Introduzione

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Introduzione Cagliari esoterica. Tra fantasmi, maghi, massoni e iniziati “Con la sua aria molto naturale il sovrannaturale ci circonda” Jules Supervielle (1884-1960) Il plenilunio rischiarava la ripida salita del Bastione di Nostra Signora di Monserrato, proiettando sul battuto di terra polverosa le ombre di tre figure che, a guardarle da lontano, avevano le sembianze di gendarmi impegnati in un turno di ronda. Alle dieci di notte di quel mercoledì 3 maggio 1882 i loro passi risuonavano in un ritmico battito di tacchi, quasi una danza, che li avrebbe condotti in breve tempo all’ingresso del grande albergo dalle torri merlate, stagliate nel cielo di una luna splendente. Gabriele D’Annunzio, Cesare Pascarella e Edoardo Scarfoglio erano arrivati in Sardegna qualche giorno prima, e la loro tappa cagliaritana era forse la più importante ed attesa del tour giornalistico che li avrebbe portati a conoscere la terra e le genti di Sardegna. Il soggiorno, nella città che si affaccia sul Golfo degli Angeli, era stato ben programmato ed organizzato in ogni minimo dettaglio, senza nulla lasciar al caso o alla sorte. Anche la saletta riservata, prenotata all’Hotel Scala di Ferro, era stata attrezzata dal terzetto in previsione dell’evocazione che, di lì a poco, si sarebbe celebrata. D’Annunzio, Pascarella e Scarfoglio, oltre alla passione giornalistica che li aveva portati – inviati del giornale Capitan Fracassa1– a percorrere le rotte dell’antica isola, erano animati da una forte propensione al mistero, all’esoterismo, allo sconosciuto. La seduta spiritica che avrebbe avuto come teatro la stanza dell’hotel cagliaritano li avrebbe visti protagonisti e animatori, detective dell’ignoto ed alla scoperta di una città nella quale, gli eventi soprannaturali vengono amplificati, per la sua caratteristica di catalizzare l’ignoto. Cagliari, città del mistero e della magia, città che contrappone la sua solarità alle tenebre che avvolgono fatti ed avvenimenti più o meno noti, racconti e narrazioni del passato remoto e recente; la città non a caso vede nel corso degli anni passati un viavai di personaggi notissimi ed anonimi, uomini dalla doppia immagine, che la percorrono alla ricerca di un mistero che aleggia tra le pieghe della storia. Perché tanti viaggiatori, animati da un comune interesse per la magia, lo spiritismo, l’esoterismo si ritrovano in luoghi ben precisi di Cagliari e qui compiono e consumano cerimonie antiche, evocazioni o restano in attesa di un segnale? Quale ricerca ha mai accomunato il viaggio del sensitivo David Herbert Lawrence all’itinerario del massone e spiritista Floriano Del Zio, e quale nesso esiste tra la spedizione del reparto di ricerche archeologiche delle SS con il ritorno in Sardegna, negli anni cinquanta dello scrittore Ernst Jünger? I misteri di questa città che mantiene una stratificazione storica millenaria hanno calamitato gli interessi non solo dei viaggiatori d’altri tempi ma continuano ancora oggi a suscitare la curiosità e le attenzioni di quei suoi abitanti che paiono aver maggior sensibilità verso l’ignoto. La città, forse per discrezione e senso di riservatezza della sua popolazione e dei suoi visitatori, non è mai balzata agli onori della cronaca del mistero al pari di altre città: se Torino, con Piazza Statuto e Piazza Castello alimenta la curiosità sui fenomeni paranormali, Cagliari come Praga e Parigi ha un pedigree di ottimo livello con il suo popolo di spiriti e fantasmi, streghe e maghi, esoteristi e negromanti. Nel raccogliere le testimonianze, numerose ed affascinanti, ci si rende conto che Cagliari, e molti dei suoi luoghi più suggestivi, sembrano mantenere inalterata una sorta di memoria di forma, quella memoria che riporta alla luce, attraverso porte misteriose, personaggi che hanno mantenuto da defunti, per qualche evento tragico, un contatto costante con il mondo dei vivi. Anime penitenti, figure dal trascorso burrascoso o spiriti evocati: la città pare un intricato sistema di impercettibili camminamenti nascosti che si aprono verso lo sconosciuto. Vi sono naturalmente dei luoghi che per il loro trascorso risentono di influssi e attività negative. Cimiteri abbandonati dei quali si è persa la memoria, luoghi che sono stati teatro di tragiche vicende, case popolate da presenze misteriose: l’elenco delle porte verso l’ignoto è interessante nel tracciare una mappa urbana di una Cagliari suggestiva e carica di leggende reali. Il tema del fantastico e del paranormale è assai spinoso: difficilmente s’ammette di credere a spada tratta alle apparizioni notturne se non nei casi in cui, in prima persona, s’è avuta la fortuna di un incontro ravvicinato con rappresentanti di mondi paralleli. Sono questi mondi invisibili, gli stessi celebrati da D’Annunzio, che ogni tanto affiorano nella cronaca. È soprattutto il mondo ipertecnologico a far da cassa di risonanza ad avvenimenti inspiegabili laddove l’ectoplasma assurge agli onori del web, scatenando ipotesi e congetture, dividendo i cibernauti in fazioni di scettici e di possibilisti. A volte il trucco appare in tutta la sua burla ed altre volte ancora l’inspiegabile rimane tale. Un dato tra i tanti sul mondo del paranormale riguarda l’alto numero di “posseduti” che negli ultimi anni si sono rivolti alla Chiesa per essere esorcizzati: in Sardegna ed a Cagliari in particolare i casi sotto osservazione da parte dei quattro esorcisti autorizzati dal Vaticano sono in continuo aumento. In qualche caso si tratta di semplice suggestione, spesso frutto di timori e paure ancestrali, in altri – quelli più numerosi - la pratica dell’esorcismo si rivela lunga e difficile. Un dato che fornisce la misura non solo del revival dell’ignoto ma anche del sempre maggior ricorso alle sedute spiritiche e alle messe nere: scandagliare l’ignoto può riservare – come ha sottolineato più volte il celebre esorcista padre Amorth – amare sorprese e contatti indesiderati con anime malvagie. In un recente studio Francesco Bamonte, sacerdote ed esorcista, ha evidenziato un sempre crescente interesse verso il mondo dell’ignoto e dello sconosciuto: la posizione ufficiale della Chiesa nei confronti delle manifestazioni spiritiche non lascia molti dubbi. Bamonte, che dal luglio 2012 è presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti, sottolinea la netta differenza tra le anime che spontaneamente si manifestano – con varie motivazioni – al nostro cospetto e il pericolo delle sedute spiritiche, nelle quali l’ospite misterioso non sempre corrisponde all’anima del caro estinto. C’è il pericolo, come si vedrà anche in alcuni dei fatti citati in questo itinerario del mistero, che l’apertura di una porta verso l’ignoto rappresenti un pericolo reale difficilmente gestibile. Quel che più colpisce della Cagliari misteriosa è lo stretto legame che vincola numerosi fatti del paranormale alla storia reale, quella passata e quella più recente riportata dai giornali: così nel raccogliere le testimonianze che vengono raccontate in questo viaggio nella città del mistero sono state adottate le dovute cautele che proteggono la riservatezza dei testimoni. Alcuni luoghi che sono tuttora infestati vengono citati senza indicare con precisione l’abitazione. Così come i fatti recenti celano, dietro un nome fittizio, uno o più persone avvolte dalla normalità. All’indomani dell’uscita di “Fantasmi a Cagliari, il ritorno delle anime” sono state numerose e precise le segnalazioni che riguardano la sfera dell’ignoto: parallelamente è proseguita la ricerca tra gli archivi e le biblioteche, tra le pagine logore di vecchi quotidiani o nelle raccolte digitalizzate, il tutto per dare volto ad una nuova ed aggiornata mappa che riguarda i misteri di una Cagliari dai mille volti. L’approccio verso i temi che in questo viaggio sono affrontati è di tipo giornalistico, ripercorrendo l’idea di una cronaca di fatti e avvenimenti, mettendo in relazione tasselli di un mosaico che all’apparenza e a prima vista parevano slegati e incongruenti. La considerazione che emerge dall’insieme di testimonianze su casi misteriosi denota, alla base, una vivacità storica di Cagliari tutta da scoprire e indagare: la storia sedimentata ha lasciato non solo le testimonianze tangibili, tuttora sotto i nostri occhi, ma s’è riservata uno spazio nascosto che affiora sottotraccia. La città – definita da un viaggiatore tedesco degli anni trenta – è un ganzanders un completamente differente. Così le differenti storie e vicende degli adepti del Grande Oriente d’Italia si intrecciano, in un lasso di tempo di circa sessant’anni e fino all’avvento del Fascismo, con l’esplosione dello spiritismo nella nostra città, coinvolgendo soprattutto la classe mercantile emergente, gli impiegati in carriera e insospettabili signore della Cagliari bene. Tutte le vicende hanno lasciato una traccia profonda non solo nei lontani racconti ma, cosa più attuale, nella cronaca nascosta di manifestazioni medianiche e materializzazioni d’anime erranti. Alcuni mesi orsono, consultando una serie di libri appartenuti ad un anziano massone, “volato” tra le cattedrali celesti negli anni settanta, mi colpì un’annotazione tracciata con scrittura minuta sul retro di uno dei volumi: il libro, un trattato sullo spiritismo scritto da Allan Kardec, riportava una frase emblematica, un pensiero che forse esplica nella sua totalità quello che noi non conosciamo: “Siamo anime, e come anime noi possiamo andare e ritornare”. C’è una sottile linea della rosa che lega ogni racconto, per fatti, nomi e luoghi, in un unico percorso del mistero. Ai viandanti curiosi il piacere di scoprirne l’itinerario. Dedicato ai viaggiatori attuali e ai viaggiatori che valicano le porte del tempo. [1] Il Capitan Fracassa era il giornale letterario e satirico pubblicato a Roma a partire dal 1880. Fondato da R. Giovagnoli e L.A. Vassallo (noto con lo pseudonimo di Gandolin), fu diretto da quest’ultimo e poi da Peppino Turco e da E. Panzacchi. Vi esordirono Cesare Pascarella, Gabriele D’Annunzio (con lo pseudonimo di Mario dè Fiori) ed Edoardo Scarfoglio. Dal dicembre 1884 alla fine del 1886 pubblicò un supplemento, La Domenica del Fracassa, che ebbe come principale collaboratore Giosuè Carducci.
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