di lui. - Eri tu quello che doveva passare la notte nel letto di una ragazza. Perché sei tornato?
- Ho conosciuto una ragazza... Sai, il sito di incontri al quale sono iscritto da poco...
- Non dirmi cose che già so.. - il mio tono di voce sembra arrogante, ma sono solo molto stanco.
- Ci siamo incontrati fuori casa sua, si è lamentata del fatto che non assomiglio alla foto che ho come profilo e non mi ha fatto entrare in casa.
Non riesco a trattenere le risate che scoppiano come un vulcano durante un'eruzione.
- Non c'è nulla da ridere! Di questo passo resterò vergine!
Cerco di tornare serio, ma senza successo. - Diamo un'occhiata alla tua foto di profilo.