6.

2924 Parole

6. Mi scortarono fino al Palazzo del Consiglio. La città sembrava intatta, ma l’atmosfera era spettrale. Per le vie si vedevano solo soldati dell’Est, sui tetti erano apportati elfi neri armati di arco. Nel grande atrio mi fu detto di attendere, mentre qualcuno andava a chiamare chissà chi. Sembrava che la città fosse caduta senza combattimenti. Probabilmente li avevano presi alla sprovvista, forse nel sonno. In un certo senso ne ero sollevata. Gli spargimenti di sangue dovevano essere stati limitati. Vedere Niltor scendere dalla grande scalinata bianca che portava al secondo piano mi fece una certa impressione. Doveva essere il primo umano a farlo in qualche secolo. Stonava come una cacca di piccione su una tovaglia di lino. «Ed ecco qua la nostra traditrice preferita» mi salutò, beff

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