Mentre si avvicinava al cancello, non si affrettò né si attardò, ma mantenne un’andatura costante e un contegno indifferente. Alcuni entravano e altri uscivano e siccome i primi venivano naturalmente controllati molto più da vicino dalle guardie rispetto ai secondi, Tanar si trovò presto in una strada Korsar fuori dal palazzo del Cid. Davanti a lui c’erano le solite immagini ormai familiari – la strada stretta e polverosa, i piccoli negozi aperti o bazar sul lato opposto, i Korsar spavaldi nei loro brillanti abiti e gli schiavi che portavano grandi fardelli da una parte all’altra – carichi di frutta e il bottino della caccia che arrivavano dalla campagna, mentre balle di pelli conciate, sale e altre merci, richieste dai gusti semplici degli aborigeni, venivano portate fuori dalla città ve

