Nota storica - Il feudo dei Malaspina dal 1389 al marchesato di Antonio Alberico II

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Nota storica - Il feudo dei Malaspina dal 1389 al marchesato di Antonio Alberico II Dopo la fine del dominio obertengo, dovuta alla decadenza dell’Impero germanico, il territorio apuano si ritrovò al centro di una tumultuosa lotta di potere fra il comune di Lucca, quello di Pisa e il vescovo di Luni (da cui il nome di Massa Lunense). Il territorio lunigianese rappresentava uno snodo strategico verso Genova e la Francia ma anche verso la Toscana e la Padania, lo sbocco sul mare faceva di Massa e Carrara un piccolo stato ambito da importanti potenze. Dal 1389 Lucca dominò definitivamente i territori di Massa, ai tempi poco più di una Comunità. Il 1430 vide, però, l’inizio del conflitto tra la Repubblica di Lucca e quella fiorentina per la supremazia della Toscana. Il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, cedette le sue truppe per la difesa di Lucca e invase i territori di Carrara, Avenza e Massa sotto la guida di Niccolò Piccinino. Nonostante l’ottima armata, nel 1437 Lucca subì una dura disfatta. Nella battaglia tra le due città toscane i massesi erano pronti ad appoggiare finalmente la Repubblica fiorentina, aiutati dal marchese di Fosdinovo, Antonio Alberico Malaspina, futuro signore di Massa. Firenze per riconoscenza diede a Massa e ai suoi territori, come Antona e San Vitale, uno statuto proprio ma riconsegnò al duca di Milano i feudi di Carrara, Moneta e Avenza. La Repubblica dei Medici, per gestire al meglio l’egemonia dei territori apuani assoggettati, stipulò con i loro sovrani degli atti di accomandigia e rinnovò al marchese di Massa il precedente atto di commenda che risaliva al 1417. Antonio Alberico I ottenne così il possesso di Massa e la custodia della sua rocca obertenga. Il 1 giugno 1442 il signore di Massa, avo di Ricciarda, firmò, alla presenza di cinque cittadini illustri e dei consiglieri comunali, una convenzione stipulata dal notaio Ser Giovanni d’Antonio da Moncigoli; tale contratto, con una serie di capitoli per la buona amministrazione di Massa, fu poi giurato l’8 dicembre dello stesso anno nell’oratorio della chiesa di San Giacomo Maggiore sotto la rocca obertenga. Antonio Alberico I morì nel 1445 e gli successe Giacomo (Jacopo), il quale riunì i territori di Carrara, Avenza e Moneta nel 1472. Giacomo I fu un grande politico e un esperto militare, corteggiato dalla signoria di Firenze e dagli Sforza di Milano. Certo è che, senza la dote della moglie Taddea di Francesco Pico e delle finanze che la consorte gli mise a disposizione, sarebbe stato molto meno corteggiato da quelle illustri famiglie italiane. L’uomo rese più solido e influente lo stato dei Malaspina, soprattutto oltre confine, la sua cieca ambizione e arroganza, però, lo misero da sempre in lite con il fratello e quell’astio fu tanto furioso da trasformarsi in una faida familiare. Stessa sorte toccò ad Antonio Alberico II, suo figlio, come avvenne tra Giacomo e Gabriele, l’odio tra fratelli imperversò anche per loro, ne fu motivo il mancato testamento di Giacomo. Taddea, invece, da buona madre, nominò nel suo testamento Antonio Alberico come erede universale, lasciando comunque a Francesco cinquemila ducati. I giovani conti Malaspina inizialmente si accordarono per dividersi “il bottino” ma, in seguito, Alberico II tornò sui suoi passi e si riprese tutti i territori della Lunigiana ceduti a Francesco. Non bastarono i tentativi dei discendenti di Francesco Malaspina di riavere il proprio feudo, ciò non avvenne neppure con l’appoggio del cardinale Giulio de’ Medici. Antonio Alberico II successe al padre nel 1481 e fu l’ultimo dei Malaspina. Nel 1492 Antonio Alberico II sposò Lucrezia d’Este dei marchesi di San Martino, figlia di Sigismondo I.
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