L'INSEGNANTE SCOMPARSO

2066 Parole
Scuola Superiore di Milano Lucia era la fonte principale delle notizie riguardanti vite passate e reincarnazioni. A dire il vero, se non fosse stato per lei, con il rigido sistema di controllo della Scuola Superiore di Milano, gli studenti avrebbero probabilmente scoperto queste notizie sensazionali solo durante le vacanze invernali. Gli esami di ammissione alla loro università sono estremamente competitivi. Fin dal primo anno, a parte alcuni pendolari, tutti gli studenti sono obbligati a vivere nel campus. L'unico momento di respiro è il sabato pomeriggio, mentre per il resto del tempo sono occupati con lezioni o simulazioni d'esame. I genitori e gli insegnanti controllano tutto da vicino. Non si parla nemmeno di pause tra le lezioni o durante il riposo pomeridiano; i genitori sperano addirittura che gli studenti del terzo anno vengano "perseguitati" nei loro sogni da lezioni di italiano, matematica e lingue straniere. Divertimento? Non se ne parla. I genitori ripetono che è meglio soffrire un po' ora piuttosto che soffrire per tutta la vita. Gli adulti hanno le loro ragioni, ma gli studenti non sono macchine, e hanno bisogno di trovare un modo per respirare. Con tutta questa pressione, alcuni studenti hanno iniziato a indossare braccialetti da preghiera, mentre altri si divertono giocando con pietre raccolte nei giardini della scuola. C'è anche un gruppo di studenti che, invece di restare in silenzio, trovano conforto nelle storie horror più violente e cruente. Paradossalmente, trame così distruttive per l'umanità aiutano a scaricare la tensione. Tuttavia, anche i romanzi sono proibiti a scuola. In questo contesto, Lucia ha deciso di fare soldi, sfruttando il silenzio e la follia. Era una delle poche studentesse pendolari del terzo anno. All'inizio, ha convinto sua madre a comprarle una stampante, con la scusa di dover stampare errori e materiale di studio, usando i soldi del Capodanno. Ogni sera, con la scusa di correggere errori, ha iniziato a stampare. Sua madre, una donna di mezza età con poca istruzione, non capiva molto di queste cose e la lasciava fare. Notizie di intrattenimento, crimini spaventosi, barzellette e i principali avvenimenti scolastici: quattro sezioni, quattro fogli A4 con contenuti accuratamente selezionati, stampati e portati a scuola per essere venduti. Quattro euro a copia. All'inizio, Lucia non aveva intenzione di guadagnare soldi. Era solo un piccolo business per coprire i costi. Ma si è scoperto che aveva un talento incredibile nel raccogliere informazioni, e i suoi compagni, sotto una pressione enorme, avevano davvero bisogno di un modo per rilassarsi. Prima la sua classe, poi quella accanto, e poi anche le classi dei piani superiori e inferiori: tutti compravano da lei. In un mese riusciva a guadagnare più di mille euro, mentre la stampante era costata solo quattrocento. Per una studentessa delle superiori, questo era come raggiungere la libertà finanziaria! Lucia ha continuato a trattare questa attività come un vero e proprio business, ricevendo costantemente complimenti dai suoi compagni, al punto che la chiamavano quasi "grande editrice." Le notizie online su "vite passate e reincarnazioni" erano così intriganti, e l'immagine del killer, che assomigliava tanto al loro insegnante di classe, aveva generato così tanto dibattito da entrare automaticamente tra le principali notizie del giorno. Questa volta, il giornalino fatto in casa ha portato un'enorme eccitazione nella classe 5 del terzo anno. "Non sembra proprio il nostro insegnante di classe?" "Guarda, il nostro insegnante è diventato un serial killer pazzo!" disse ridendo la ragazza del primo banco, aprendo il giornale. Un gruppo di studenti si radunò intorno. "È davvero identico!" "Anche il neo è uguale." "Devono aver disegnato l'immagine basandosi sul nostro insegnante, no?" "Il nostro insegnante ha fatto carriera, diventando segretamente un serial killer!" "Se il nostro insegnante fosse pazzo, ahah, chi sarebbe il primo a morire nella nostra classe?" Il docente della classe 5 del terzo anno è il professor Rossi, l'insegnante di italiano. Ha circa cinquant'anni ed è un uomo di mezza età dall'aspetto comune, ma non il classico uomo di mezza età arrogante o distante. Al contrario, è una persona che affronta la vita con una sorprendente tranquillità. La Scuola Superiore di Milano è estremamente competitiva: ogni mattina ci sono cinque lezioni, e l'ultima termina alle 12:20. Il palazzo del terzo anno è lontano dalla mensa, e quando suona la campanella sembra che una folla di zombie si riversi per la città, correndo a perdifiato per raggiungere il pranzo. Il professor Rossi tiene l'ultima lezione della mattinata e ogni volta la conclude con dieci minuti di anticipo per dare agli studenti il tempo di arrivare in mensa senza affannarsi. Una delle sue frasi più celebri è: "I ragazzi devono mangiare bene per avere energia per studiare, e riposare bene per mantenere la concentrazione." Quando uno studente commetteva un errore, a meno che non fosse una grave infrazione – come saltare le lezioni per comprare spiedini fritti o scappare durante gli esercizi ginnici – non convocava mai i genitori. Diceva semplicemente che "la gestione scolastica ha delle falle, e se l'autorità opprime troppo, il popolo deve ribellarsi." Lucia non faceva parte di questa classe all'inizio. Era una delle migliori studentesse della sezione d'élite, ma dopo che i suoi voti erano crollati a causa di una storia d'amore, fu espulsa dalla classe avanzata. Nessun altro insegnante voleva accoglierla, ma fu proprio il professor Rossi a farsi avanti e offrirle un posto. Con un insegnante del genere, gli studenti della classe 5 nutrivano un grande affetto per lui. Ed è proprio per questo che tutti hanno trovato divertente il contrasto con l'immagine e non hanno potuto fare a meno di scherzarci sopra. Nessuno credeva davvero che la persona nello schizzo fosse il loro insegnante; pensavano fosse solo una strana coincidenza. In fondo, ci sono tante persone che si somigliano nel mondo. All'estero, esistono persino individui senza legami di sangue che sembrano gemelli. Durante la lettura mattutina di italiano, uno studente scattò una foto al professore di nascosto con il suo cellulare e la caricò online con un titolo ironico: — "Il nostro insegnante di classe che assomiglia a un serial killer psicopatico." Tutti risero e non ci fecero troppo caso. Quella mattina, durante la quinta lezione, alcuni studenti stavano leggendo il giornale autoprodotto da Lucia. Di solito era difficile essere scoperti. Ma quella mattina fu diverso. Chi avrebbe mai immaginato di trattenere il respiro leggendo un libro di testo di italiano? Un libro di testo può davvero sembrare così spaventoso? Il professor Rossi notò che molti studenti sembravano distratti e, cogliendo l'occasione, decise di risvegliare la classe sorprendendo una studentessa che stava leggendo di nascosto un libro extra scolastico, chiamandola ad alta voce. Spesso usava questo trucco per ravvivare l'atmosfera in aula. "Cosa stai leggendo di così interessante da farti sembrare terrorizzata? Leggi ad alta voce per tutti noi." La ragazza non aveva paura del professore; dopotutto, non era la prima volta che veniva scoperta. Si alzò e iniziò a leggere: "Giaccio nell'oscurità, un suono stridulo e penetrante mi rimbomba nelle orecchie senza sosta. Vorrei tappare le orecchie, ma non ci riesco. Lui sta per tornare, di nuovo." Il professor Rossi sorrise: "State leggendo un romanzo dell'orrore, vero?" "Continuava a chiedermi se avrei fatto ancora rumore, se avrei urlato ancora. Volevo dirgli che non l'avrei più fatto, che sarei stata buona, che avrei obbedito, ma la mia lingua... la mia lingua era stata tagliata da lui..." "Quella persona ha iniziato a versarmi in bocca qualcosa di disgustoso e puzzolente..." A quel punto, nessuno sembrava più assonnato. "Basta, smettila di leggere," disse una voce improvvisa dal podio, accompagnata da un forte colpo della mano sul tavolo. Il rumore fu così forte che tutti, abituati a ridere e scherzare, si spaventarono e si voltarono immediatamente verso l'insegnante. Era la prima volta che gli studenti vedevano il professor Rossi con un'espressione così severa. Il suo volto, di solito tranquillo e gentile, era diventato cupo, e quelle rughe che solitamente ispiravano serenità, ora sembravano taglienti come lame. La studentessa che leggeva non si accorse del cambiamento, forse perché il professor Rossi era sempre stato un uomo pacato. Continuò: "Professore, è solo una storia su un caso di omicidi seriali chiamato 'Il Palloncino Rosso', l'ho trovata online." Le linee dure sul volto del professor Rossi si distesero lentamente, e lui disse con un tono più calmo: "Siediti." Si avvicinò alla cattedra, prese le poche pagine che la ragazza stava leggendo e aggiunse: "Continuate la lettura mattutina." Lucia si girò e notò che la mano del professore, quella che teneva quelle sottili pagine, tremava leggermente. Fu solo un piccolo episodio. Tornata a casa, Lucia raccontò tutto a sua madre. Sua madre, di nome Elena, era una donna robusta di mezza età. Anni prima, si era separata dal marito e dal figlio e aveva aperto un panificio nel loro paesino. Lei e Lucia si comunicavano principalmente tramite telefono, e si vedevano solo durante le festività. Quest'anno, Lucia era stata ammessa alla Scuola Superiore di Milano grazie ai suoi eccellenti voti, entrando inizialmente nella classe sperimentale. Tuttavia, dopo essersi innamorata, i suoi risultati scolastici erano crollati drasticamente. Sua madre era venuta dal paesino per prendersi cura di lei, continuando comunque a vendere pane. Si svegliava ogni giorno alle due del mattino per prepararli, li cuoceva e poi li caricava su un triciclo per venderli davanti alla scuola. Nonostante vivessero insieme, le due donne sedevano spesso a tavola una di fronte all'altra come due estranee, senza mostrare troppa intimità. Lucia non vedeva sua madre da quando aveva sei anni. Mezzo anno prima, sua madre era tornata a prenderla. Due estranee costrette a vivere insieme, cercando di recitare i ruoli di madre affettuosa e figlia obbediente. All'inizio la situazione era piuttosto imbarazzante, ma col tempo avevano imparato a convivere. Lucia raccontava sempre quello che succedeva a scuola durante i pasti. "Oggi, quando il nostro insegnante ha sentito quel racconto, ha fatto una faccia terribile," disse Lucia senza entrare nei dettagli. "E quando ha preso il giornale, la sua mano tremava." Sua madre rimase silenziosa per qualche momento, immersa nei suoi pensieri. Il giorno successivo, la vita da terzo anno di liceo riprese normalmente. L'unica novità era che la compagna di banco di Lucia, a cui era stato confiscato il giornale, aveva portato una grossa pietra, grande quanto un uovo di struzzo, trovata in un'aiuola per giocarci. "La pressione aumenta, ho bisogno di una pietra più grande per rilassarmi," disse la compagna con un tono convinto. Al terzo anno, come si può non impazzire? Le modalità di gestione dello stress diventavano sempre più strane. Anche Lucia prese la pietra tra le mani, ma non provò alcun sollievo. La sua compagna, vedendo che non capiva, le spiegò: "Guarda questa superficie ruvida. Immagina di levigarla fino a farla diventare liscia come un uovo di struzzo. Che soddisfazione! Molto più facile che superare gli esami!" Questo tipo di attività semplice e meccanica, che non richiedeva sforzo mentale, risultava sorprendentemente rilassante. "Dove l'hai trovata?" chiese Lucia. "Nell'aiuola." "Anch'io ne voglio una," rispose Lucia, che stava attraversando un periodo di grande stress. "Calma, ora la scuola sta facendo controlli rigorosi sugli studenti che rubano pietre dalle aiuole. Dobbiamo pianificare tutto." Così, due compagni di classe distrassero la guardia di sicurezza, uno teneva d'occhio la situazione, mentre Lucia si incaricava di rubare una pietra dall'aiuola. A Lucia bastava una pietra grande quanto un uovo. Alla fine, con la guardia alle calcagna, Lucia riuscì a tornare indietro con la sua pietra. Corse davanti mentre la guardia la inseguiva. I compagni al secondo piano urlavano "Forza!" ridacchiando. La situazione era assurda e adrenalinica allo stesso tempo. Effettivamente, tutto ciò le aveva alleviato lo stress. Il giorno dopo, il professor Rossi era tornato a essere il solito insegnante gentile. Vedendo gli strani comportamenti degli studenti, li prese in giro: "State solo attenti a non farvi male." Anche altre persone nella scuola avevano sentito parlare della somiglianza tra il professore e il serial killer. Molti scherzavano con lui. "Professore Rossi, nella vita privata è inquietante, vero?" "Se la metti così, vieni nel mio ufficio, ne parliamo in privato?" Così, la somiglianza tra il professor Rossi e il presunto serial killer divenne un argomento leggero per scherzare. Anche se erano solo battute, nessuno credeva davvero che una persona così gentile potesse essere un assassino. Tre giorni dopo, appena arrivata a scuola, Lucia non aveva neanche avuto il tempo di tirare fuori il giornale del giorno che fu trascinata via da una compagna di classe. "Il professore è scomparso!"
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