12 - Discendenza divina pt 5

1012 Parole
Su consiglio di Kido che era divenuto per Gián una sorta di secondo padre, il giovane pilota riprese in mano le redini della sua vita. Fin quando Theresa non gli chiedeva rapporti a lui andava fin troppo bene, non l'avrebbe più toccata, l'aveva promesso e così sarebbe stato. Era ancora sconvolto dalle sue rivelazioni e dal suo comportamento per poterla perdonare. Aveva anche rifiutato di incontrare uno psicologo quando glielo aveva proposto. Venne da se che si distaccò dalla moglie e fu durante il primo viaggio dopo essere tornato a Tokyo che Gián prese così il vizio di bere, non c'era nulla di più appagante dell'alcol. Era abituato a bere vini ma doveva andarci giù pesante per dimenticare l'abbandono di sua figlia, poteva un padre impegnato come lui sentir la mancanza di un solo bambino nonostante ne avesse già nove di figli? Si, poteva. Amava i suoi figli, tutti, e non riusciva proprio a perdonare il gesto che Theresa aveva compiuto. L'alcol lo aiutava a dimenticare e sopratutto lo faceva dormire la notte. Era stato così che con la mente leggera dall'alcol, una volta atterrato ad Atene si era fatto sedurre da quelle due donne, sorelle gemelle. L'uomo era infame, lui era il più infame di tutti e le due avevano scommesso di riuscire a sedurlo. La loro scommessa era: chi delle due riusciva ad avere la meglio. Ma Gián era stronzo e in più era anche brillo e così non si fece problemi e senza indugiare rispose alle due "E se vi scopassi tutte e due? Interessante non trovate?" Disse carezzando i capelli scuri di una e attirando l'altra tra le sue braccia per baciarla. "Ci stai sfidando capitano Diás?" Disse la prima delle sorelle. "So reggere e siamo sinceri. Il sesso a tre è il sogno di tutti gli uomini!" Disse loro impavido. Oh Dio come si sentiva bene in quel momento, erano anni che non si sentiva così bene e vivo, libero... Al mattino si svegliò con un mal di testa lancinante. Come sempre quando beveva faceva sonni filati e senza sogni, si alzò e si sedette sul letto grattandosi i rossi capelli. E intanto il suo sguardo fu attratto da una mora stesa a pancia in giù sul letto. Chi era? Scattò cercando di scendere dall'altra parte ma il mugolio di una donna lo trattenne. "Che cazzo ho fatto... maledizione." "Gián cosa fai. Dormi..." disse l'altra alzandosi e scoprendo il suo corpo nudo. Chi cazzo era? E che cosa ci faceva lui lì "devo andare, c'è un aereo che parte." Disse in giustifica La seconda donna si stropicciò gli occhi e si sollevò sulle braccia. Lo guardò felina e avvicinò le labbra alle sue "Ci vediamo tra quindici giorni? Hai detto che il prossimo volo per Atene è allora." Disse con la voce roca "Chissà, se poi ad aprile potremmo trovarci insieme a festeggiare Pasqua se verrai qui in quel periodo. Comprerò qualcosa di sexy." Terminò l'altra graffiandogli il petto nudo. Due di loro?? Due di loro? Pensò sconvolto l'uomo, che cazzo aveva fatto. Assolutamente no. Si alzò dal letto e andò a raccogliere i suoi vestiti indossandoli rapidamente. "Certo, vi chiamerò... contateci." Disse fingendo "Si, ci siamo scambiati i numeri di proposito. Sicuro che quello di Tokyo sia esatto? Ci sono tanti numeri." Disse una delle due Guardò le due. Avevo dato il mio numero di casa a quelle due ninfomani? "Sentite a casa ho moglie e figli quindi non è il caso... vi chiamo io." "Mese prossimo." Asserì la prima "Oh quello dopo ancora..." disse lui "Oppure chiamerò tua moglie." Disse la seconda con fare birichino. A lei, Yeleni, piaceva Gián e non avrebbe mollato facilmente, soprattutto dopo aver sentito il suo sfogo quella notte, con sua moglie era in crisi e forse si sarebbero lasciati presto. Nella sua mente Gián continuava a pensare in che cazzo di guaio si era infilato "Appena atterro di nuovo." Disse lui "Allora tra quindici giorni. Come hai detto stanotte." Disse la prima alzandosi. Erano identiche proprio stessi capelli scuri tendenti al viola, stessi occhi neri. "Certo, perfetto. Adesso vado però a presto." Era iniziata così quella relazione strana e assurda anche se non con entrambe, Gián aveva infatti iniziato una storia con Yeleni, la minore delle due.. Questa volta però Theresa non scorse nel suo sguardo il tradimento. Forse stava diventando bravo, o forse era lei brava a non fare scenate, oppure ancora portava avanti la sua teoria della stirpe divina.. Questo Gián non sapeva dirlo, però sentiva che qualcosa di infausto stava per accadere. Theresa era sempre più strana e stava sempre più sulle sue, un giorno andò da lui e gli chiese di tornare ad avere rapporti. La guardò accigliato lui, ecco erano passati due mesi dal parto ed ora lei era pronta per un altro figlio. "Non me la sento." Le disse e lei chinando lo sguardo aveva annuito e se n'era andata ad aiutare gli orfani del 'figli delle stelle' Orfani! Quando Mitsumasa gli aveva detto che erano figli suoi era rimasto di sasso. Cazzo un uomo così potente e con una casa così immensa portava i suoi figli a vivere senza di lui in quel orfanotrofio. Non lo capiva. Intanto la sua relazione con le sue gemelle continuava, ogni volta che tornava ad Atene passava del tempo con Yeleni e con Greta. I loro rapporti erano amichevoli, o almeno era diventato amico di Greta e con Yeleni non avevano più rapporti, Gián aveva iniziato a frequentare assiduamente Yeleni, ma avevano deciso di conoscersi meglio prima di avere un ulteriore rapporto. In quel periodo aveva scoperto che entrambe avevano un lavoro che le appassionava, cosa più importante Gián aveva scoperto anche che non erano ninfomani. Greta era interprete per un ambasciatore greco in Asia; Yeleni invece lavorava come chef in un ristorante tipico della zona. Doveva ammettere a due mesi di distanza Gián che quella relazione senza vincoli gli faceva bene. Era stata lenitiva per le sue ferite e lo aveva portato anche a casa ad essere più propenso a riallacciare i rapporti con Theresa.
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