Capitolo 3 natura nemica

3115 Words
Pensava di ritrovarla a casa, invece lei non c'era. Ed ora sono passate 24 ore da quando l'aveva vista scappare via. Passeggiando per il giardino, Tristano non sa darsi pace. Ripensa agli occhi di lei a perché sia scappata. Cercando un senso alle sue parole. Ma nulla. Sa che non è impaurita da lui, dalla natura che le av mostrato. No, non era disgustata dalle gocce di sangue colate sulla sua camicia bianca. Era incazzata nera e terrorizzata all'idea che lui la difendesse. Sospirando si sdraia sull'erba, cercando nel cielo che diventa notte le risposte. Ma capisce presto che quella lupa è mistero anche per l'immenso cielo. Una testa rossa si sdraia vicino a lui, sospirando lo spettacolo così uguale a chiunque nel mondo ma così unico allo stesso tempo. Il cielo che si impreziosisce della prima stella. "Novità?" Chiede lui senza distogliere lo sguardo dall'alto. E Deb sa che il vampiro di riferisce a Calipso. Ma sa bene che non può dargli le risposte che cerca, poiché quelle solo la lupa può dargliele. "Il lupo si sta riprendendo. Entro domani mattina starà meglio. Ma la compagna di spostarsi non ne ha intenzione. Spero solo che mangi quello che le ho lasciato in camera e che protegga la sua dolce attesa appena iniziata." E no, questa non era la notizia che chiedeva lui. Ma almeno gli dà un sospiro di sollievo. È stata davvero una fortuna che Deb quando ha creato la sua camera aveva creato anche un ripostiglio al terzo piano. Che poi ha trasformato con facilità in una camera da letto. A Tristano non resta che chiedersi come ha fatto a non percepire la gravidanza della donna. Ma la risposta è semplice, ha avuto la mente occupata dalla lupa per percepire il resto del mondo. "Strano che non sia già guarito. Infondo è un alfa." Come per i vampiri, anche per i licantropi i tempi di guarigione dipendono dal loro status. E in genere gli alfa ci mettono molto poco a guarire. "La ferita sul fianco è guarita da un po'. Invece le lacerazioni sulla schiena dovute all'argento ci metteranno anche un po'." Tristano rimane frastornato. Sa che l'argento è letale sui lupi. Perciò... "Perché hanno ferito un loro simile con l'argento? È assurdo." Ma mentre lui pare sconvolto, Deb non è poi così sorpresa. E risponde con ovvietà. "Perché ha una compagna elfa. E se non bastasse che l'ha marchiata, è pure incinta di lui." Tristano si sente un cretino per non averci pensato. Maledetta quella lupa che non lo fa più ragionare. Conosce le leggi razziali e come molti popoli siano contrari ai legami misti. Per non parlare di procreare figli di sangue misto, sacrilegio. Una legge che per Tristano è una immensa cazzata che va contro persino alle volontà degli dei. "È stupido." Sbuffa senza peli sulla lingua, facendo ridere la streghetta. "Ma è la realtà lì fuori." Già, la realtà lì fuori. Tristano ancora si deve abituare alle differenze che ci sono tra qui e il mondo vero. Ma questo non cambia che sia tutta una cazzata. Tornano in silenzio. Ma solo per cambiare discorso. "Tornerà presto?" Questa volta Deb non può fraintendere la domanda. E non può non rispondere. "Tornerà, lo fa sempre. Il quando però è sconosciuto anche a me." Potrebbero passare ore oppure giorni. Lei non lo sa, sa solo che il tormento che si è riacceso nell'amica è forte e avrà bisogno di tempo per ricostruire la sua maschera. Rimangono lì ancora un po', in silenzio tra i loro pensieri, con il sottofondo della notte come unica compagnia. Poi ognuno si chiude nelle proprie stanze, nella speranza di dormire e di ritrovare la lupa il mattino. Ma Tristano non trova riposo, si gira e si rigira ma tutto inutile. Alla fine si limita a mettersi a pancia in su, con sguardo fisso sul lucernaio, chiedendosi se lei sta guardando lo stesso cielo. Se anche lei sta guardando la stella che la guiderà a casa. (ب_ب)(ب_ب)(ب_ب)(ب_ب)( "DEBORAH." Prima che sia giorno, un urlo riempie l'intera abitazione. No, non è un grido, è un ululato. E può appartenere solo a una persona. "Calipso." Sussurra Tristano, alzandosi di colpo per correre al piano inferiore. Fermo sull'ultima rampa di scale, osserva la lupa furiosa. Che ringhia contro la sua stessa amica. Mentre Deb subisce a testa bassa e torturandosi le dita nervosa. "Che cazzo ci fa un alfa, IN CASA MIA." Continua la lupa, mostrando i suoi occhi di tempesta. Tremando per quanto sia arrabbiata e fuori di sé. "Era ferito. E..." Ma calipso non la fa finire, interrompendola con un ringhio che fa tremare le mura di casa. "È un alfa. SOTTO IL MIO TETTO." Tristano, sentendosi la causa di tutto ciò, prova a intervenire. Ma prima che possa anche solo respirare la lupa lo inchioda con lo sguardo. "Tu taci. Hai già fatto troppi danni." Ed è un omega lei, eppure la sua voce ferma qualsiasi intenzione del vampiro come se fosse un alfa. "Buttalo fuori di qua. Subito." Torna con lo sguardo su Deb che vorrebbe fare qualcosa per fare cambiare idea all'amica. Ma la lupa è irremovibile. "O se ne va lui. O me ne vado io." Conclude ringhiando, per poi lasciare l'amica sola nell'angoscia. Uscendo verso il cortile. Tristano incrocia per un istante lo sguardo della strega. Per poi correre dalla lupa. Cercando di capirci qualcosa. "Sono stato io a portarli qui." Si prende le sue colpe, senza che però lei lo guardi. Rimanendo di spalle davanti a lui. "Allora sarai altrettanto bravo a buttarli fuori." Come può la lupa essere così fredda? Così indifferente verso un suo simile ferito? Tristano non sa darsi risposte. "Ti rendi conto che è irrazionale la tua reazione?" Finalmente Calipso si gira verso di lui. Ma il suo sguardo furioso non promette nulla di buono. "Sai cos'è irrazionale? Che io ti ospito in casa e tu la trasformi in un canile per randagi. Che manco meno di un giorno e mi ritrovo casa mia che puzza di alfa. Ecco cosa e IRRAZIONALE." Gli urla contro, mostrando negli occhi qualcos'altro oltre la rabbia. Angoscia. "Volevo solo aiutarli." Si giustifica lui, scaturendo in lei una risata ironica. Amara, velenosa. "O no, con me non funzionano queste cazzate. Tu l'hai fatto per te stesso, per puro egoismo. Perché non vuoi perdere quella adrenalina che hai provato a salvarli. Perché hai paura che se li mandi via tornerai vuoto e privo di queste emozioni." Perché lei l'ha visto bene combattere. Ha visto bene il fuoco che gli ha incendiato il sangue in vena. E continua spavalda, puntandogli un dito sul petto. "È la cosa piu irrazionale è che  per aiutare degli sconosciuti, hai ferito chi ti ha aiutato e ospitato." Conclude, lasciandolo senza fiato o parole. Immobile mentre lei gli da le spalle per andare via. Ma viene ancora una volta fermata da una voce femminile. "Ti prego non mandarci via. Non sappiamo dove andare e i nostri regni ci sono nemici. Abbi pietà della creatura nel mio ventre." La prega con le mani sulla pancia l'elfa, senza però scalfire il cuore di ghiaccio della lupa. "Ho pietà di te e di tuo figlio. Ma il tuo compagno non è il benvenuto." Continua irremovibile. Non cambierà idea, quell'alfa deve andarsene. Ed è quest'ultimo ad apparire sulla porta di casa. Facendo titubare le gambe di Calipso. "Allora me ne vado io. Basta che lei sia in salvo." Calipso si limita ad annuire. Credendo di aver risolto. Ma non è così. "Ti sto chiedendo di darci ospitalità fino a che non avremmo un posto dove andare. Non puoi mandarci via." Gli parla con durezza l'alfa, ignaro di ciò che sta creando nel corpo della lupa. Che vorrebbe urlargli contro, magari sbatterlo fuori a calci in culo e persino sbranargli la gola. Ma lui è un alfa e la sua voce piomba come una montagna sulla volontà dell'omega. Che non può ribellarsi alla sua stessa infame natura. "Va bene." Dice tra i denti, come se dirlo sia faticoso. È lo è davvero, una continua lotta tra la sua volontà e la sua natura sottomessa agli alfa. E mentre la coppia torna in casa sorridente, inconsci di ciò che è successo. Calipso rimane immobile, stringendo i pugni tremanti. Con ancora il vampiro al suo fianco. "Sai, anche se all'inizio sembravo fredda e indifferente, mi stavi simpatico. Ma ora ti odio con tutta me stessa." Tristano incrocia i suoi occhi per pochi secondi prima che lei vada via. Ma ci affoga nella sofferenza di quel blu cristallino. La sente l'angoscia della lupa, come se fosse la sua. Ma rimane immobile, a guardarla andare via, capendo finalmente ciò che è successo. Non volendo l'alfa ha usato il tono del suo status, contro la lupa che è una omega. E, come tale, impossibilitata a ribellarsi. Spostando lo sguardo sulla casa, incrocia lo sguardo di Deb. Che è vittima degli stessi sensi di colpa. Hanno appena ferito gravemente la loro amica e non se ne sono resi conto fino ad ora. <( ̄︶ ̄)↗<( ̄︶ ̄)↗< La coppia è rimasta sotto le cure della strega per tutto il giorno. Mentre Tristano si è occupato del grano e Calipso dell'orto. Tra i due non una parola n'è uno sguardo. Tristano si sente talmente in colpa, da non essere degno nemmeno di guardarla. All'ora di pranzo, ritorna in casa, trovando Deb ha servire il cibo sulla tavola, mentre la coppia parla in serenità e calma. In contrasto con i nervi tesi che vivono in casa sia nel vampiro che nella strega. Una volta che i piatti vengono riempiti, tutti si preparano a mangiare in assoluto silenzio. Mentre Calipso si limita a passargli di fianco diretta alle scale. "Fermati a mangiare con noi." Ferma il suo passo l'alfa, facendole stringere con forza i pugni. Scott, l'alfa, non è cattivo. Non ha mai fatto differenze di status o di razza. E il suo legame con l'elfa è una prova. Ma è un fattore inconscio e istintivo che i suoi occhi si colorino di rosso. E che la sua voce diventi quella di alfa contro l'omega. Un procedimento chimico di cui non si rende conto lui. Ma Calipso si e sente la propria lupa lagnarsi contro la forza di quegli occhi rossi. Con passo tremante raggiunge la tavola. Sotto lo sguardo sconfortato dei suoi amici. Tristano ora capisce a pieno perché la lupa non voleva l'alfa in casa Mentre Deb sa che tutto questo dolore ha ferite molto più profonde. "Siamo molto felici che tu abbia deciso di ospitare me e la mia compagna Eleonora. Ti ringraziamo." Non solo i denti di Calipso si stringono. Ma anche quelli di Tristano, sentendo i canini allungarsi e pungergli le gengive. Guarda l'uomo, cercando di capire se è davvero così stupido da credere che la lupa l'abbia fatto di sua spontanea volontà. O se è tutta una presa per il culo. E, istintivo come è, è pronto a capirlo. "Sai bene che non lo ha fatto per grazia. Ma perché tu l'hai obbligata." Parla a denti stretti, fissando lo sguardo confuso dell'alfa. Che sembra finalmente usare il cervello. Scott finalmente ragiona con lucidità, capendo di aver usato il suo status sulla omega, sia ora che prima. E ne è dispiaciuto, ma fa un ulteriore sbaglio. "Me ne rendo conto solo ora e mi dispiace. Ma credo dovremmo tutti farci l'abitudine finché siamo qui. Infondo è una cosa naturale." Gli occhi blu di Calipso gridano di no, mentre la sua bocca non ha diritto di parlare. Ma, con molto sorpresa della lupa, qualcun'altro reagisce al suo posto. "Col cazzo." Grida Tristano, saltandogli adosso all'improvviso. L'alfa, sconvolto, finisce a terra ma ci resta per poco. Perché Tristano lo afferra e lo lancia contro la porta, che per magia si apre accetuando la minaccia del vampiro. Eleonora grida terrorizzata seguendo tutti all'esterno. Tristano è già pronto ad attaccare, sotto lo sguardo confuso di Calipso. Ma è Deb a intervenire. Si illumina di luce viola, sollevandosi da terra, circondandosi di energia oscura e luminosa. Tristano viene spinto al fianco di Calipso mentre Scott viene sollevato da terra. "Rinuncia al tuo stato. RINUNCIA." Grida Deb, con una voce innaturale e lasciando che l'energia stringa sul corpo del lupo. Che si dimena e può solo ululare si dolore. "Rinuncia." Ripete Deb, aumentando il suo potere. Facendo tremare il terreno e i vetri delle finestre. Calipso la guarda preoccupata, mentre Eleonora non riesce a smettere di urlare. "Lanciami." Dice Calipso a Tristano, senza guardarlo. "Rinuncio." Sussurra il lupo, ormai in preda a dolori terribili, senza che Deb fermi il suo potere. Con la magia sempre più soffocante su di lei e soprattutto sul lupo stretta nella morsa. Ma la strega non sa più controllarsi, le sue emozioni compromettono il suo potere. Il dolore negli occhi dell'amica, alimentano il fuoco che la circonda. "Sbrigati. Lanciami verso di lei." Urla Calipso, mettendosi in posizione. Il vampiro non sa cosa voglia fare, ma si limita a seguire le sue direzioni. L'afferra con forza dai fianchi, girando su se stesso per poi lanciarla verso l'amica a pochi metri da terra. Calipso trattiene il respiro, finché non stringe in un abbraccio l'amica. Urlando per come l'energia della strega gli ustioni la pelle. Ma mantiene la presa, cercando di distrarre il suo sguardo. "Va tutto bene Deb. Lui ha rinunciato." Prende la nuca dell'amica, nascondendo il suo sguardo nell'incavo del collo. Nonostante più aumenti il contatto più la sua pelle ne rimane ustionata. Ed è proprio la sofferenza della lupa a risvegliare la strega. Che torna a terra, facendo scomparire all'istante la magia oscura. Lasciando che la sua pelle brilli di energia positiva, che sana all'istante le ferite sulla pelle dell'amica. Intanto che loro rimangono abbracciate, il lupo cade giù, preso al volo da Tristano ancora frastornato da tutto ciò che è accaduto. Annusa il lupo che ha davanti, costantando che quelle di Deb non erano solo parole. Il lupo ha davvero perso il suo status di alfa. "Scott." Urla la sua compagna correndo verso di lui. E Tristano lo lascia alle sue carezze, spostandosi ad osservando le due ragazze che parlano tra loro in sussurri. Aveva capito che Deb è più potente di altre streghe. Ma non pensava così tanto. Ha appena visto la dolce e calma Deborah, trasformarsi in pura magia. In una forza talmente forte da cambiare la natura di un uomo. "Va tutto bene Deb." Sussurra per l'ennesima volta Calipso, posando la propria fronte su quella dell'amica. Ancora sconvolta di aver perso il controllo così facilmente. "Mi dispiace averlo ospitato. Non pensavo che avrebbe pesato tanto su di te." È sincera, Calipso lo sa. Sa che quest'anno in solitudine le ha fatto un po' dimenticare come funzioni la fuori. "Va tutto bene. Ora hai risolto tutto." Ma Deb non è ancora convinta. E sorridendo con amore verso l'amica, si allontana di poco. Osservando la cupola intorno a loro. Ancora una volta si illumina, alzandosi fino al centro della copula, emanando raggi di luce che colpiscono più punti della barriera. "Chiunque verrà ospitato, perderà il suo status. Poiché questo luogo è aperto a tutti, ma senza il peso delle diversità." I raggi sfumano lentamente, mentre l'intera barriera brilla di luce, per pochi ma importanti secondi. Il tutto sotto lo sguardo sorridente di Calipso. Che, ora più che mai, finalmente si sente libera in casa sua. Almeno qui. Il lupo viene sollevato dalla sua compagna, lasciandosi aiutare a tornare a casa, ma non mostra rancore o dispiacere. Anzi, Tristano vede nei suoi occhi gratitudine. Come se sottrargli il suo status lo avesse liberato da un peso. "Ora finalmente posso sentirmi libero." Sussurra alla amata, godendo degli occhi luminosi della sua compagna. Poiché anche lei sente meno il peso della loro diversità. In realtà quella che può sembrare una punizione, è stata una benedizione. "Calipso." Sussurra Scott, richiamando lo sguardo della lupa poco lontano. E scambiandosi finalmente uno sguardo sincero, senza oppressione e sottomissione. E il lupo sorride, limitandosi a mimarle un grazie, per poi continuare a camminare verso l'interno della casa. "Io vado a calmare gli animali. Devo averli spaventati, poveri cuccioli. E poi ti preparo la crostata che ti piace tanto." Sorride Deb, correndo verso la stalla, mostrando di nuovo l'allegria che la caratterizza. Lasciandola sola nel cortile con Tristano. Che sente il bisogno di dirle finalmente ciò che non ha avuto il coraggio di dirle fino ad ora. "Devo chiederti scusa anche io lupa. Ho approfittato della tua ospitalità per farmi gli affari miei. Senza pensare minimamente la sofferenza che ti avrebbe recato." Calipso sorride, distogliendo lo sguardo, sentendolo camminare fino al suo fianco. "Non è vero che ti odio. Ero solo ferita e poco lucida per capire le tue buone intenzioni. Purtroppo avere una natura che non si accetta, porta a tutto ciò." E Tristano la capisce completamente, perché anche lui si sente così. Anche lui lotta contro una nobiltà che gli è sempre stata stretta. E guarda la barriera, le mura di questa prigione. Eppure mai come ora si è sentito così libero di essere se stesso. "Il mondo lì fuori è crudele, ma qui è tutto diverso. Qui un nobile può essere un semplice vampiro. Un lupo vive senza status o obblighi di natura. Una strega è libera di non sentirsi un mostro, nonostante abbia un potere raro e stupefacente." Sussurra Tristano, forse più a se stesso che ha lei. Lasciando che gli ultimi avvenimenti sfumino nell'aria calda del primo pomeriggio. "Già. Ma inizia a diventare stretta. Perciò evita di fare il paladino della giustizia." Torna ironica lei, dandogli le spalle per camminare verso casa. Lasciando un sorriso divertito sulle labbra del vampiro. "Tu ami questo paladino della giustizia. E sono sicuro che ti mancherei se andassi via." Le urla dietro, tornando a una normalità strana. Dove lui fa il cretino e lei finge di essere indifferente. "Certo, mi mancheresti come un palo d'argento nel fianco. Proviamoci, vai via e poi ti farò sapere come sto." Gli risponde lei, camminando all'indietro per poterlo guardare con sfida. "Non ti libererai facilmente di me mia cara lupetta. Ormai siamo destinati a stare insieme." Lei sbuffa dandogli nuovamente le spalle, ormai sulla soglia di casa. "Lo ripeto. Sei fastidioso come un pipistrello attaccato ai capelli." E Tristano scoppia a ridere guardandola scomparire oltre alla porta di casa. Osservando il cielo, calmo come se niente di tutto ciò che ha visto fosse mai successo. Respirando semplicemente questa realtà finta eppure così vera dentro di lui. "Un omega che cambia il mondo." Sussurra, ripensando a quanto tutto ciò che è accaduto sia stato scaturito dalla lupetta "Si, questo è davvero un bel posto dove vivere."
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