“Tempo al tempo, Marco, tempo al tempo.” Piero Vespucci non aveva mai dimenticato la lettera che aveva sottratto al duca di Calabria, su quella pergamena vi era la profezia che tutti avevano ignorato. Aveva saputo aspettare che i nemici dei Medici si riunissero, ognuno con motivi e interessi diversi, per impedire la spudorata egemonia di potere che i signori di Firenze ostentavano. Consegnò la lettera insanguinata alla famiglia Pazzi e si mise, insieme al figlio, al loro servizio nonostante i terribili rischi che potevano esserci nel togliere la corona a un re, poiché Lorenzo era visto come tale. Il Magnifico richiamò all’ordine e alla realtà il fratello facendo in modo di tenerlo impegnato nell’amministrazione della città, lo coinvolse in parate di caccia, nei banchetti di corte, nei sa

