Capitolo 5-1

290 Parole
5 Nora Quando mi sveglio, sono completamente lucida. Ricordo tutto e ho voglia di urlare. Salto giù dal letto, notando che indosso ancora la vestaglia della notte scorsa. Il movimento improvviso mi fa sentire un dolore interiore profondo e la parte inferiore del corpo si contrae al ricordo del motivo per cui sono così dolorante. Riesco a sentire ancora la sua pienezza dentro di me e rabbrividisco al ricordo. Sono disgustata e delusa da me stessa. Che cosa c’è che non va in me? Come ho potuto restare immobile lì e permettere che Julian facesse sesso con me? Come ho potuto provare piacere nel suo abbraccio? Sì, è bello, ma non ci sono scuse. È malvagio. Lo so. L’ho percepito fin dall’inizio. La sua bellezza esteriore nasconde un’oscurità interiore. Ho la sensazione che abbia appena cominciato a rivelarmi la sua vera natura. Ieri ero troppo spaventata, troppo traumatizzata per prestare attenzione all’ambiente circostante. Oggi mi sento molto meglio, così studio attentamente questa stanza. C’è una finestra. È chiusa da spesse tapparelle color avorio, ma posso ugualmente vedere un po’ di sole filtrare dentro. Mi precipito verso di essa, aprendo le tapparelle, e sbatto le palpebre per la luce improvvisa. I miei occhi impiegano qualche secondo ad abituarsi e poi guardo fuori. Sono molto sorpresa. La finestra non è sigillata ermeticamente o niente di simile. Anzi, a quanto pare posso aprirla e uscire facilmente. Questa camera si trova al secondo piano, quindi forse posso scendere giù senza rompermi nulla. No, non è la finestra il problema. È la vista fuori. Vedo le palme e una spiaggia di sabbia bianca. Oltre ad essa, c’è un grande bacino d’acqua blu e luccicante al sole. È bello e tropicale. E quanto di più diverso ci possa essere dalla mia piccola città del Midwest.
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