Dopo un primo momento di stordimento, Marco non si trattenne oltre e la strinse, sollevò lembi di stoffa, graffiò la sua carne, scivolò con le mani sul corpo bianco e morbido che gli apparteneva premendo con le dita, sfiorò quelle forme calde, le labbra dischiuse erano avide di lei. Evitò di guardarla negli occhi per paura di farsi stregare ed entrare nel suo strano universo. Le scostò i capelli, cercò la bocca fremente e la sentì fare resistenza, lo sguardo di Simonetta era altrove, il seno non palpitava, le mani erano fredde e immobili. Non lo amava. Un urlo lo scosse. Maledetta! La afferrò per i capelli e la possedette con tutta la rabbia che gli si agitava dentro, quasi le strappò i vestiti di dosso, la prese in piedi contro il muro tappandole la bocca perché non gridasse e sfogando i

