Capitolo 2

2344 Words
2 EMMA Sibilò quelle ultime parole come se fossi stata io quella coinvolta in tali atti sessuali osceni al posto suo. Io ero accusata di inclinazioni indecenti? Era lui a mostrare un incurante disprezzo per la moglie! «Voyeurismo? Non vi avrei guardati se avessi saputo. È successo in cucina a metà mattinata. Thomas, non avrei mai-» Lui fendette l’aria con una mano, interrompendo le mie parole. «Non ha importanza in ogni caso. Averti tra i piedi è un rischio che non posso correre con la mia carriera. Una sola affermazione di sconvenienza e le mie possibilità di arrivare a Washington finiscono in fumo.» «Le donne hanno delle amanti, Thomas. Nessuno si sorprenderebbe,» protestai. «Di certo Mary lo saprà.» Lui rise freddamente. «Mary? Non mi preccupo di mia moglie e di ciò che pensa. Lei non parlerebbe male di me. È mio diritto assicurarmene.» Mi ritrassi al pensiero di come si assicurasse il suo silenzio. Mary era una donna mite ed io stavo cominciando a scoprirne il motivo. Non aveva ragione di protestare o di lamentarsi di un suo peccatuccio. Una moglie era alla completa mercé del marito. «Di certo sarai preoccupato che anche Allen o Clara vadano a raccontare cose in giro.» Non ero l’unica che avrebbe potuto rivelare le sue tendenze extraconiugali. Thomas roteò gli occhi. «Ti prego, Clara era facilmente rimpiazzabile e Allen conosce il proprio posto. È tanto motivato quanto me ad arrivare a Washington.» Potevo solamente immaginare come avesse rimpiazzato Clara se passarmi nelle mani della signora Pratt era il modo in cui si occupava di un membro della sua stessa famiglia. Cominciai a torturarmi le mani. Thomas sembrava serio riguardo a quella cosa tanto quanto a tutto il resto, rimuovendo qualunque problema o ostacolo che gli si opponesse con spietata precisione. Sembrava si stesse occupando di me proprio a quel modo. Non dovevo restare lì a sentirlo. Mi incamminai verso la porta per andarmene, ma lui sollevò una mano. «Non hai soldi, non hai agganci. Solamente i vestiti che indossi.» Io scossi la testa dubbiosa. «È una follia, Thomas!» Agitai le mani in aria, frustrata. «Ho degli amici, una cognata, dei vicini! Ho i soldi di Papà! Posso semplicemente uscire da quella porta, incrociare qualcuno per strada che conosco e mi aiuteranno.» «A parte la tua mancanza di soldi, non ci troviamo ad Helena.» Le braccia mi ricaddero lungo i fianchi. Mi si contorse lo stomaco. «Cosa? Non puoi. Sono maggiorenne.» «Vero, ma il testamento di tuo padre stabiliva che avrei avuto io il controllo fino a quando non avessi compiuto venticinque anni o non ti fossi sposata. Dal momento che devi ancora prendere marito, posso fare ciò che voglio con quei soldi.» «Hai allontanato tu tutti i miei corteggiatori!» urlai, rendendomi conto in quel momento del suo piano diabolico. «Hai pianificato tutto.» Lui sorrise, per quanto freddamente. «Ci troviamo a Simms, nell’esercizio della signora Pratt. Se esci da quella porta, ti ritroverai per strada in una città che non conosci senza nessuno a garantire per te, senza alternativa che non sia tornare da lei per sopravvivere. E poi, dubito che lei ti lascerebbe andare. Non è vero, signora Pratt?» Non attese che la donna rispondesse. «Mi ha pagato una bella somma per te e non dubito che dovrai guadagnarti da vivere nel letto di qualcuno.» Emise un verso dal naso. «Visto il modo in cui è sembrato interessarti il piacere sessuale di Clara, confido che sarà un’ottima scelta per te.» Mi squadrò da capo a piedi, poi rivolse la propria attenzione alla signora Pratt. «Grazie per l’acquisto.» «Signor James,» rispose lei con un piccolo cenno del capo, tenendogli aperta la porta. Lo stava lasciando andare? Thomas uscì, il vuoto che si lasciò alle spalle grande quanto la mia mancanza di emozioni. Ero stata venduta ad un bordello! La sola idea era assurda, inimmaginabile, eppure eccomi lì. Mi si riempirono gli occhi di lacrime. «Non è poi così male, signorina James. Non siete più sotto il controllo di quell’uomo detestabile.» La signora Pratt strinse le labbra mentre chiudeva la porta alle sue spalle. Era come se la vita come l’avevo sempre conosciuta fosse terminata, come se vi fosse stata chiusa una porta, con una nuova ad iniziare. Era questo che mi faceva più paura. Cosa comportava la mia nuova vita? Avrei dovuto servire uomini come Clara aveva fatto con Allen, o avrei dovuto soffrire sotto le mani crudeli di un uomo come Thomas? Era una follia! Mi sfregai con forza le guance bagnate. «Magra consolazione,» risposi, abbassando lo sguardo sul decadente tappeto orientale. «Nemmeno l’alternativa, a giudicare da come l’ha messa Thomas, è allettante.» «Quell’uomo, il tuo fratellastro, ti ha venduta a me.» Indicò la porta chiusa. «Non è un uomo degno delle nostre attenzioni. Io dico che è stata una benedizione che sia sparito.» La sua voce morbida aveva una connotazione ferrea, mentre agitava la mano in aria per dichiarare conclusa la faccenda. «Allora perché avete accettato la sua offerta? Perché mi avete comprata?» Le sue gonne oscillarono mentre attraversava la stanza. «Per fare soldi, ovviamente. Tuttavia, ho un debole per le donne le cui vite sono state messe in pericolo. Fidati di me, starai meglio qui con me che a trascorrere una sola altra notte sotto il tetto di quell’uomo.» Sollevai il mento, non tanto convinta della mia situazione come lo era lei. «Sospetto che dipenda da ciò che desideriate fare di me.» «Sei vergine,» constatò lei. Arrossii furiosamente, le guance in fiamme. «Sì, vedo già solo dalla tua reazione a quella parola che lo sei,» replicò lei, andando alla scrivania e sedendosi sulla sedia che vi stava accanto. Aveva la schiena dritta e si sistemò la gonna. Poteva essere una Signora, ma aveva le maniere di una signorina. Abbassai lo sguardo sull’abitino azzurro chiaro che avevo indossato quella mattina. Tornai indietro con la mente, rendendomi conto che Thomas doveva avermi drogato il caffè con il laudano. Io lo prendevo senza zucchero, per cui il gusto amaro doveva essere stato ben mascherato. L’ultima cosa che ricordavo era aver mangiato un pezzo di pane tostato con la marmellata nella sala da pranzo. «Immagino che la verginità sia piuttosto un lusso nel vostro settore. Siete una Madama, non è vero?» ribattei, cercando conferma della sua professione. Dubitavo che gestisse delle governanti. Lei annuì. «Esatto. A differenza del tuo signor James, io ti offro due scelte.» Inarcai un sopracciglio mentre attendevo di sentirle. Le mie opzioni, che dubitavo mi sarebbero piaciute, potevano essere ascoltate meglio da seduta, per cui tornai al bordo della poltroncina ricoperta di velluto sulla quale mi ero svegliata. «Puoi lavorare qui per ripagare il tuo debito. Dal momento che sei innocente, sarai piuttosto popolare, te l’assicuro. Sei anche piuttosto bella, il che garantirà un interesse duraturo. Questo è il più raffinato bordello tra Kansas City e San Francisco e soddisfiamo le richieste più insolite. Le altre ragazze ti insegneranno tutto ciò che devi sapre oltre alle basi di una scopata riguardo al soddisfare le necessità degli uomini.» Spalancai la bocca di fronte al suo linguaggio volgare, ma immaginai che fosse pertinente alla sua professione e parte del suo vocabolario quotidiano. Abbassai lo sguardo sulle mani che mi tenevo in grembo cercando di radunare i pensieri. La testa continuava a pulsarmi, grazie agli effetti duraturi della disonestà di Thomas, rendendomi difficile riflettere. «E... l’altra scelta?» «Puoi ripagare il tuo debito in una sera. Questa sera, a dire il vero.» Sembrava allettante, ma sapevo che ci sarebbe stato un costo personale elevato. Poteva anche vendere piaceri carnali, ma qua si trattava di affari. «Oh?» domandai, molto nervosa riguardo a ciò che avrebbe detto. «Un’asta matrimoniale.» Esitai e fissai la signora Pratt. Aveva detto matrimonio e asta insieme? Nel senso che sarei stata messa all’asta per un potenziale marito? «Chiedo scusa?» dissi confusa. La signora Pratt mi sorrise dolcemente. «Conosco diversi uomini in cerca di una moglie che possa gestire le loro nature sessuali più intense e le loro personalità dominanti.» Mi accigliai. Io di certo non potevo soddisfare quei requisiti. «Come avete detto voi stessa, io sono vergine. Non so nulla di... nature sessuali intense.» «Bene.» Annuì decisa. «Non ho detto che devi sapere qualcosa al riguardo, ma che potresti gestirle.» Mi accigliai. «C’è differenza?» «Molta.» Attesi che chiarisse, ma lei rimase in silenzio. «Come potete essere così sicura che saprei gestire queste... aspettative?» «Da ciò a cui ha accennato il signor James, ti sei eccitata alla vista di una donna che si faceva scopare. È un’affermazione corretta?» Io feci del mio meglio per non agitarmi. Ammettere di essere stata eccitata dall’assistere al piacere di Clara avrebbe significato che ero proprio come una qualunque delle ragazze della signora Pratt. Significava che ero davvero una guardona, perfino una zoccola. Magari il mio posto era davvero in un bordello. «Be’?» domandò la signora Pratt. «La donna traeva piacere da entrambi gli uomini. Non avevo idea che una cosa del genere fosse possibile.» Lei spalancò leggermente gli occhi. «C’erano due uomini, dunque? E tu ti sei eccitata nel vedere ciò? Interessante.» Quando rimasi in silenzio, timorosa di lasciarmi sfuggire altri segreti, lei proseguì. «Dunque ti sei eccitata?» Aveva rigirato le mie parole a suo favore. «Forza, signorina James, non c’è bisogno di avere paura di dar voce ai propri sentimenti con me. Sono una Madama. Ho già visto e sentito di tutto. Nulla che tu, una vergine, possa ammettere mi sconvolgerebbe.» Non riuscivo a dar voce a quelle parole, ma annuii. «Ti è piaciuto guardare?» Annuii di nuovo. «Mi è piaciuto vedere il primo uomo e la donna. Avrei anche potuto evitare di vedere il mio fratellastro impegnato in certe attività.» «Hai desiderato di essere tu a venire scopata?» Incrociai il suo sguardo chiaro. Lo sostenni. «Sì,» sussurrai. Lei si alzò, il tessuto in raso del suo abito che rifletteva la luce. «Che scelta vuoi fare? Lavorare qui o sposare il maggior offerente?» I suoi occhi blu mi fissarono, in attesa. Le sue parole facevano sembrare la mia vita tanto insignificante, come se la scelta fosse facile. Mi ero appena svegliata di fronte a quella situazione pochi minuti prima, la testa che ancora mi pulsava per via dei postumi. E adesso dovevo scegliere il mio destino? «Non ho intenzione di sposare un uomo come Thomas.» Mi strinsi le mani in grembo. «Una moltitudine di uomini che sfruttano il mio corpo non è nulla in confronto ad una vita intera di disonestà, indifferenza e infedeltà. Sarebbe una prigione senza via di fuga. L’avete conosciuto. Consigliarmi un accordo permanente con gente come lui vi renderebbe della stessa stoffa.» Negli occhi della donna si accese una traccia di emozione. Ammirazione? Sorpresa? Non potevo esserne sicura. «Non darei mai in sposa una donna ad un uomo che non sia altro che generoso e premuroso. Sono inflessibile circa gli uomini che servo, ma protettiva verso le donne che fornisco. Ricordati che essere dominante in camera da letto è ben l’opposto di essere crudele.» Non sapevo cosa intendesse con quell’ultima affermazione. «Perché un matrimonio? Perché non vendere semplicemente la mia verginità?» «Non otterresti nulla dopo un primo uomo che ti spezza la verginità. Verresti macchiata e il tuo valore si abbasserebbe a quello di qualunque altra ragazza che lavora per me. A quel punto non saresti più maritabile e il tuo destino sarebbe segnato. Il matrimonio manterrebbe la tua rispettabilità. Non sostengo gli uomini che si prendono solamente ciò che vogliono da una donna senza dare nulla in cambio. Altrimenti puoi rimanere qui e lavorare per guadagnarti da vivere.» Non avevo alcun interesse nel diventare una prostituta, l’idea mi faceva venire voglia di vomitare, ma potevo solamente accettare con cieca fiducia le rassicurazioni di quella donna circa il fatto che non sarei stata messa in catene con un uomo come Thomas. I suoi peculiari valori – la necessità di darmi in sposa per fare soldi pur mantenendo nel mentre intatta la mia virtù – era una strana svolta di eventi e la poneva in una luce leggermente diversa. «Riesco ad immaginarmi piuttosto bene la vita di una moglie. Magari potreste descrivermi l’altra mia scelta.» Lei sollevò un angolo della bocca di fronte alla mia richiesta. «La maggior parte delle ragazze lavorano dalle sei di sera alle sei di mattina, servendo fino a venti uomini. Scoprirai presto quali sono le tue migiori capacità e verrai riconosciuta per esse. All’inizio, ovviamente, sarà la tua innocenza, ma una volta svanita quella, dovrai decidere.» Fece spallucce con noncuranza. «Qualcuna si fa subito scopare, altre sono conosciute per il fatto di succhiare cazzi. A qualcuna piace farselo mettere nel culo. Poi c’è il b*****e, il role playing, i ménage, la lista è piuttosto lunga, a dire il vero.» Sollevai una mano, incapace di tenere il passo con quella lunga lista di servizi. In effetti, stavo ancora riflettendo sui venti uomini a notte. Era chiaro che mi stesse spingendo verso il matrimonio. Quella, molto probabilmente, era sempre stata la sua intenzione, pur permettendomi di credere di avere una scelta. Leccandomi le labbra, le posi la domanda più rilevante. «Quanti soldi avete dato a Thomas per me?» «Settecento dollari.» Inarcai le sopracciglia. Quella somma era solo una goccia nel mare per la famiglia James e avrei potuto ripagarla in fretta io stessa dopo una semplice visita alla banca, anche se ora non mi era più permesso. «A meno di un dollaro per volta, si tratterebbe di centinaia di uomini. Sicuramente resteresti qui per molto tempo. Dopodiché...» Scrollò le spalle e lasciò che il suo silenzio parlasse da solo. «O potresti andartene stasera.» Strinsi le labbra. In una maniera perversa e contorta, lei mi stava aiutando. Non poteva semplicemente permettermi di andarmene; c’erano troppi soldi in ballo. Il matrimonio aiutava me mentre lei aiutava se stessa. Non c’era davvero molta scelta. Lo sposo stesso non era una scelta. Sembrava che l’avrebbe deciso la signora Pratt, o quantomeno che avrebbe limitato la scelta ad un piccolo gruppo di uomini idonei che avevano la possibilità di offrirle i soldi che voleva. A giudicare dalla sua professione e dal suo senso per gli affari, i loro requisiti iniziali avrebbero incluso le necessità sessuali più basilari e ricchezza. «Potete garantirmi che l’uomo che sposerò non sarà un alcolizzato, un vecchio o uno che alza le mani?» I suoi occhi azzurri incrociarono i miei. «Sì.» «Scelgo... um... scelgo l’asta matrimoniale.» «Una scelta saggia.» Si spostò e aprì la porta. «Come ho detto, questi uomini vogliono che tu soddisfi delle necessità molto definite e molto chiare. Essere dominanti non vuol dire essere crudeli. Ti servirà ricordarlo.»
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