Capitolo diciannovesimo I Piombai nel letto come un elefante anestetizzato. Da verace cow boy della Bassa non mi tolsi neppure gli stivali. Dormii con i miei inseparabili amici di pitone. Quella notte non feci alcun sogno, o perlomeno niente di significativo o seriale. Svolazzavo qua e là, come l’ape Maia lungo vallate e campagne. La notturna scampagnata durò fino al canto del gallo. I vicini possedevano un pennuto che si svegliava alle cinque in punto. Meditai di impugnare la pistola e sparargli. Risparmiai a mio padre una bega col vicinato. Gli animali da cortile li apprezzavo soltanto in padella. Restai inchiodato al materasso fino alle nove della mattina. Dopo una lunga doccia, annessi e connessi, tornai a prendere vita. Mi sentivo come uno dei morti del Gorini; pietrificato forse, m

