XVI

492 Parole
XVI «Ciao Chiara come stai?». Tito aveva notato la sua costernazione. «Ciao Tito non tanto bene, ho un leggero mal di testa ma mi passerà». «Mi spiace, sarai un po’ stanca, dovresti riposarti di più». «Sì è così. Stasera andrò a letto presto senza dedicarmi alla lettura». «Zia, zia, però una storia me la leggi lo stesso?». «Certo Elia, una piccola però». Elia, appagato, riprese a mangiare con gusto il suo polpettone al sugo. «Bene, allora Chiara volevo metterti al corrente di una novità che ti piacerà». «Dimmi tutto Tito». «Anna mi aveva accennato della tua richiesta di lavorare come sarta. Se vuoi io conosco una signora, mia paziente, che ha un piccolo laboratorio in città e sta cercando proprio una ragazza brava e volenterosa. Ho fatto il tuo nome, spero non ti dispiaccia. Domani puoi già iniziare. Ti aspetta alle 9». «Grazie Tito è una notizia meravigliosa, ti sono grata. Non vedo l’ora di cominciare così potrò anche sdebitarmi con mia sorella e Livio per l'ospitalità ». «Di questo non devi preoccuparti, qui lo sai che sei la benvenuta e puoi stare tutto il tempo che vuoi», l’apostrofò Livio, anticipando la moglie. Anna gli sfiorò dolcemente la mano in segno di riconoscenza. Tito fu contento di poter essere d’aiuto, ma c’era qualcosa che lo tratteneva dall’esprimere la sua soddisfazione. Chiara non era lì con loro quella sera, c’era fisicamente, ma i suoi pensieri vagavano altrove. Tito pensò per un momento che lui potesse esserne la causa, ma il suo dubbio fu sciolto quando Chiara lo invitò per una passeggiata digestiva. «Tito devo parlarti e quello che ti dirò deve restare tra noi. Anna non deve saperlo, potrebbe perdere il controllo». «Cosa sta succedendo Chiara? Mi sono accorto che eri da un’altra parte a cena». «Elia mi ha chiesto se fosse davvero figlio di Anna e Livio. Ha delle intuizioni riguardo alla sua palese diversità fisica e avverte una sensazione di estraneità a questo luogo». Tito si rabbuiò. «Sospetta qualcosa? Ha sentito magari qualche frammento di discorso tra voi?». «Assolutamente no. Noi non parliamo mai del nostro segreto in casa e non gli abbiamo mai dato ad intendere che ci fossero verità nascoste». «Non è un problema allora, tutto si sistemerà. È normale che inizi a porsi delle domande e se non troverà riscontri divergenti, ma solo conferme rassicuranti da voi, non potrà mai sospettare che ci sia dell’altro. Dobbiamo fare in modo che non venga mai a sapere delle sue origini, potrebbe rimanerne sconvolto e Anna non riuscirebbe a reggere il colpo». «Lo so Tito, per questo mi sono confidata con te». «Speravo ci fosse dell’altro». Chiara colse il suo anelito, ma non voleva affollare la mente con altri pensieri, quindi divagò lasciando aperto uno spiraglio di luce. «Per ora è tutto Tito. Ma avremo modo di riparlare. Ora vorrei rientrare, sono stanca». Tito la affiancò nella sua passeggiata solitaria e lasciò che il nero della notte spegnesse i suoi desideri.
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