XVII. In mare— Cosa vuoi dire? — chiese Stellara. — Aspetta e vedrai, — rispose Tanar, e tirando fuori il suo coltello si chinò e girò Bulf sulla schiena. Poi, con la lama affilata come un rasoio, cominciò a tagliare la barba nera e folta del Korsar morto, mentre Stellara guardava stupita. Stendendo il copricapo di Bulf sul pavimento, Tanar vi depositò i capelli che aveva tagliato dal viso dell’uomo, e quando ebbe completato il suo raccapricciante sforzo tonsoriale, piegò i capelli nel fazzoletto e, alzandosi, fece cenno a Stellara di seguirlo. Andando verso la porta che conduceva al tunnel attraverso il quale era fuggito dalla prigione, Tanar la aprì e, spalmandosi le dita con la pece che trasudava dalle assi all’interno della porta, se ne spalmò un po’ sul lato del viso e poi si rivol

