Capitolo 1

1160 Mots
CAPITOLO UNO “Nero” sussurro ad alta voce. Divincolandomi dal suo abbraccio, lo scuoto. “Svegliati.” Apre gli occhi di colpo, poi restringe il campo sul mio viso, scattando in posizione seduta. Dev’essersi accorto del mio panico. “Hai avuto un altro incubo?” chiede. Rimango sorpresa, distraendomi per un attimo. “Un altro incubo? E quando ho avuto il primo?” “Non ti ricordi?” Sollevando la mano, mi massaggia dietro la testa, come se fossi un gatto. “Emettevi piagnucolii e piccole grida nel cuore della notte. Mi hai svegliato due volte.” Sul serio, incubi? Come mai non me li ricordo? E se avessi sognato l’imminente apocalisse prima della visione ad occhi aperti? Ma no. Le visioni basate sui sogni erano sparite, quando avevo raggiunto il controllo cosciente. Devono essere incubi banali... e probabilmente, impallidiscono rispetto alla sinistra realtà. Nero abbassa la mano. “Che cosa c’è che non va allora?” Inspiro, soffocando l’impulso di rimettergli la mano dov’era prima. “Ho appena avuto due visioni da incubo.” “Visioni?” Si acciglia. “Quali visioni?” Prendo un altro respiro, e snocciolo che Tartaro, il potentissimo Conoscente in grado di cibarsi di mondi interi, sta per venire sulla Terra per un buffet all you can eat. “Ho visto entrambi i miei genitori simili ad involucri rinsecchiti” dico con il mento tremante. “Tutte le persone che io e te abbiamo mai conosciuto moriranno.” Nero mi fissa, poi allunga le braccia e mi attira contro il suo forte petto, con le braccia che mi cingono saldamente. Il suo tocco, sebbene rilassante, non mi calma... soprattutto quando mi rendo conto che non ha nulla da commentare dopo la mia storia. Speravo in una risposta come “corriamo sulla Terra e salviamo tutti in questo preciso istante”. Accarezzandomi la schiena, mi dà un bacio sulla tempia. “Sicura che non fosse un incubo?” mormora, continuando ad accarezzarmi, come se fossi un cincillà. Mi allontano di scatto. “Certo che sono sicura.” Mi studia, poi annuisce. “Okay. Date le circostanze, dovevo chiedertelo.” “Ero sveglissima e del tutto sobria” dico a denti stretti. “E sono state due visioni di fila. Sono sicura che questo Armageddon sia vero.” Balzando in piedi, afferro i miei vestiti e li infilo furiosamente, poi caccio la spada al plasma dietro i pantaloni. “Mi sembra giusto.” Nero si alza, indifferente alla propria nudità. Non che abbia dei vestiti: era volato qui sotto forma di drago. Avanzando verso di me, dice: “Voglio che mi racconti esattamente cos’è successo dopo che ho lasciato la Terra. Nello specifico, come sei diventata una vampira. L’avevi accennato al castello, ma voglio...” “Che cosa?” Le mie narici si dilatano. “Ti dico che la Terra sta per essere distrutta, e vuoi che ti racconti una storia dell’orrore?” La sua mascella si contrae. “Devo considerare tutte le variabili.” “E io devo sapere qual è il nostro piano d’azione” ribatto, pungente. “Allora fammi arrivare al punto.” Nero si china più vicino. “Non ti sembra ambiguo che Tartaro si faccia vivo così presto dopo Lilith e Nostradamus... due persone ossessionate da lui?” Lo fisso. “Non ho avuto la possibilità di pensarci.” Nero solleva le sopracciglia, aspettando con calma, e cedo con un sospiro. Gli racconto tutto, a partire da come i chort hanno attaccato Felix, al modo in cui avrebbero ucciso mamma e papà, se non mi fossi intromessa spontaneamente. Arrivata al punto in cui mi hanno torturata, l’espressione di Nero diventa talmente spaventosa, da darmi l’impressione che i chort siano fortunati ad essere già morti. Poi gli racconto dei ricordi di Nostradamus e della sua ricerca per vendicare la propria famiglia, sterminata da Tartaro... e di come lui aveva profetizzato a Lilith che Tartaro avrebbe rappresentato la condanna di quest’ultima. “Poi Felix ha usato il suo potere per fornirmi le conversazioni telefoniche di Lilith, così ho scoperto della montatura” spiego verso la fine. “È stata lei ad aizzarmi contro i chort, e come risultato, sono una vampira. Ora possiamo agire? Dobbiamo...” “Rifletti prima di ‘agire’” dice Nero, e passando al russo aggiunge: “Misura sette volte, taglia una volta sola.” “Sempre che rimanga qualcosa da tagliare dopo tutte le misurazioni” brontolo, riconoscendo il proverbio grazie a uno dei libri di testo studiati di recente. “Vuoi essere intraprendente? Perché non chiedi ai tuoi poteri di veggente che cosa bisogna fare.” “Perché non cosa?” Lo guardo a bocca aperta. “Quando consulto i veggenti, spiego loro il mio obiettivo, poi guardano nel futuro per trovare uno svolgimento dell’azione che possa favorire l’obiettivo in questione.” “Oh.” Mi mordo un labbro. “Non ho mai provato un sistema così diretto.” “Fallo adesso” ordina Nero, con lo sguardo che gli cade sulle mie labbra. “Bene.” Chiudo gli occhi, e faccio del mio meglio per calmarmi abbastanza, da balzare nello Spazio Mentale. Mi occorre qualche secondo per raggiungere la concentrazione necessaria, ma subito dopo mi ritrovo a fluttuare, circondata dalle forme delle visioni. Forme che non sembrano interessanti, poiché la melodia che emanano mi ricorda la musica d’ambiente. È impossibile che queste blande visioni abbiano a che fare con Tartaro. Se dovessi tirare a indovinare, probabilmente prevedono che Fluffster parlerà della nostra spesa annuale per la carta igienica, o che Felix ciancerà del motivo per cui adora il suo algoritmo del computer preferito. Ma se non è di questo che ho bisogno, come eseguo ciò che ha suggerito Nero? Come ‘dico’ ai miei poteri che voglio avere la visione di qualcosa che impedisca l’arrivo di Tartaro sulla Terra? Beh, dato che tutto il resto nello Spazio Mentale coinvolge spesso l’essenza dei concetti e delle persone, perché non provarci? In qualche modo. Fluttuo lì, e faccio del mio meglio per arrivare all’essenza del problema. Incanalo l’afflizione che ho provato nel vedere gli involucri vuoti dei miei genitori. Per sicurezza, aggiungo anche il fastidio nei confronti di Nero, per non essere passato subito all’azione, e la mia soggezione per l’enormità di questo compito. Anche se non so bene cosa stia facendo, sembra funzionare. Nuove forme si manifestano intorno a me, tanto inquietanti quanto le altre erano noiose. Dalla musica che emanano, mi chiedo se stia per vedere un futuro in cui scuoio personalmente ogni gattino peloso sulla Terra, in un rituale per scacciare Tartaro. O preparo una zuppa di Fluffster e Lucifera. Lascia fare al destino, e una cosa positiva (come fermare l’apocalisse) diventerà negativa. Tremando in senso metaforico, fluttuo per un po’, non sapendo bene se osare toccare le forme in questione. Beh, non si può evitare. Devo sapere. Raccogliendo il coraggio, mi allungo verso la forma più vicina, e mi preparo al peggio.
Lecture gratuite pour les nouveaux utilisateurs
Scanner pour télécharger l’application
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Écrivain
  • chap_listCatalogue
  • likeAJOUTER