Capitolo 2

1468 Words
Alex Mi poggio sul muro guardando il via vai infinito di gente intorno a me. Tokyo è una di quelle città che non dorme mai. Di tutti i posti che ho visitato, è senz'altro questo il mio preferito. I grattacieli altissimi sono pieni di colori, i negozi vendono cibi assurdi, tutto è assurdo qui. Anche i lupi del posto ho scoperto essere assurdi; ci sono moltissimi lupi di città in posti come questo e finora tutti quelli che ho conosciuto erano dei validi Gill. Per noi Rock, la figura del Gill è molto importante: il Gill ha l'obbligo morale di aiutare l'altro in caso di guerra e mai come ora ne ho bisogno. Un lupo in particolare, Okami, sembra essere il candidato perfetto: é un ragazzo del luogo, ha già la sua compagna e un cucciolo. L'ho conosciuto per caso in un villaggio fuori Tokyo.È alto, gli occhi a mandorla scuri e i capelli castani, ma porta il ciuffo biondo come va di moda in questo luogo, che gli sta davvero male.Mio padre, prima che partissi, mi ha informato a dovere su come scegliere un Gill: quelli con la compagna sono guerrieri migliori, da più tempo la hanno più semplice sarà per loro lottare senza che questa diventi un problema. È l'ideale che siano l'opposto fisico di chi lo sceglie, in modo che in battaglia ci si possano dividere i ruoli. I silenziosi sono i migliori. E Okami ha tutte queste caratteristiche. Con quello che sta succedendo dalle mie parti, ho bisogno di legarmi ad un Gill il prima possibile. Mio padre ha sempre odiato i Goose, disprezza dover dividere il territorio con quei lupi. I loro ideali di pace sono troppo astratti e idealizzati. Noi Rock possiamo vincerli e finalmente potremmo tornare ad essere il clan più forte d'Europa che siamo sempre stati. Prima della mia partenza, mio padre mi ha avvertito: avremmo spinto i Goose ad attaccare per primi e li avremmo presi in contropiede. Avrei preferito che mio padre aspettasse me per combattere, ma lui voleva che trovassi assolutamente una compagna prima della battaglia, così che sarei stato più forte, ma i tempi stringono e io ancora non ho trovato il mio nexus. -Ehy Alex- mi saluta Okami arrivando al luogo del nostro incontro, dove lo aspettavo. La cosa che più adoro dei lupi di città è la loro stupidità, basta un semplice complimento che cadono ai tuoi piedi. Gli ho subito detto che mi sarebbe piaciuto averlo come Gill e lui ci è rimasto spiazzato. In città un Gill non serve a nulla, ma questo lo ha fatto sentire speciale e beh, la sua stupidità ha fatto il resto. Io mi avvicino a lui e lo saluto con un sorriso.A breve devo ripartire, ormai è chiaro che qui a Tokyo il mio nexus non ci sia. Ma mio padre mi ha già avvisato, tra una decina di giorni ci sarà l'ultima istigazione ad Arduk, dopo di che è sicuro che ci attaccherà, ed entro quel giorno io dovrò essere a casa. Odio il fatto di non dover trovare la mia compagna. Per mio padre non è una questione molto importante, al di fuori delle maggiori abilità che questo comporta. Ho sempre saputo che il suo rapporto con mia madre fosse più di appartenenza che di amore. Ma per me è diverso. È da quando sono piccolo che sogno una lupa di cui dovermi occupare, che mi ami. Ma non sono sogni da Rock, per questo farò ritorno a casa anche senza compagna. Avrò tempo dopo per trovarla. Saluto il mio amico con un cenno del capo mentre insieme ci incamminiamo verso la metro. Rimaniamo entrambi in silenzio, spalla contro spalla, ognuno immerso nei suoi pensieri. È così che ogni rapporto dovrebbe essere a mio parere. In silenzio. È così bello non dover intrattenere per forza una conversazione stupida ed inutile. Entriamo nella metro e compriamo i biglietti. Odio questi luoghi. La prima volta che ho preso una metro quasi mi mettevo a piangere; i rumori fortissimi, gli odori sgradevoli e le persone, principalmente umane, che ti schiacciano. Grazie alla Dea solo tre fermate ci separano dall'Hibiya. In meno di trenta minuti, possiamo finalmente entrare nell'immenso parco e il mio lupo torna finalmente a respirare aria vera. Mi fermo immobile poco dopo l'entrata e il mio amico si ferma di conseguenza e si gira a guardarmi, mentre finalmente torno ad essere tutt'uno con quel po' di natura vera che c'è qui. Velocemente andiamo in un punto nascosto ed isolato del parco per poter parlare in tranquillità. Ci sediamo sul prato e, ancora in silenzio, guardiamo gli alberi d'avanti a noi.-Tra meno di una settimana devo ripartire, il branco necessita della mia presenza- dico girandomi a guardare il il mio amico e lui fa lo stesso. -Senza nexus- dice lui, ma non è una domanda, è una affermazione, ed io mi limito ad annuire. -Ciò significa che dobbiamo fare la promessa di sangue al più presto- continuo io, e lui mi guarda con più intensità. Non lo dice, ma so che è eccitatissimo all'idea. Nonostante ne abbia uno, è più cucciolo di me. Il suo lupo interiore scalpita per uscire, la vita di città non fa per lui. -Quando?- continua lui. Mio Dio quanto amo le persone che vanno dritte al punto senza giri di parole o semplicemente parole di troppo. Spero che anche la mia compagna sarà così, quando la troverò. -Oggi. Non un giorno di più- rispondo. Prima mi tolgo questo damerino davanti meglio è. Preferisco stare da solo. Una volta creato il legame sarà legato con me sempre e per sempre. -Cosa dovremo fare?- mi chiede e io sbuffo. -Il rito è semplice. Dobbiamo mischiare il nostro sangue in cospetto della luna. Un taglio io e uno tu- dico fermandomi guardando il cielo, per decidere quanto manca alla sera. -Farà male?- chiede ancora visibilmente agitato. Sbuffo ancora. Che falso lupo. Spero solo che in battaglia abbia più coraggio. -No, non farà male. Sarà un semplice taglio, sei un lupo, comportati da tale. Puoi reggere un graffietto- dico scocciato e lui annuisce. A questo punto mi stendo sull'erba, per fargli capire che la conversazione era ormai conclusa e dopo qualche minuto anche lui mi imita, concedendosi a quella pace che solo la natura può dare. —————————————— Qualche ora dopo, eravamo ancora nello stesso posto. Avevamo deciso di farlo li, al parco. Eravamo nascosti da decine di alberi quasi spogli e la mancanza completa di lampioni spingeva le persone a non avvicinarsi. Okami voleva invitare a tutti i costi la sua compagna, ma sono stato irremovibile su questo. Non ho bisogno di affezionarmi a qualcun'altro, o meglio, preferisco non sapere quale sia il volto della lupa alla quale molto probabilmente strapperò il compagno, ma siamo in guerra e la vita di Okami è a rischio. Non voglio mentire, mi sono affezionato davvero a questo lupo. Appena la luna si alza, sveglio Okami, che nel frattempo si era addormentato. La luna è calante e i suoi raggi ci illuminano. Il lupo, sbadigliando, si alza e mi viene in contro. -È tutto pronto?- mi chiede guardando quello che ho preparato. Una ciotola di legno, che servirà a raccogliere il nostro sangue e due pezzi di tessuto. Io annuisco e gli faccio segno di avvicinarsi.Prendo dalla tasca del mio jeans il mio coltello, un regalo di mio nonno, lama classica a doppio taglio. -Dammi la mano- dico ad Okami e lui esegue. La prendo nella mia e la stingo. Gli rivolgo un debole sorriso per fargli coraggio. Poi giro il suo palmo verso l'alto e con il coltello traccio una sottile linea e subito la giro all'interno della ciotola, per permettere al sangue di cadere al suo interno. Subito lascio la sua mano e ripeto il rituale sulla mia. Dopo aver versato il mio sangue nella ciotola, prendo la mano del lupo e la stringo alla mia, ferita contro ferita, prendo la ciotola e verso il liquido ancora caldo sulle nostre mani ancora strette. Il mio amico stringe i denti per il dolore, gli occhi stretti per non vedere. -Mia Luna, qui adesso e sempre io ti giuro fedeltà- sussurro guardando la luna e spingo dolcemente il mio amico per dirgli di fare lo stesso. -Mia Luna, qui adesso e sempre io ti giuro fedeltà- sussurra lui. Il silenzio intorno a noi è assoluto, solo un lontano e attutito rumore ci ricorda che siamo in città. Subito stacco la mia mano dalla sua e le avvolgo nei pezzi di tessuto che si impregnano di sangue.Appena finisco, entrambi cadiamo a terra, con il fiatone. Il cuore ci batte al massimo, la stanchezza ci avvolge e ci lasciamo cadere, uno contro l'altro, in un sonno profondo.
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