"Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" (comunemente note come "Alice nel Paese delle Meraviglie", titolo originale "Alice"s Adventures in Wonderland") è un"opera letteraria pubblicata per la prima volta nel lontano 1865 e scritta dal matematico inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto lo storico pseudonimo di Lewis Carroll.
L"autore
Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson (Cheshire, 27 gennaio 1832 – Guildford, 14 gennaio 1898), è stato uno scrittore, matematico, fotografo e logico britannico.
Introduzione a cura di Clelia Canè
Clelia Canè (Formia, 1989) creatrice del mondo di Quieta Radura, è una scrittrice, illustratrice, educatrice e naturalista italiana. Studiosa di pedagogia sperimentale, esperta di home living, attenta estimatrice della cultura anglosassone, appassionata di storia, arte e letteratura, ispira uno stile di vita semplice e raffinato.
Traduzione a cura di Silvio Spaventa Filippi (31 agosto 1871 – 21 ottobre 1931), giornalista, traduttore e scrittore italiano.
Introduzione
“Raccontaci una storia” chiesero i bambini, “e Mr. Dodgson cominciò”. Il mistero di Alice nasce per caso durante una serena passeggiata sulle rive del Tamigi. Charles Lutwidge Dodgson, reverendo, scrittore e matematico, dai più conosciuto con il successivo pseudonimo di Lewis Carroll, amava intrattenere i figli di Mr. Liddell, preside del Christ Church College di Oxford, raccontando loro delle storie. Fu grazie alla richiesta della piccola Alice Liddell che Lewis Carroll trascrisse il racconto narrato quel pomeriggio. Nacque così la prima bozza di uno dei più grandi classici per l'infanzia: Le avventure di Alice nel sottosuolo.
Solo più tardi Carroll decise di pubblicare la sua storia, aggiunse nuovi personaggi e situazioni, commissionò le illustrazioni a John Tenniel (ritenuto ormai l'illustratore ufficiale) e gli diede il titolo e la forma che conosciamo ancora oggi.
È ormai leggendaria la teoria sull'origine del racconto che Carroll traspone in versi nel suo Meriggio Dorato (proemio dell'opera). Subito dopo la pubblicazione, l'opera è stata ampiamente studiata e analizzata, ma ciò che oggi appare chiaro è la natura intrinseca celata tra le sue pagine: un articolato problema matematico farcito di humor e nonsense.
Nulla di sorprendente, se si pensa che Carroll fu uno studioso di logica. Una vita sempre in bilico tra il freddo rigore dei numeri e l'elemento irrazionale. Ne scaturisce un'opera in cui il non senso trova un proprio spazio cosmico del tutto indipendente e libero, in cui la fiaba si fonde con la realtà attraverso singolari riferimenti e citazioni. Ogni cosa appare intrisa di raziocinio e grondante di irragionevolezza allo stesso tempo, persino Alice si mostra tanto incuriosita quanto sorpresa da quell'universo decisamente bizzarro: tra una fantasiosa invenzione e l'altra, infatti, fanno capolino le dottrine dell'epoca e il tradizionale conformismo vittoriano. La costruzione di una propria identità, il disorientamento della crescita, la paura e il divertimento che ne derivano, la coscienza, la visione del tempo, il desiderio di scoperta e il rapporto col mondo, sono questi alcuni dei cardini del romanzo in grado di svelare una lettura in chiave pedagogica.
I punti di vista appaiono rovesciati e l'intero ciclo degli avvenimenti si snoda attraverso un continuo altalenarsi di esperienze, illusioni e paradossi. Un percorso costellato di stranezze e insegnamenti che mirano alla trasmissione di un retaggio ben più prezioso: la maturazione e l'affermazione di sé, in un mondo tanto fittizio quanto tangibile.