Capitolo diciannovesimo Alcuni giorni dopo
Gunther era seduto a un tavolino, quasi in disparte. Erano da poco passate le due. Alfio, dietro il bancone, visibilmente stanco, stava pulendo e sistemando gli ultimi bicchieri. Cercava di lasciare la zona del bar in ordine per il giorno successivo. Era la regola che si era imposto da sempre. Parte delle sedie era già stata posta a testa in giù sui tavoli. Sul palco Simone Galviati, come decine di altre sere, stava suonando solo e unicamente per Gunther.
Era una di quelle sere in cui, nonostante non ci fossero più clienti nel locale, il giovane musicista rimaneva lì, a fare qualche pezzo con accanto un buon bicchiere. In quelle ore del primo mattino, con l’odore di tabacco che ancora aleggiava nel locale, ormai lontana l’eco delle voci dei clie
