17. Patricia

1016 Parole
Avevo trentadue ore per preparare il mio menù. Da buona figlia di panettieri sapevo che potevo contare sulle mie conoscenze e le abilità tecniche che avevo sin da piccola. Quindi miravo al pane anche se avrei dovuto in tutti i modi preparare almeno un antipasto, un primo e un secondo piatto e poi il dolce. Mi misi a preparare le sfoglie e gli impasti il giorno prima, il mio soda bread non poteva mancare come accompagnamento dei piatti. Preparai anche la sfoglia per i pasties che avrei presentato come piatto principale. Ovviamente se Raziel aveva preparato una zuppa, io avrei presentato il mio stufato irlandese. Fortunatamente noi a Belstaff usavamo la bistecca, per cui non dovetti fare enormi richieste per la spesa. L’unico acquisto che chiesi allo chef furono le anguille. “Anguille per dodici. Quante?” Mi chiese serio. “Siamo otto, perché dodici?” Gli chiesi. “Perché il rettore ha sentito di questi nostri spuntini fuori programma, lui e sua moglie parteciperanno al pranzo con noi domani. Con loro ci saranno sempre Lewis e il tuo maestro pasticciere.” Mi informò. “Accipicchia!” Dissi sorpresa. “Sono fortunata, a differenza tua sono già a conoscenza del numero preciso. Mi servono anguille per dodici, le misure che taglierò sono circa due dita a pezzo, quindi dovrò farne trentasei. Ti regoli tu su quante prenderne?” Gli chiesi. “O mi regolo io, oppure vieni con me a fare spesa.” Mi disse. Sorpresa lo fissai. “Vuoi portarmi con te?” “Semmai dovesse servirti qualcosa che non abbiamo.” “Porto tutto da casa. Tranquillo…” “Assolutamente, cucinerai per l’accademia e quindi faremo tutta la spesa.” Mi disse. “Va bene. Allora ci vediamo domani?” Chiesi. “Ti aspetto alle cinque di mattina la Pescheria aprirà appositamente per noi e gli altri chef.” Assentii. “Va bene. Grazie mille.” Gli dissi. La sera quando tornai a casa, come sempre raccontai a Cassidy il resoconto della giornata. “Sono contenta che tu stia lavorando con una squadra, finalmente hai degli amici e lo chef sembra piacerti molto.” Mi disse mia sorella. “Lui è un artista in cucina Cassie. È straordinario e quando ieri ho mangiato i suoi piatti, ne sono rimasta così colpita…” “Che non mangerai più.” Mi prese in giro mia sorella. Risi con lei. “Sciocca! Non smetterò mai di mangiare. Comunque domani non andrò al lavoro. Già avevo deciso di saltare per preparare il pranzo.” Le dissi. “Domani devo seguire il mio capo a una riunione. Fai delle porzioni anche per me.” Mi disse. “Lo farò con piacere.” Le dissi abbracciandola. “Ma sai che non sono una cuoca.” “Ma cucini sempre meglio di me.” La mattina dopo mi presentai poco prima delle cinque alla pescheria dell’accademia. Lo chef arrivò subito dopo di me e mi fissò sorprendendomi. “Sei già qui?” “Sono abituata a svegliarmi molto prima. Lavoro in una bakery.” Gli spiegai. “Oh! Spero di non averti disturbato col lavoro.” Mi disse. “Tranquillo, per preparare il menù mi sono presa una giornata libera.” Gli dissi seguendolo nella pescheria. “Cosa farsi se non troviamo le anguille?” Mi chiese. “Non le hai prenotate?” Gli chiesi. “Le ho richieste, ma non so se arrivano.” “Prenderò un altro pesce al limite. Faccio come te, ci metto un po’ di me.” Dissi. “È questo che fa uno chef.” “Ma io sono una pasticciera.” Dissi fermandomi dietro di lui. Chiese al commesso il pesce che aveva ordinato e questi tirò fuori i gamberi , frutti di mare, calamari e code di rospo, le anguille. Ne erano una decina, forse troppe per me. Ma Raziel le prese lo stesso dicendomi che avrebbe messo già le teste nel brodo. Prendemmo la nostra spesa e ci dirigemmo verso l’accademia. Io sempre senza peli sulla lingua iniziai a fare domande. “Quindi ti prenderai un anno sabbatico? Sbaglio o hai iniziato più tardi.”Chiesi. “Avevo bisogno di una pausa.” Mi spiegò lui. “Quell’anno i miei genitori hanno divorziato e mio… niente volevo esplorare i ristoranti tedeschi. Ho fatto il vagabondo per un anno, poi sono entrato all’accademia.” Mi spiegò anche se avevo notato il repentino cambio di discorso. “Spero ti piaccia il mio menù oggi. Anche io come te ci metterò il cuore.” Mi sorrise. Quelle labbra carnose erano invitanti come i suoi piatti quando sorrideva. “Sono contento che ti sia arrivata la mia anima.” Sorrisi fissandolo di sottecchi. “Sei… mi sono innamorata dei tuoi piatti, della tua cucina.” Ammisi. “Questa si che è bella.” Disse scuotendo la testa. “Vediamo cosa accadrà con la mia cucina.” Dissi imbarazzata. Lui mi aprì la porta delle nostre cucine e posò la spesa sul ripiano. Iniziò a separarla e quando mi passò le anguille le preso e le misi da parte. “Potrei anche iniziare a preparare.” Dissi. “Per me va bene. Grazie mille per essere venuta con me.” Mi disse andando a prendere le pentole. “Non hai i corsi?” “Si, ma aspetto Isabella con le verdure.” Mi disse. “Capisco. Io invece preparo il brodo poi ho lezione.” Lui annuì. “E dove lavori?” Mi chiese. “La honey bakery a Saffron hill. Faccio il turno notturno, così alle sei stacco e arrivo a scuola.” Dissi. “Buongiorno gente.” Ci salutò Isabella entrando in quel momento. “Buongiorno a te.” La salutai mentre Raziel andava a prenderle le casse della verdura. “Ti hanno dato tutta la lista che ho presentato?” Chiese lui. “Si signor chef.” Scherzò lei. “Hai già iniziato a cucinare Patty?” Annuii. “Solo il brodo.” “Patty?!” Chiese Raziel. “Chi passa la mia valutazione ha questa opportunità.” Scherzai. “Capisco… Patty.” Affermò.
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