OPHELIA
Sei piccola, bambolina
Sei piccola, bambolina.
Così piccola che ti ho già persa una volta.
E sei appena arrivata.
Volevo una bambola vera, io, come quella che c’è a Mameson. Con la faccia bianca e gli occhi azzurri che girano, i capelli color del noce e il vestitino blu. Ma Edda dice che non si può, Mamma non vuole vedere bambole e babacci per casa. Anche tu devi stare nascosta: se ti trova, succede come la Volta Brutta, quando… Non te la racconto, adesso non mi va.
Non fa niente se sei così piccola.
Anche tu hai gli occhi azzurri, sembri un fiorellino verde e rosa. No, sembri la fata Fiordaliso appena nata, ecco!
Ti chiamerò Lisa.
Quando vado nel Bosco delle Meraviglie vi porto tutte e due con me. Tu e Giada, la bambola grande di Mameson. Ieri ho sognato di essere là. È una casa così bella, con i funghi e i cuoricini sulle finestre, e un letto color delle fragole mature. Mi manca tanto la bambola e la soffitta e la fetta di pane un po’ bruciata con tanto miele sopra... Mi manca anche Lui, ma a Edda non lo dico questo.
Jean è partito sotto la neve. È andato nel Bosco delle Meraviglie, l’ultima volta che si è aperta la porta tra i mondi. “Non aspettarlo. Non tornerà per molto, moltissimo tempo”, mi ha spiegato Edda. “Andava di fretta, non poteva venire a salutarti”.
Ci sono rimasta male, ma non è colpa di Jean. La porta non rimane aperta per molto, e quando succede bisogna sbrigarsi. È nel prato rotondo, vicino alla torre di ferro, quella che ronza come se ci fosse dentro un nido di vespe. Edda me l’ha mostrata quando è venuto il tempo delle margherite.
Un giorno ti ci porto, bambolina Lisa. Ora è chiusa, ma la terra è rimasta tutta mossa e allora Edda ci ha piantato su un cespuglio di more. Così solo noi sappiamo il punto preciso e nessuno può andare a disturbare Jean mentre dipinge nel Bosco.
Aspetta, ti faccio vedere il mio libro…
Ecco. Questo è Jean il Gigante. Questo è il Lago dell’Anello, dove lui ha combattuto contro il Drago cattivo. E questa è la sua casa, la Diga. Però è vuota. Lui è qui, vedi? Ai Monti delle Pietre Bollenti! C’è andato adesso perché io sono ancora da questa parte. Fin lassù non può portarmi. Dice che ci vogliono le scarpe adatte. E ride...
Dice anche che quando arriviamo qui, nella Foresta dei Campanelli, tutti mi faranno festa! Costeggeremo il ruscello, berremo l’elisir e sarò la sua regina. I Giganti suoi amici vorranno giocare con me. Faremo una festa tutte le sere, al castello.
Questo Edda non lo sa, però. E noi non dobbiamo dirglielo. Jean si è raccomandato tanto. I giochi delle fate che mi ha insegnato sono un segreto.
Adesso dormiamo. Chiudi gli occhi, bambolina Lisa, non avere paura. C’è la grande luna d’argento che entra dalla finestrella e scaccia il buio.