Quindi, per tornare al mio proposito: fu fatto sapere al papa che vi era un cavaliere, il più dannato di tutti se non fosse stato per la sua santa grazia e per la potenza di Dio, che lo supplicava di voler ascoltare subito la confessione dei suoi abominevoli peccati. Quando il papa udì tali parole, fu molto meravigliato. Fece allora venire a sé il cavaliere e gli chiese chi fosse, cosa cercasse e di quale paese fosse. “Padre Santo” – rispose il cavaliere – “subito saprete di dove sono e chi sono. Ma vengo da voi, di Dio vicario, per chiedervi perdono e grazia delle tante offese che ho arrecato al mio Salvatore.” Allora, gli raccontò in sincera confessione la somma dei peccati di cui si ricordava, dal momento della nascita fino al giorno in cui era uscito dalla grotta e aveva abbandonato il

