Capitolo ventesimo “Gorini convisse con dei soli morti per mesi di seguito. Lavorava di notte – dormiva di giorno. E sull’alba ritornandosene egli a casa dal laboratorio, allorché incontrava qualche persona viva si tirava – diceva lui – contro il muro con quella stessa paura che avrebbe avuta quel vivo alla vista di un morto. A Torino, quando fu per sottoporre al giudizio di una commissione accademica i suoi preparati tenea nella sua stanza da letto pezzi di gamba e di braccia nei cassettoni e nel comodino. Sotto il tetto avea poi un bimbo essiccato – nella saccoccia dita, nel taschino del gilet bottoni scolpiti in carni impietrite ecc.”. Carlo Alberto Pisani Dossi, Note azzurre, (1870 e seguenti) I Quella sera a Triora un’apparente calma regnava tra i carruggi del paese. Storie e des

