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Blurb

Quando Ava ha incontrato per la prima volta il dio del rock dagli occhi cerulei, Jasper White, il suo mondo si è completamente ribaltato e, da allora, nulla è più stato come prima.

Dopo mille vicissitudini, la sua vita sembra finalmente essersi assestata, e questo include anche la relazione sana, stabile e duratura che ha intrapreso con Jasper.

Il loro amore, tormentato e turbolento, ha superato molti ostacoli, ma quando non una, ma ben due bombe verranno lanciate addosso ad Ava, saranno in grado lei e Jasper di sopravvivere a questo ennesimo colpo?

Riusciranno la perfida ex, Indie, e la madre manipolatrice di Jasper a far crollare le stabili fondamenta del loro amore?

Riuscirà Ava ad avere il suo lieto fine? Ma, soprattutto, lo potrà ottenere proprio con l"uomo che ama con tutta se stessa e che ogni donna vorrebbe accanto?

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1 La bambola assassina «Ahi!», mormoro tra i denti schiaffeggiandomi le guance in modo plateale. Mentre sento la voce da brivido provenire dalla bambola posseduta dall'anima di un serial killer, mi rendo conto che avrei bisogno di un altro paio di mani per coprirmi anche le orecchie. «Sei una gran paurosa», dice una voce cavernosa alla mia sinistra. Ma non esiste che apra gli occhi e mostri all’uomo dalla voce rauca e profonda, tutti gli improperi che, con estrema generosità, gli sto regalando tra me e me. Il motivo per cui il mio ragazzo, Jasper White, abbia scelto un film che ha come protagonista una bambola impazzita, che gira con un coltello appuntito invece di portarsi appresso un orsacchiotto, è senz'altro fuori dalle mie capacità intellettive. Bleah! Film romantici tutta la vita. Almeno, quando guardo uno di quelli, i miei sogni si riempiono di fighi colossali e non di volgari bambole assassine. Non sento nessuno morire, al momento, e così, con coraggio, apro le dita di qualche centimetro e sbircio attraverso la fessura. Giustamente, non appena lo faccio, Chucky inizia a pugnalare qualcuno come un pazzo. «Uffa! Questo film è davvero inquietante. Stanotte dovrò voltare tutti i miei orsacchiotti contro il muro!», borbotto da dietro le mani. Jasper ride in tutta risposta, con quella risata profonda e gutturale che mi fa ballare dentro e spinge i miei ormoni a desiderare il proprietario di quel suono divino. Io e Jasper siamo scesi all'inferno e siamo risaliti a galla. Okay, forse è un po' melodrammatico, ma siamo comunque stati a Singapore e ritorno, che non è tanto diverso. Se ripenso troppo a lungo a tutto quello che è successo devo prendermi un valium, perché il nostro viaggio è stato tutt'altro che facile e, a volte, non so come abbia fatto a sopravvivere senza finire lobotomizzata. E lo dico in tutta sincerità. Tutto è iniziato la notte che io e Jasper ci siamo incontrati. Doveva esserci uno strano allineamento astrale perché quello che è successo da quel momento in poi mi ha cambiata, ma soprattutto mi ha travolta, sfidandomi apertamente. Jasper mi ha spronata anche quando non volevo avere pressioni, perché lui sapeva cosa voleva e, posso dire con orgoglio, voleva me. E lo volevo anch'io, tanto. Basta solo guardarlo, Jasper, per diventare creta tra le sue mani, ma non gli importava. Non ha mai sfruttato la sua bellezza, perché cercava qualcuno che lo amasse per quello che è, e quel qualcuno sono io. Abbiamo combattuto senza sosta e abbiamo navigato su acque tormentate, ma io e Jasper funzioniamo. E questo perché è la persona più meravigliosa che io abbia mai conosciuto. Mi correggo, la persona di sesso maschile più meravigliosa che abbia mai incontrato, perché la mia amica del cuore, Vi, detiene il titolo femminile. Il mio sogno nel cassetto è diventare una chef rinomata e il sogno sta per diventare realtà. Jasper ha sempre supportato le mie aspirazioni, sin dall'inizio, e ha compreso che dovevo inseguirle, anche quando questo mi ha riportata a Singapore. Sono stata fortunatissima a ricevere la borsa di studio dall'Accademia Culinaria d'America per diplomarmi al campus di Singapore. Ho accettato perché era l'opportunità della vita, anche se ciò voleva dire lasciare Jasper a Los Angeles. Ma lui mi ha capita e mi ha sostenuta tutto il tempo. Cioè, a dire il vero finché io non ho mandato tutto a puttane, combinando un casino colossale. Ma sono sopravvissuta, sempre grazie all'uomo seduto accanto a me. La mia ragione di vita. Per quanto sia difficile da credere, cinque settimane fa, stavo per sposare un uomo… mi correggo, stavo per sposare un gran coglione, il mio ex psicopatico: Harper Holden. Sì, lo so come si dice, chi nasce tondo non muore quadrato, ma Harper è stato così abile da convincermi che lui fosse l'eccezione alla regola. Ho accettato di sposarlo quando non avrei dovuto, ma ero nel punto più basso della mia vita, e lo ero perché ha fatto qualcosa di indegno. A mia insaputa, infatti, Harper mi stava facendo una cosa ignobile: mi mentiva, ma la sua cattiveria andava oltre le solite bugie. Mi ha fatto credere che Jasper non mi amasse più, e lo ha fatto con il sorriso sulle labbra. Ha organizzato il suo piano diabolico dopo una litigata furibonda tra me e Jasper per via di qualcosa che gli avevo tenuto nascosto e che non avrei dovuto nascondere. Non gli avevo detto che io e Harper avevamo ripristinato un'amicizia, quando ero tornata a Singapore. Lui, d'altro canto, mi aveva tenuto nascosto che la sua ex, Indie la zoccola, lo aveva baciato in tour. Harper ha usato il nostro litigio a suo vantaggio e ha usato me come pedina nel suo piano perfetto per interpretare la famigliola felice, solo per continuare a ricevere dai suoi l'eredità a rate. Sembra una soap opera, vero? Be', provate a viverla! Ma di tutto quello che mi è accaduto finora, la scoperta di ieri è proprio il top. Esatto! La mia vita non era già abbastanza interessante, perciò ho pensato bene di far crescere dentro di me un piccolo Chucky, magari senza le tendenze omicide. Va bene, ammetto che probabilmente non è il modo migliore di descrivere il “Presunto Pupo” che forse porto in grembo, ma sto ancora cercando di farmene una ragione. Ero troppo occupata a vivere i miei drammi e, la sola e unica volta che io e Jasper abbiamo fatto sesso non protetto, mi sono del tutto dimenticata di prendere la pillola del giorno dopo. Forse avrei dovuto calcolare meglio le mie priorità, ma ormai è fatta. L'idea di me come madre è difficile da immaginare. All'età di ventitré anni e tre quarti non era proprio quello che avevo pianificato. Come ben sappiamo, però, la vita è piena di sorprese esilaranti. «Piccola, possiamo spegnere se hai paura». «Eh?», domando girandomi verso il probabile futuro padre, persa nei miei pensieri. «Stai tremando. Non pensavo ti spaventasse tanto», scherza facendomi il solletico. «Basta!», quasi mi strozzo mentre allontano le sue mani. Non sa che tremo per un altro motivo. «Ti arrendi?», sorride compiaciuto mentre si appoggia su di me spingendomi sui cuscini del divano. «Mi arrendo», mormoro passando le mani tra i suoi capelli spettinati… da sesso! Si tira il labbro inferiore mordicchiandosi la cicatrice. La stessa che ricorda al mondo intero il suo essere un sopravvissuto. «Dillo ancora», dice sporgendosi in avanti e strofinando il naso tra il mio collo e la clavicola. Di sicuro sente il mio cuore battere come una grancassa, ma che importa. Anche se volessi imporre ai miei nervi di calmarsi, il mio corpo traditore non mi ascolterebbe comunque. Mi bacia il collo e mi arrendo alle sue labbra morbide e vellutate. Quando raggiunge l'incavo della clavicola, inarco la testa per esporre la gola. Continua a baciarmi poi scende piano sui seni, che si intravedono dalla canotta corta, e miagolo sotto la sua lingua abile mentre mi aggrappo al divano. «Profumi di buono», mormora in un soffio, per via della testa sepolta tra i miei seni. Quando la sua mano si allunga sulla mia coscia, insinuandosi sempre più verso il mio sesso, non riesco a formulare una frase coerente, perciò sollevo le anche per fargli capire quello che voglio. Metto le mie mani sulle sue guance e lo attiro a me, spingo le mie labbra verso le sue, con un bisogno viscerale di divorarlo, e lui ricambia il bacio con lo stesso vigore, facendo scorrere la lingua sul mio labbro inferiore e mordendomi l’angolo della bocca. La apro e ci infila la sua lingua peccaminosa, anche lui eccitato quanto me. Ci stiamo dando sotto come due ragazzini, sul divano mentre guardiamo un film di paura, e credo che questo fosse il suo piano fin dall'inizio. Quando fa scorrere, malizioso, l'indice nell'elastico del mio pigiama, so che ho ragione. Le sue labbra sono meravigliose e gli infilo entrambe le mani tra i capelli, tirandolo a me per baciarlo meglio. Il suo profumo è inebriante e non posso fare a meno di sciogliermi dentro di lui quando lo bacio più a fondo. Gli succhio il labbro e lo mordo piano giocherellandoci con la lingua, e un gemito gli muore in gola. Per ripagarmi fa scivolare la mano sul mio sedere e inizia a tormentarmi con le sue dita abili. Dico tormentarmi perché Jasper è un maestro a stuzzicare. Cerco di muovermi sotto le sue mani ma, come al solito, le sue dita danzano esattamente dove voglio io. «Sei un supplizio», ansimo, mordendomi il labbro. Lancia una risata cavernosa e gutturale, mentre mi toglie il labbro da sotto i denti con il pollice, in modo seducente. «Non posso farti annoiare», mormora allungandosi per baciarmi dietro l'orecchio. Nessun pericolo di noia quando le sue dita si fanno strada dentro la mia… Oddio che gusto! D'un tratto, però, mi gelo. L'immagine del “Presunto Pupo”, colpito all'occhio dal dito di Jasper, si affaccia alla mente. Non credo sia possibile, anche perché sarebbe solo un mini fagiolo al momento, però è abbastanza da provocarmi scene di cui Chucky andrebbe fiero. «Ehi, tutto okay?», mi domanda Jasper ansimando. Le sue mani si fermano in attesa di una risposta. Mi guarda agitato, passandosi la lingua sulle labbra perfette, gonfie per i baci appassionati che ci siamo scambiati. Annuisco, ma devo trovare una scusa e anche veloce, perché sono eccitatissima e lo sa che non è per mancanza di entusiasmo che mi sono fermata. «Sicura?», domanda di nuovo. Annuisco ancora, questa volta velocemente per essere più credibile. «Sto bene», rispondo passandogli la mano sulla guancia ispida. «È solo che mi fa strano farlo qui, sul divano di Vi». Jasper solleva un sopracciglio decisamente incredulo ma, da vero gentiluomo, toglie immediatamente la mano dai miei pantaloni. Si appoggia sui gomiti e mi guarda con il sorriso a piene fossette. «Non mi pare che ti facesse così strano farlo contro la parete dell'ingresso l'altro giorno o in cucina contro il frigo. E sono sicuro che non ti ha fatto strano nemmeno tre giorni fa sotto la doccia, dove, se non erro, mi hai minacciato di strapparmi tutti i capelli se mi fossi fermato, sbaglio?», dice divertito, disegnando in aria punti interrogativi ad ogni questione che solleva. Gli do un colpetto sul braccio. Lui ride mentre si siede con le mie gambe stese sul suo grembo. Lo guardo con occhi colpevoli. Penso solo che vorrei permettergli di fare di me ciò che vuole, ma non posso, per via di quello che forse mi sta crescendo dentro. «Mi dispiace», dico con la faccina triste. Jasper sorride e si allunga per prendere la birra dal tavolino. «Tranquilla», risponde, puntandomi la bottiglia, «ti rifarai», e mi fa l'occhiolino prima di bere un sorso. Normalmente mi starei già rifacendo, saltandogli addosso come una furia, ma ora, in questa situazione, annuisco e basta sperando che la mia amica torni presto. Ho bisogno che mi tenga la mano quando scoprirò se il mio “Presunto Pupo” c'è o non c'è.

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