Astronave TheosElisa, nelle ultime ore, era stata sommersa da una tale quantità di informazioni che adesso si sentiva come una bambina che aveva fatto indigestione di ciliege. Quei due strani ma simpatici personaggi, apparsi praticamente dal nulla, avevano in pochissimo tempo sovvertito tante “certezze storiche” che lei e tutto il resto del genere umano avevano dato praticamente per scontate. Avvenimenti, scoperte scientifiche, credenze, culti, religioni e persino l'evoluzione stessa dell'uomo stavano per essere completamente rivoluzionati. La notizia della scoperta che esseri provenienti da un altro pianeta avessero, sin dai primordi, così abilmente manipolato e guidato lo sviluppo del genere umano, avrebbe avuto sulla collettività un effetto simile a quello della rivelazione che la Terra non fosse piatta ma sferica.
Azakis e il suo fidato amico e compagno di avventure Petri se ne stavano immobili al centro della plancia comandi mentre, con lo sguardo, cercavano di seguire Elisa che, con le mani infilate nei tasconi dei pantaloni, gironzolava nervosamente per la stanza e borbottava parole incomprensibili.
Jack, invece, si era praticamente accasciato su una poltroncina e con le mani cercava di tenere su la testa che gli sembrava essere diventata improvvisamente pesantissima. Fu proprio lui però che, dopo alcuni interminabili minuti di silenzio, decise di prendere in mano la situazione. Si alzò in piedi di scatto e, rivolto ai due alieni, disse con voce ferma «Se avete scelto noi due per questo compito un motivo lo avrete avuto di certo. Posso solo dirvi che non vi deluderemo.» Poi guardò Azakis negli occhi e chiese con risolutezza «Potresti mostrarci, tramite quella diavoleria» e indicò l'immagine virtuale della Terra che stava ancora lentamente ruotando al centro della stanza «una simulazione dell'avvicinamento del vostro pianeta?»
«Non c'è problema» replicò prontamente Azakis. Tramite il suo impianto N^COM recuperò tutti i calcoli fatti dagli Anziani e ne fece apparire la rappresentazione grafica proprio davanti a loro.
«Questo è Nibiru» disse indicando il pianeta più grande. «E questi sono i suoi satelliti di cui parlavamo.»
Attorno al maestoso pianeta, sette corpi celesti, notevolmente più piccoli, giravano vorticosamente a distanze e velocità molto diverse tra loro. Azakis avvicinò il dito indice a quello che orbitava più distante di tutti e lo ingrandì fino a farlo diventare alto quasi quanto lui. Poi disse solennemente «Signori, vi presento Kodon, l'imponente ammasso roccioso che ha deciso di far passare un bel po' di guai al vostro amato pianeta.»
«Ma quanto è grande?» chiese Elisa, mentre osservava incuriosita quel bitorzoluto globo grigio scuro.
«Diciamo che, come dimensioni, è leggermente più piccolo della vostra Luna ma la sua massa è quasi il doppio.» Azakis fece un rapido gesto con la mano e di fronte a loro apparve tutto il sistema solare con i pianeti che si muovevano lentamente nelle loro rispettive orbite. Le traiettorie di ognuno di essi erano rappresentate da sottili linee di colori diversi.
«Questa» continuò Azakis, indicando una traccia rosso scura «è la traiettoria che Nibiru seguirà durante la fase di avvicinamento al Sole.» Poi accelerò il movimento del pianeta fino ad avvicinarlo alla Terra e aggiunse «E questo è il punto dove le orbite dei due pianeti si incroceranno.»
I due terrestri seguivano meravigliati, ma con molta attenzione, la spiegazione che Azakis stava dando loro sull'evento che, da lì a pochi giorni, avrebbe sconvolto le loro vite e quelle di tutti gli altri abitanti del pianeta.
«A che distanza passerà Nibiru da noi?» chiese tranquillamente il colonnello.
«Come dicevo in precedenza» rispose Azakis «Nibiru non vi infastidirà più di tanto. Sarà invece Kodon a sfiorare la Terra e a creare un bel po' di problemi.» Avvicinò ancora un po' l'immagine e mostrò la simulazione del satellite nel momento in cui sarebbe arrivato nel punto più vicino all'orbita terrestre. «Questo sarà il momento della massima attrazione gravitazionale fra i due corpi celesti. Kodon passerà a soli 200.000 chilometri dal vostro pianeta.»
«Cavolo» esclamò Elisa. «E' davvero un'inezia.»
«L'ultima volta» replicò Azakis «esattamente due cicli fa, passò a circa 500.000 chilometri e sappiamo tutti cosa è riuscito a combinare.»
«Già, il famoso Diluvio Universale.»
Jack stava in piedi con le mani incrociate dietro la schiena e, sollevandosi leggermente prima sulle punte poi sui tacchi, si stava facendo lentamente dondolare avanti e indietro. Ad un tratto, con tono molto serioso, ruppe il momentaneo silenzio dicendo «Non sono di certo uno dei massimi esperti in materia, ma temo che nessuna tecnologia terrestre sia in grado di fare niente per contrastare un evento del genere.»
«Forse potremmo lanciargli contro dei missili con testate nucleari» azzardò Elisa.
«Quello accade solo nei film di fantascienza» disse sorridendo Jack. «E poi, ammesso che si riesca a far arrivare su Kodon vettori di quel tipo, rischieremmo di frantumare il satellite in mille pezzi, provocando così una micidiale pioggia di meteoriti. Quella sì che sarebbe la fine di tutto.»
«Scusate» disse allora Elisa rivolgendosi ai due alieni. «Ma prima non ci avevate detto che, in cambio della nostra “preziosissima” plastica, ci avreste aiutato a risolvere questa assurda situazione? Spero abbiate davvero qualche bella idea per darci una mano, sennò siamo fritti.»
Petri, che fino ad allora era rimasto silenziosamente in disparte, sorrise lievemente e fece un passo in direzione dello scenario tridimensionale rappresentato in mezzo alla plancia. Con un rapido movimento della mano destra fece apparire una specie di ciambella argentea. La puntò con l'indice e la spostò fino a portarla esattamente fra la Terra e Kodon, poi disse «Questa potrebbe essere la soluzione.»