CAPITOLO XXXVI

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CAPITOLO XXXVI Un pomeriggio dell’autunno del 1876, verso il crepuscolo, un giovane dall’aspetto piacevole, sonò alla porta di un piccolo appartamento al terzo piano di una vecchia casa romana. Quando gli venne aperto domandò di Madame Merle, e la domestica, una linda donna bruttina, con una faccia francese e modi da cameriera di gran dama, lo fece passare in un salottino e gli richiese il nome. «Edward Rosier.» disse il giovane, mentre si sedeva per attendere l’arrivo della padrona di casa. Il lettore non avrà forse dimenticato, come il signor Rosier fosse un ornamento della colonia americana di Parigi, ma si dovrebbe pure ricordare, come a tratti egli usasse scomparire dall’orizzonte. Aveva passato parte di alcuni inverni a Pau, ed essendo un gentiluomo metodico nelle sue abitudini,

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