Respiro a fondo, cercando di limitare la mia irritazione. «Siccome tu sei così impressionato dalle mie credenziali, dovresti credermi quando ti dico che nessuno può contare le carte con otto mazzi.» Non ho idea se sia vero o meno, ma so che i casinò hanno cercato di aumentare le probabilità di vincita del banco da un sacco di tempo, ormai, e otto mazzi sono troppe carte perché le possa contare perfino un prodigio matematico.
Come se avesse letto la mia mente, Muscolo dice: «Beh, anche se non puoi farlo da solo, potresti farcela con dei complici.»
Complici? Da dove hanno tirato fuori l'idea che io ne abbia?
In risposta alla mia espressione perplessa, Nick preme di nuovo un tasto del telecomando e vedo una nuova registrazione, questa volta relativa alla ragazza mentre vince al tavolo del Black Jack, e poi fare lo stesso nei vari tavoli da poker. Vincendo una cifra incredibile, a essere precisi.
«Un'altra anomalia statistica,» dice Nick, guardandomi attentamente. «Una tua amica?» Deve aver lavorato come investigatore prima del suo impiego qui, dato che non è affatto male con l'interrogatorio. Immagino che inseguire la ragazza per il casinò abbia attirato parecchia attenzione, anche se la mia reazione non era dovuta al motivo che lui pensa.
«No,» dico, sinceramente. «Non l'ho mai vista prima in vita mia.»
Il viso di Nick si tende in preda alla rabbia. «Avete giocato allo stesso tavolo da poker,» dice, con un volume crescente a ogni parola. «Poi cominciate entrambi a correre via proprio quando stavamo venendo da voi. Immagino che sia solo una coincidenza, eh? Avete qualcuno di infiltrato? Chi altri c'è?» Adesso ha cominciato proprio a urlare, facendo volare saliva da tutte le parti.
Questo terzo grado feroce è troppo per me, ed effettuo la transizione nella Quiete per darmi qualche momento per pensare.
Contrariamente a ciò che crede Nick, la ragazza e io non siamo complici. È ovvio però che lei era qui per fare la stessa cosa che stavo facendo io, considerando la registrazione che mostra come stesse vincendo a un tavolo dopo l'altro. Questo significa che non ho avuto le allucinazioni e in qualche modo lei si trovava davvero nella Quiete. Può fare ciò che faccio io. Il mio cuore batte più rapido per l'eccitazione, mentre mi rendo conto che non sono l'unico, che questa ragazza è come me, e ciò significa che la devo trovare.
Per puro impulso, mi avvicino al tavolo e prendo la cartellina più grossa che trovo, ed è lì che vinco il jackpot più consistente della serata.
A guardarmi dal primo foglio della risma, c'è la sua foto. Il suo vero nome, secondo quel documento, è Mira Tsiolkovsky e vive a Brooklyn, a New York.
La sua età mi sconvolge. Ha solo diciotto anni, mentre io pensavo che sarebbe stata sui venticinque, cosa che l'avrebbe fatta convenientemente rientrare nella fascia d'età delle ragazze con cui mi piacerebbe uscire. Mentre continuo a scorrere le informazioni che hanno recuperato su di lei, trovo il perché io mi sia ingannato circa la sua età, visto che cerca intenzionalmente di apparire più vecchia così da poter entrare nei casinò. La cartellina elenca una manciata di sue identità fittizie, che sono tutte bandite dai casinò. Tutte tra i ventuno e i venticinque anni.
Secondo le informazioni, Mira bara in modo professionale. Una sezione di quei documenti descrive in maniera dettagliata il suo coinvolgimento nel barare, sia nei casinò che nel gioco d'azzardo clandestino, in posti che sembrano piuttosto spaventosi e con dei legami con il crimine organizzato.
Sembra che sia del tutto imprudente e senza paura, mentre io non lo sono affatto. Uso la mia strana abilità per fare soldi nella finanza, in modo molto più sicuro rispetto a quello che fa Mira. Senza contare che ottenere quel tipo di guadagno tramite canali del tutto legali rende il barare nei casinò più svantaggioso, soprattutto dopo quello che sto imparando oggi. A quanto pare, i casinò non restano a guardare senza fare nulla mentre tu prendi i loro soldi, ma cominciano a indagare su di te, se pensano che tu li stia imbrogliando, e ti bandiscono se sei troppo fortunato. Sembra ingiusto, ma immagino che nell'ambito degli affari abbia senso.
Riportando l'attenzione sulla cartellina, trovo poche informazioni personali al di là del suo nome e del suo indirizzo: solo altri casinò, giochi d'azzardo e il capitale che ha vinto sotto le sue diverse identità, oltre a delle foto. È brava a cambiare aspetto, tutte le immagini mostrano giovani donne che appaiono molto diverse l'una dall'altra. Notevole.
Dopo aver memorizzato più informazioni possibili su Mira, raggiungo Nick e gli prendo dalle mani la cartellina su di me.
Sono sollevato nel vedere che non c'è molto. Hanno il mio nome e l'indirizzo, che devono aver recuperato dalla carta di credito con cui ho pagato i miei drink. Sanno che lavoro in una società che si occupa di speculazioni finanziarie e che non ho mai avuto problemi con la legge, tutte informazioni che si possono trovare facilmente su internet. Stessa cosa per Harvard e per le mie conquiste. Probabilmente hanno fatto una semplice ricerca su Google dopo aver saputo il mio nome.
Leggere il file su di me mi fa sentire meglio. Non hanno sospetti nei miei confronti, o qualcosa del genere, probabilmente mi hanno solo visto vincere troppo e hanno deciso di stroncare tutto sul nascere. La cosa migliore da fare, a questo punto, è cercare di placarli, così da poter andare a casa e metabolizzare tutto. Non ho più alcun bisogno di fare ricerche nell'hotel, visto che adesso ho abbastanza informazioni riguardo a Mira, e il mio amico Bert può aiutarmi a trovare i tasselli mancanti del puzzle.
Una volta presa la decisione, torno dal me stesso congelato. La mia faccia sembra spaventata, ma adesso non provo più paura, perché ho un piano.
Respirando a fondo, tocco la mia fronte ed esco dalla Quiete.
Nick sta ancora urlando contro di me, così gli dico educatamente: «Signore, mi dispiace, ma non so di cosa o di chi lei stia parlando. Sono stato fortunato, sì, ma non ho barato.» La mia voce trema sulle ultime sillabe, e forse sto esagerando, ma voglio risultare convincente come giovane uomo spaventato. «Sono più che disposto a lasciare qui i soldi che ho vinto e a non tornare mai più in questo casinò.»
«Certo che lasci giù i soldi e non tornerai mai più in questa città,» mi corregge Muscolo.
«Bene, non ci tornerò. Ero qui solo per divertirmi,» dico con voce più sicura, ma ancora rispettosa, come se fossi del tutto schiacciato dalla loro autorità. «Ho appena compiuto ventun anni ed è il weekend del Labor Day, così sono venuto a giocare per la prima volta,» aggiungo. Questo dovrebbe fornire un'aria di sincerità, visto che è vero. «Mi occupo di speculazioni finanziarie, non ho bisogno di barare per far soldi.»
Nick sbuffa. «Ma fammi il piacere. Ragazzi come te barano perché amano l'eccitazione di essere più intelligenti di tutti gli altri.»
Malgrado il suo ovvio disprezzo nei miei confronti, non rispondo. Ogni replica a cui penso nella mia testa suona ironica, così preferisco continuare a umiliarmi, dicendo che non so nulla e diventando sempre più educato. Quando continuano a chiedermi di Mira e di come baro, io mi limito a negare tutto. La conversazione diventa sempre più ripetitiva e ormai posso vedere che sono stanchi della cosa quanto me, o forse perfino di più.
Notando un'apertura, vado con il colpo di grazia. «Ho bisogno di sapere quanto a lungo sarò trattenuto, signore,» dico a Nick, «così da avvertire la mia famiglia.»
Ho accennato apposta al fatto che ci sono delle persone che si chiederanno dove sono se non mi faccio vivo presto, e il mio utilizzo della parola 'trattenuto' dovrebbe ricordare la legalità della loro posizione o, più probabilmente, la mancanza di essa.
Accigliandosi, anche se in apparenza non sembra propenso ad arrendersi, Nick dice testardamente: «Puoi andartene non appena ci dici qualcosa di utile.» Non c'è molta convinzione nella sua voce, però, e posso dire che la mia domanda è andata a segno. A questo punto sta solamente cercando di salvare la faccia.
Continuando ostinatamente l'interrogatorio, mi pone per l'ennesima volta le stesse domande, a cui do sempre le solite risposte. Dopo un paio di minuti, Muscolo gli tocca la spalla e si scambiano un'occhiata.
«Aspetta qui,» dice Muscolo. Se ne vanno, probabilmente per avere un rapido consulto lontano dalle mie orecchie.
Mi piacerebbe ascoltare, ma purtroppo non è possibile con la Quiete. Beh, non è del tutto vero, perché se imparassi a leggere le labbra ed effettuassi la transizione molto rapidamente, potrei probabilmente mettere assieme i pezzi della conversazione guardando di volta in volta le loro facce congelate, ma sarebbe un processo lungo e noioso. In più, non ho bisogno di fare tutto ciò, mi basta usare la logica per immaginare cosa si stanno dicendo. Immagino sia una cosa del tipo: «Il ragazzo è troppo intelligente per noi; dovremmo lasciarlo andare, passare a prendere delle ciambelle e fermarci in uno strip club.»
Quando tornano, dopo pochi minuti, Muscolo mi dice: «Ti lasciamo andare, ma non vogliamo mai più vedere te o la tua fidanzata qui dentro.» Mi rendo conto benissimo che Nick non è affatto felice di dover abbandonare l'interrogatorio senza ricevere le risposte che voleva, ma non dice una parola.
Da parte mia, reprimo un respiro di sollievo. Ero quasi arrivato a pensare che mi avrebbero picchiato un po', o qualcosa del genere. Sarebbe stato brutto, ma non del tutto inaspettato e nemmeno davvero immeritato, poiché in effetti ho barato. Solo che loro non ne hanno alcuna prova, e probabilmente pensano che io sia abbastanza intelligente da dare dei problemi a livello legale, soprattutto considerando la mia laurea in legge.
Naturalmente è anche possibile che sappiano più cose su di me rispetto a quelle che ci sono nel file, magari hanno perfino trovato qualche informazione sulle mie mamme. Oh, già, ve l'ho detto che ho due mamme? Beh, le ho. Credetemi, so quanto la cosa suoni strana e, prima che vi venga la tentazione, non voglio sentire alcuna battuta al riguardo, ne ho ricevute già a sufficienza a scuola. Anche al college la gente a volte diceva stronzate, cosa di cui ho sempre fatto in modo che si pentissero.
In ogni caso, Lucy, che sarebbe la mia mamma adottiva, ma questo non le impedisce di essere la mamma più grandiosa di sempre, è una detective tostissima. Se questi due idioti osassero sfiorarmi anche solo con un dito, probabilmente li rintraccerebbe e li riempirebbe personalmente di botte con una mazza da baseball. Ha anche una squadra ai suoi ordini che potrebbe voler partecipare al pestaggio. E Sara, la mia mamma biologica, di solito è piuttosto pacifista, ma in questo caso niente la fermerebbe.
Nick e Muscolo restano in silenzio mentre mi portano fuori dal loro ufficio e attraverso il casinò, fino ad arrivare nell'area dove si aspettano i taxi, all'esterno.
«Se ti fai di nuovo vedere qui,» dice Nick, mentre salgo in un taxi vuoto, «ti rompo qualcosa. E lo farò personalmente.»
Annuisco e chiudo rapidamente la porta. Tutto ciò che doveva fare era semplicemente chiedermelo con gentilezza, anche perché, pensandoci a posteriori, Atlantic City non è nemmeno stata così divertente.
Sono convinto che non ci tornerò più.