Le mie prigioniAggiornato il Mar 30, 2020, 19:46
"Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov"ella sta, e parlo d"altro. Alle nove della sera di quel povero venerdì, l"attuario mi consegnò al custode, e questi, condottomi nella stanza a me destinata, si fece da me rimettere con gentile invito, per restituirmeli a tempo debito, orologio, denaro, e ogni altra cosa ch"io avessi in tasca, e m"augurò rispettosamente la buona notte." Tratto da "Le mie prigioni".
L"autore
Silvio Pellico (Saluzzo, 25 giugno 1789 - Torino, 31 gennaio 1854) è stato un patriota anti-austroungarico, poeta e scrittore italiano. Fu arrestato con l"accusa di carboneria e imprigionato per dieci lunghi e tribolati anni nel carcere dello Spielberg (dal 1820 al 1830), famosa e temuta fortezza situata nella città di Brno, nell"odierna Repubblica Ceca. L"esperienza drammatica della detenzione lo segnò profondamente e ispirò la stesura del racconto-memoriale "Le mie prigioni" (1832), un"opera che fu apprezzata in tutta Europa per l"onestà intellettuale con cui l"autore giudicò i suoi stessi carcerieri e per i sentimenti di patriottismo che riuscì a suscitare nei cuori degli oppressi.