Quando mi sveglio la mattina dopo, Julian se n’è di nuovo andato.
"Dov’è?" chiedo a Beth a colazione, guardandola tagliare un mango per me. Di tanto in tanto sento ancora un po’ di disagio quando mi muovo, un ricordo delle tendenze più esotiche del mio rapitore.
"Un’emergenza di lavoro" dice, agitando le mani con un’aggraziata efficienza che non posso fare a meno di ammirare. "Dovrebbe tornare tra un paio di giorni."
"Che tipo di emergenza di lavoro?"
Beth si stringe nelle spalle. "Non lo so. Puoi chiederlo a lui quando torna."
La guardo, cercando di capire cosa motivi lei . . . e Julian. "Hai detto che sono stata la prima ragazza che ha portato qui, su quest’isola" dico, mantenendo un tono informale. "Allora, cosa faceva con le altre?"
"Non c’è stata nessun’altra." Finisce con il mango e poggia il piatto davanti a me, prima di sedersi a consumare la sua colazione.
"Allora perché mi sta facendo questo? So che ha dei gusti particolari, ma sicuramente ci sono donne a cui piacciono queste cose—"
Beth mi sorride, mostrandomi i suoi denti bianchi. "Certamente. Ma lui vuole te."
"Perché? Che ho di tanto speciale?"
"Devi chiederlo a Julian."
Ancora una volta, non risponde. La sua evasività mi fa venir voglia di urlare. Infilzo un pezzo di mango con la forchetta e lo mastico lentamente, riflettendo.
"È a causa di Maria?" Non sono bene che cosa mi spinga a chiederle questo, tranne il fatto che non riesco a togliermi quel nome dalla testa.
A quanto pare è la domanda giusta, però, perché Beth si ferma di colpo. "Julian ti ha parlato di Maria?" Sembra scioccata.
"L’ha nominata." Non è una vera e propria bugia. Il suo nome è saltato fuori, anche se Julian non lo sa. "Perché ti sorprende?"
Alza di nuovo le spalle, non sembrando più così scioccata. "Credo che non mi sorprenda, ora che ci penso. Se vuole dirlo a qualcuno, quella persona probabilmente sei tu."
Io? Perché? Muoio dalla curiosità, ma cerco di sembrare impassibile, come se niente di tutto questo fosse una novità per me. "Certo" dico con calma, mangiando il mio mango.
"Allora devi capire, Nora" dice, guardandomi. "Devi capire almeno un po’. La tua somiglianza con lei è inquietante. Ho visto la foto e avrebbe potuto essere la tua sorellina."
"Così simile?" Faccio fatica a non far emergere lo shock dalla mia voce. Il cuore mi batte forte nel petto. Questo è molto più di quanto potessi sperare e Beth mi ha appena consegnato quest’informazione su un piatto d’argento.
Aggrotta le sopracciglia. "Non te l’ha detto?"
"No" rispondo. "Non mi ha detto molto. Solo qualcosa." Solo il suo nome, pronunciato in preda a un incubo.
Beth sgrana gli occhi rendendosi conto che forse mi ha rivelato più di quanto avrebbe dovuto. Per un attimo sembra dispiaciuta, ma poi la sua espressione si addolcisce. "Beh" dice. "Ora lo sai. Dovrò dirlo a Julian, naturalmente."
Deglutisco, e il pezzo di mango mi scivola giù per la gola come una roccia. Non voglio che dica niente a Julian. Non so cosa mi farà quando scoprirà che so di Maria, che l’ho visto nel suo momento di maggior vulnerabilità.
La mia stupida curiosità.
"Perché?" chiedo, cercando di non sembrare ansiosa. "Julian se la prenderà con te, non con me."
"Non ne sarei troppo sicura, Nora" dice Beth, rivolgendomi un sorriso un po’ malizioso. "E poi, non ho segreti con Julian. È molto bravo a tirarli fuori dalle persone."
E alzandosi, inizia a lavare i piatti.