Due

1811 Parole
Fuggii dalla stanza velocemente. La gente mi fissò, ignara di ciò che era appena successo, ma non mi importava. Lasciavo che mi fissassero. Scesi le due rampe di scale fino alla mia stanza e sbattei la porta alle mie spalle. Scivolai lungo la porta e portai le ginocchia al petto. Abbassai la testa e lasciai che le emozioni prendessero il sopravvento. Tutto il mio corpo tremava per la forza dei singhiozzi che mi scotevano. Continuai a pensare la stessa cosa: come avevano potuto? Non mi ero mai sentita così sola. Samantha ed io ci volevamo bene, almeno così credevo. Il nostro rapporto era sempre stato un po' teso perché eravamo diverse, ma eravamo comunque sorelle. Samantha aveva due anni più di me. Aveva molti amici e spesso era in giro a far festa. Era sempre felice quando era fuori con i suoi amici e si divertiva. Una persona socievole. Anch'io avevo degli amici e adoravo passare del tempo con loro, tuffandomi dalle rive del fiume o facendo shopping di tanto in tanto, ma ciò che preferivo, era raggomitolarmi nel mio letto con un buon libro. Spesso, quando trovavo un libro che mi piaceva, non riuscivo a smettere di leggerlo fino a quando non lo finivo, anche se ciò significava restare sveglia tutta la notte. Amavo anche cucinare, anche se non ero un'appassionata, ma adoravo molto preparare i dolci. Soprattutto le torte. Ero ossessionata dalle decorazioni. Dovevano essere sempre perfette. Ero molto legata alla mia famiglia. Non sapevo che Samantha avesse così poca considerazione di me. "FAITH, apri la porta, FAITH, cosa è successo?" supplicò Sammie attraverso la porta, cercando di aprirla prendendola a pugni. La ignorai. Non potevo credere che potesse comportarsi come se non si stesse scopando il mio compagno. Dovevano pensare cehe io fossi una barzelletta. Declan non mi aveva nemmeno cercata; mi chiedevo se fosse stata lei a dirgli di non farlo o se lui avesse pensato che non ne valesse la pena. Stai zitta, Faith ripetei a me stessa, lui non merita il tuo dolore. Non si meritava nulla, non da me, ma non riuscivo a fermare né le lacrime che scendevano né il mio strazio. Ero devastata. Samantha poteva dirmi quanto lei fosse migliore per il mio compagno e che io avrei dovuto lasciarlo andare in modo che potessero essere felici insieme. Passarono quindici lunghi minuti prima che i colpi cessasero e lei capisse il messaggio. Per tutto il tempo, avevo desiderato disperatamente che se ne andasse, eppure, ora che l'aveva fatto, mi sentivo più sola che mai. Le erano bastati quindici miseri minuti per rinunciare a me. In una sola mattinata avevo perso sia mia sorella sia il mio compagno. Quello doveva essere il peggior compleanno di sempre. Lasciai che il peso di tutto ciò mi investisse e crollai. Impiegai ore prima di riuscire a smettere di piangere. Prima di quel momento non sapevo che una persona potesse provare così tanto dolore. I miei genitori volevano organizzare una grande cena di compleanno con me e mia sorella per festeggiare la mia maggiore età, ma io non me la sentii. Non ero sicura di riuscire a controllarmi in quel momento, non con le mie emozioni che andavano al massimo grazie alla trasformazione imminente di quella sera. le avrei potuto staccare quella dannata testa di troia, così mandai loro un messaggio per avvertirli che non sarei potuta andare. Rimasero delusi, ovviamente, e cercarono di convincermi, ma se ne sarebbero fatti una ragione. Mi costrinsi a entrare nella doccia e aprii l'acqua più calda che io potessi sopportare. Assaporai la sensazione dell'acqua calda che scendeva sul mio corpo. Sentii rilassarsi i miei muscoli tesi, stanchi e doloranti mentre l'acqua penetrava in profondità nei miei pori. In quel momento non riuscii a sopportare il pensiero del mio compagno traditore, ma avevo ancora molto di cui essere felice. Avevo ancora la mia lupa, e lei non mi avrebbe mai tradita mai come aveva fatto lui. Lei non mi avrebbe mai lasciata e avremmo avuto un legame speciale che sarebbe durato veramente per il resto della mia vita. Un legame che avrei potuto custodire per sempre. Non vedevo l'ora di incontrarla; speravo solo che non fosse troppo delusa da me. Se fosse stata lì con me, mi avrebbe supplicata di perdonare Declan per ciò che aveva fatto, si sarebbe sentita ferita come me, ma per lei non sarebbe stato un motivo di rottura. Avrei anche potuto capire che si fosse intrattenuto con altre donne prima che diventassi maggiorenne, ma con mia sorella? E non gli importava nemmeno che lo avessi visto. Erano trascorse ore e non mi era venuto a cercare, nemmeno una volta. Mi chiedevo: vuole almeno il mio perdono? I compagni erano destinati a essere tutto l'uno per l'altra, e sono l'uno la metà dell'altra, il sole, la luna e le stelle, la cosa per cui vivi, la tua anima gemella e altro ancora, scusate se dico così per i lupi normali, ma nel mio caso non è stato così. Tutte queste cose sono solo ciò che prova la metà umana di noi. Era di più per la nostra parte lupo. Per loro, il loro amore era destino; non lo mettevano in dubbio, non lo rifiutavano, si amavano semplicemente con tutto ciò che avevano. Così doveva essere, ma Declan aveva rovinato tutto. La mia lupa avrebbe sofferto quando avrei combattuto il legame di coppia, il suo lupo non l'aveva tradita eppure avrebbe pagato il prezzo di un errore commesso da Declan e Samantha. Era a dir poco ingiusto e rivolsi una preghiera silenziosa alla dea della luna affinché la mia lupa capisse perché dovevo stare lontano da Declan. Almeno per il momento, forse un giorno avrebbe potuto essere diverso. Sapevo solo che, se avessi accettato quel tradimento, lui non sarebbe cambiato e non avrei passato la mia vita a chiedermi perché non fossi abbastanza per lui o a contorcermi in un dolore atroce ogni volta che decideva di abbandonarmi. Meritavo di meglio. La mia lupa meritava di meglio. Lo stavo facendo anche per lei. Persi la cognizione del tempo crogiolandomi nel dolce tepore della doccia, non avevo particolare voglia di uscire, ma sapevo che avevo bisogno di riposare prima di quella sera. Ero già esausta per lo stress emotivo che stavo sopportando e sapevo che avrei avuto bisogno di tutta l'energia possibile per la mia prima trasformazione di quella notte. Si diceva che il dolore provato durante la prima trasformazione fosse quasi sufficiente a ucciderti. Si supponeva che fosse un po' più facile con l'aiuto del proprio compagno, ma non potevo contare su di lui. Declan non avrebbe potuto rendere più chiaro, di quanto non lo avesse già fatto, quello che provava per me. L'avrei fatto da sola, non sarei stata né la prima né l'ultima lupa a trasformarsi da sola per la prima volta. Se avessi chiesto ai miei genitori di accompagnarmi, lo avrebbero fatto, lo sapevo, ma era qualcosa che volevo fare da sola. Per anni avevo sognato di trasformarmi con il mio compagno e, anche se non potevo averlo, non volevo condividerlo con qualcun'altra. Mi asciugai velocemente, indossai la biancheria intima e mi diressi verso il mio grande letto, dove impiegai solo pochi istanti per addormentarmi. Ero davvero esausta. BIP BIP BIP La sveglia suonò, mi ci volle qualche minuto per svegliarmi, guardai le grandi lettere rosse. 23:30, mancava mezz'ora alla mia prima trasformazione. Indossai solo un paio di mutandine rosse abbinate (il rosso è il mio colore preferito). Indossai un accappatoio senza preoccuparmi di vestirmi. Con la trasformazione avrei strappato qualunque cosa avessi indossato. Non c'era motivo di sprecare un bel vestito e comunque nessuno sarebbe stato presente. Scendo rapidamente e silenziosamente le scale. La riserva si trova al centro di una foresta veramente bella. Al di là della foresta c'è una vasta area montuosa e un fiume che scorre al centro. Se mi fossi affrettata, sarei potuta arrivare al letto del fiume prima di mutare. Appena raggiunsi la linea degli alberi, iniziai a correre il più velocemente possibile. I miei piedi iniziarono a lacerarsi un po' alla volta, spingendo sempre più forte, i rami e le rocce tagliavano e graffiavano la mia carne tenera, avrei davvero dovuto indossare le scarpe, ma se in quel momento fossi tornata indietro, non sarei riuscita ad arrivare al fiume prima di mezzanotte. Non sapevo perché fosse così importante per me mutare sul bordo dell'acqua, ma ero sempre stata attratta da essa. Il modo in cui luccicava sotto la luce della luna, con le montagne da un lato e gli alberi dall'altro, non potevo pensare a un luogo più magico proprio come lo volevo. Era il mio preferito in inverno, quando la neve ricopriva le cime delle montagne, non avevo mai visto nulla di più mozzafiato. Amavo tutto della natura. Mi fermai solo un istante per riprendere fiato e controllai il telefono, erano lee 11:55, mancavano solo cinque minuti al mio cambiamento. Ero a circa quattro minuti dal limite della foresta, quando diventai più veloce. A quel punto i miei piedi erano tremendamente doloranti ed era difficile immaginare che potessero guarire, ma lo avrebbero fatto. I lupi naturalmente guarivano più rapidamente e a me mancavano solo pochi minuti per ottenere la mia. Mi mossi sempre più forte. Crollai sulla riva rocciosa quando attraversai il limitare degli alberi. Poteva significare solo una cosa: era mezzanotte e mi stavo trasformando. Il mio corpo cominciò a contorcersi e sentii le ossa iniziare a spezzarsi. Pensai che non sarei sopravvissuta e sapevo che stavo urlando perché lì ero da sola, eppure non mi sembrava di essere io. Sentivo il rumore di oggetti che si laceravano, si spezzavano. Attraverso le lacrime, riuscii a vedere le unghie iniziare a spuntare dai miei polpastrelli. La mia schiena si arcuò violentemente e le mie membra non riuscirono più a sostenere il mio peso. Crollai e rotolai sulla schiena, così da fissare il cielo notturno, ansimando pesantemente. Sentii che stavo per arrendermi, il dolore era troppo ma all'improvviso svanì. Sentii che presto avrei perso conoscenza ma volevo disperatamente vedere la mia lupa prima di perdere i sensi. Usai le zampe anteriori per trascinare il mio corpo esausto fino alla superficie riflettente del fiume. "Ciao, Faith" una voce bellissima e cantilenante aleggiò sulla mia testa, chiara come la mia. Sapevo che era lei, la mia lupa e ,anche se mi aspettavo tutto ciò, ero comunque un po' sorpresa di sentire una voce diversa nella mia testa. Avrei dovuto avere del tempo per abituarmici. Volevo solo vederla. Ero quasi al bordo dell'acqua ma, prima di poter dare un'occhiata, il mio corpo crollò di nuovo, le rocce frastagliate si conficcavano nella mia parte ancora umana, ancora nuda, i colori danzavano davanti ai miei occhi e lottai per tenerli aperti, l'ultima cosa che vidi prima di svenire, fu una testa grigia che spuntava dagli alberi e sperai che fosse amichevole.
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