CAPITOLO I Il soprannome: modo di formare i cognomi Mario, a quell’epoca, era un bel giovanotto di media statura, coi folti capelli nerissimi, la fronte alta e intelligente, le nari aperte e frementi, schietto e calmo con un non so che su tutto il volto, altero, pensoso ed innocente. Il suo profilo, dalle linee arrotondate, senz’essere per questo meno marcate, aveva quella dolcezza germanica penetrate nella fisionomia francese attraverso l’Alsazia e la Lorena, e quell’assenza completa d’angoli, che rendeva i sicambri tanto riconoscibili fra i romani e distingue la razza leonina dall’aquilina. Egli era in quella stagione della vita in cui lo spirito degli uomini che pensano si compone, quasi in uguali proporzioni, di profondità e d’ingenuità; in una situazione grave, aveva tutto quel ch

