Se ne stavano tutti pronti a estrarre le armi. La musica continuava, ma le voci erano cessate, e Dante era certo che il rumore più forte nella stanza fosse il battito del suo cuore. Quasi fluttuando nell’aria, apparvero due figure. La creatura alata che aveva rapito Gio dalle sue braccia, e una donna dalla carnagione scura e occhi come oro liquido. Entrambi irradiavano energia e pace. «Sin. È un piacere rivederti», disse la donna, mentre gli occhi dell’Angelo impazzito si accendevano di rabbia. La donna gli poggiò una mano sul braccio, come a voler placare la sua follia. Dante si mosse dal retro del gruppo, per una volta grato di non avere la voce di Lucio nella testa. «Timetrius. Zaqar», disse, piegando leggermente la testa. «Veniamo per la Mortale e non vogliamo fare del male a nessun

