Capitolo 1 “Baci pericolosi”«Devo tornare a casa per qualche giorno.» sospirò Kyoko tra sé, appoggiandosi al tronco di un enorme albero. Portò le gambe in avanti e appoggiò il mento sulle ginocchia mentre si sistemava tra le ampie radici dell’albero. Dire che si sentiva infelice sarebbe stato un eufemismo.
Era stanca, sporca e sempre più nervosa perché non avevano trovato nessun talismano negli ultimi giorni. Era quello il motivo per cui Toya era di cattivo umore. Il gruppo aveva deciso di prendersi una pausa per un paio di giorni. Kyoko era perplessa, sapeva che ciò poteva significare riposarsi o strangolarsi a vicenda. Si soffiò via la frangia dagli occhi, acconsentendo in silenzio.
Suki si era recata nella città più vicina per incontrare un conoscente che le procurasse altre armi. Shinbe l’aveva seguita, camminandole accanto con la mano dietro, come per toccarle il fondoschiena.
Il bacio che ne era seguito era stato il momento clou della sua giornata. Sapeva che Shinbe non voleva che Suki si aggirasse da sola nelle campagne. Stava solo cercando di proteggerla e, invece di dirglielo, aveva semplicemente finto di essere lo sporcaccione che tutti conoscevano e amavano.
Guardandosi intorno, notò che Kamui si era allontanato di nuovo con Kaen. Accadeva spesso ultimamente. Kyoko sorrise tra sé, desiderando avere la stessa libertà. Kaen era uno spirito del fuoco e poteva trasformarsi in drago quando voleva, poi Kamui gli saliva sulla schiena e volavano ovunque, stando via anche per giorni.
Guardando Toya, che era appoggiato all’albero accanto, Kyoko lo vide abbassare subito la testa quando incrociò il suo sguardo. “Mi sta guardando di nuovo.” pensò mentre sentiva il calore affiorarle sulle guance. “Si comporta in modo strano da un paio di settimane ma, dopotutto... quand’è che non si comporta in modo strano?”, e sorrise alla sua stessa battuta.
Distolse lo sguardo quando con la mano sfiorò il sacchetto attaccato al lungo laccio di pelle che portava al collo. Poteva sentire i piccoli frammenti di cristallo nascosti sotto il cuoio sottile. Il suo pensiero andò immediatamente a Hyakuhei, il loro nemico. Non riusciva a capire come una persona così straordinariamente bella potesse essere così crudele e imprevedibile. Kyoko alzò un sopracciglio, ricordando a se stessa che le apparenze ingannano... soprattutto in una terra invasa da demoni.
Hyakuhei diventava più forte man mano che raccoglieva i frammenti, sebbene fosse già molto potente. Grazie alla capacità di inglobare dentro di sé i demoni più deboli e sfruttare i loro poteri, diventava sempre più pericoloso. Se avesse avuto tutti i pezzi del talismano, avrebbe avuto il potere di violare la barriera tra il mondo dei demoni e il mondo umano. Se ciò fosse accaduto, avrebbe fatto entrare i demoni nel suo mondo e gli esseri umani non avrebbero avuto scampo.
Toya era appoggiato lì, fingendo di dormire da quasi un’ora ormai, in attesa di vedere che cosa avrebbe fatto Kyoko. Dopotutto, non aveva molto da fare, ora che non davano la caccia al talismano. Il respiro gli si bloccò nel petto quando vide il suo viso alla luce del sole, e sentì lo stomaco stringersi.
Ultimamente sembrava che tutto quello che lei faceva lo portasse a desiderare di... tenerla stretta. Toya si chiese se, una volta finito tutto questo, Kyoko non avrebbe semplicemente desiderato tornare nel proprio mondo e dimenticarsi di lui. A volte si augurava che questa guerra non finisse mai e quello era un altro motivo per cui aveva accettato di concedere una pausa. I suoi occhi dorati furono addolciti da un desiderio nascosto quando lei si alzò e i suoi lunghi e setosi capelli ramati furono spettinati dal vento.
Kyoko non era mai stata capace di restare seduta a lungo e i suoi nervi iniziavano già a logorarsi per la noia. Avendo bisogno di qualcosa che distogliesse la sua mente dal disordine che lei stessa aveva portato in questo mondo, si alzò e s’incamminò lungo un sentiero.
«Toya, vado a fare una passeggiata, okay?» gli disse mentre si allontanava... per andare dove, non lo sapeva. Si morse il labbro inferiore quando si accorse che lui non la stava seguendo. Bene... non voleva che la accompagnasse. Sollevò un sopracciglio per la bugia che aveva appena pensato. Avevano camminato per giorni, quindi perché diavolo stava passeggiando adesso, se non ce n’era bisogno? Non c’era da stupirsi che lui non si fosse offerto di farle compagnia.
Lei rallentò, imbronciata. Toya si comportava in modo così strano ultimamente. I cambiamenti improvvisi della sua personalità la stavano facendo impazzire ed era stanca di pensarci. Decise che avrebbe camminato fino a sentirsi così sfinita da dormire per due giorni di fila.
Toya si alzò in piedi, non desiderando altro che seguirla. Si scostò dall’albero e fece un passo per incamminarsi, ma poi si fermò e si appoggiò di nuovo all’albero. «Eh no, io resto qui... è più sicuro.» disse a denti stretti, sforzandosi di non seguirla come uno stalker.
Era tutto ciò che poteva fare per mantenere le distanze. Non percepiva alcun demone nelle vicinanze e pensò che lei sarebbe stata al sicuro per un po’. Il guardiano d’argento inspirò profondamente mentre scivolava ai piedi dell’albero e si sedette. Il profumo di Kyoko era ancora nell’aria e lo stava facendo impazzire.
Succedeva ogni volta che passava troppo tempo da solo con lei. Iniziava a comportarsi in modo strano e lei impazziva, poi le diceva qualcosa di stupido e la situazione peggiorava. Se fosse stato certo che Kyoko non lo avrebbe respinto, allora le si sarebbe avvicinato come aveva desiderato fin dal primo momento in cui l’aveva vista. Toya si guardò le mani chiedendosi perché, ogni volta che ci provava, succedesse qualcosa che rovinava tutto.
Kyoko camminò per un bel po’, immersa in pensieri negativi riguardanti gli esseri maschili di quel mondo e del suo. Il rumore di una cascata la riportò alla realtà. Guardandosi intorno, vide uno specchio d’acqua cristallina alimentato costantemente da una piccola cascata.
«È sorprendente come in una terra di mostri esistano cose così belle.» mormorò con stupore.
I suoi occhi verde smeraldo s’illuminarono mentre osservava. Poiché nell’acqua non percepiva nulla che potesse farle del male o attaccarla, Kyoko iniziò a spogliarsi, sapendo di essere ben lontana da qualsiasi villaggio.
Non riusciva a credere di essersi imbattuta in una tale fortuna e non voleva perdere quell’occasione. Sfiorando l’acqua con i piedi per sentire com’era, si sentì quasi sciogliere scoprendo che era riscaldata naturalmente.
Proseguì e s’immerse in acqua, amava quella sensazione di purificazione. Era così viziata nel suo mondo, dando per scontato di potersi lavare ogni volta che voleva. Ma quel mondo era tutta un’altra cosa. Avvicinandosi alla cascata, lasciò che l’acqua le scorresse sui capelli e si sentì serena come non accadeva da molto tempo.
Le piaceva avere qualcos’altro a cui pensare per un po’, oltre a Toya. Era stanca di sentirsi giù a causa sua e dei suoi sbalzi d’umore. Ultimamente non faceva altro che guardarla e lei arrossiva. E questo la faceva arrabbiare. Lui voleva solo trovare il talismano e uccidere i demoni.
Quando Toya affrontava i demoni, a volte era più spaventoso delle creature contro cui combatteva. La verità era che la maggior parte delle persone pensava che Toya odiasse tutti... era il suo carattere. Kyoko ricordava continuamente a se stessa che lui non era umano e che non viveva secondo le loro regole... nessuno dei guardiani lo faceva.
Eppure, a volte aveva intravisto qualcosa di umano oltre la sua essenza di guardiano. Era in quei rari momenti che Toya sembrava diverso... più dolce. Senza volverlo, lui faceva cose che dimostravano la sua preoccupazione per lei più di quanto desse a vedere. Era l’unico dei cinque guardiani in grado di attraversare il Cuore del Tempo verso il suo mondo e si chiese perché. Significava qualcosa? Erano legati segretamente più che con gli altri guardiani?
Kyoko sbuffò seccata perché stava pensando di nuovo a Toya dopo aver deciso di non farlo. Si strofinò la pelle e i capelli, poi si distese di nuovo nell’acqua. Non era ancora pronta a lasciare quel luogo così incantevole. Non sapeva se ci sarebbe mai ritornata.
Si schiarì la mente mentre ascoltava il rumore dell’acqua. Chiudendo gli occhi, si rilassò e si lasciò cullare.
*****
Kyou aveva seguito i suoi fratelli a distanza... eliminando diversi demoni che seguivano la ragazza in ogni sua mossa. Era giunto alla conclusione che i suoi fratelli stavano diventando pigri oppure il nemico stava diventando più forte. I demoni che davano loro la caccia stavano acquistando forza.
Avvertiva una rottura all’interno del gruppo e ringhiò in tono di disapprovazione. Inspirò profondamente e seguì il profumo che aveva attirato la sua attenzione. Pochi istanti dopo raggiunse il suo obiettivo. Abbassò lo sguardo verso l’acqua cristallina, mentre si librava in aria, e volse il suo viso angelico verso la ragazza distesa sulla scintillante superficie dell’acqua.
Nessuna emozione trapelava dal suo volto mentre con lo sguardo le accarezzava il corpo.
I suoi capelli d’argento spettinati dalla leggera brezza erano come fili luccicanti lunghi fino alle cosce. Poteva sentire il suo dolce profumo da lassù, dove si era fermato.
Non poteva fare a meno del profumo di quella ragazza che erano destinati a proteggere. I suoi occhi dorati la osservavano mentre era distesa come una dea dell’acqua che lo chiamava a sé. Era stata lei a riportare il Cuore di Cristallo Protettore nelle loro terre, causando solo disordine e pericolo. La frantumazione del cristallo aveva segnato in fretta il suo destino. Lei ora apparteneva ai guardiani, anche se Kyou dubitava che se ne rendesse conto.
Le sue labbra si dischiusero mentre guardava la ragazza che, all’inizio, aveva cercato di uccidere... ora non ne sarebbe stato capace. In realtà, se l’avesse voluta morta, a quest’ora lo sarebbe già stata. Invece, la proteggeva da lontano mentre i suoi fratelli le stavano accanto. Una tale innocenza non doveva essere lasciata sola e indifesa. I suoi occhi si socchiusero per l’incompetenza di suo fratello. Forse avrebbe dovuto occuparsene lui personalmente.
Kyou sorrise, cosa che non faceva quasi mai. Gli piaceva il gioco del gatto col topo, e la sacerdotessa aveva bisogno di una lezione sui rischi che si corrono stando da sola, in una terra così pericolosa.
Scivolò lentamente verso di lei, vedendo che aveva gli occhi chiusi. Si sporse senza toccarla, in bilico a mezz’aria, lasciando che i suoi capelli lunghi creassero una cortina che li circondava. Il dolce battito delle sue ciglia scure sulle guance candide lo fece fermare. Con stupore, abbassò lentamente lo sguardo sulla sua bocca. Le appoggiò le labbra all’orecchio e vi alitò con il proprio respiro caldo.
Kyoko aprì gli occhi sconvolta e girò la testa, strofinando la guancia contro le labbra di Kyou... che si fermarono sulle sue. Lo guardò dritto in quegli occhi dorati. Erano ipnotici. Era come essere baciati da un angelo, ma invece... era Kyou. E il fratello di Toya non era un angelo. Era il guardiano più temuto e potente, ed era anche uno dei suoi protettori, sebbene lo vedesse raramente.
Kyoko smise di galleggiare, in preda al panico. Iniziò ad affondare, ma non le importava se ciò serviva a tenerla lontana da quegli occhi ipnotici. Trattenne un grido quando lui si sporse di scatto, afferrandola per la schiena, e la tirò fuori dall’acqua stringendola a sé.
Kyou sentì che aveva paura di lui e decise che non l’avrebbe spaventata. Tutti lo temevano... anche i suoi fratelli. I suoi occhi dorati brillavano mentre la teneva stretta, portandola a smettere di dimenarsi. Molto tempo fa, il Cuore di Cristallo Protettore li aveva destinati ad essere alleati e lui non avrebbe permesso che colei che doveva proteggere avesse paura della sua protezione. Kyou usò il potere del controllo della mente per scrutare i suoi ricordi e scoprì che la sacerdotessa non era mai stata baciata da nessuno... fino ad allora. I suoi occhi s’incupirono piacevolmente a quel pensiero.
Kyoko era così sconvolta da non riuscire a far altro che fissare quei due laghi dorati, in attesa di... non sapeva cosa, ma... Dio, quanto era bello. Le sembrò di vedere un lieve sorriso sul suo volto. Sbatté le palpebre, chiedendosi se non le avesse appena letto nel pensiero. Ora sapeva perché non era mai stata così vicino al guardiano d’oro... era un pericolo per i sensi.