L’azzardo2013, Milano All’interno della banca il senso di oppressione si attenua leggermente. L’ambiente, pieno di stucchi e di affreschi, è alleggerito in modo gradevole dal moderno bancone della reception, un lungo parallelepipedo in legno sollevato dal pavimento e sostenuto da un unico pilastro laterale. Il tutto illuminato da un sapiente gioco di luci proveniente da una sorgente non visibile. Emma si guarda intorno e vede un impiegato libero. «Mi scusi, devo parlare con il direttore». Il nome in quel momento le sfugge, ma poco importa: per fortuna il direttore è uno solo. «Ha un appuntamento?» L’uomo alza gli occhi, penetranti e di un azzurro chiarissimo, e li fissa in quelli di Emma. «No, non ce l’ho. Ma gli dica che c’è Emma, no scusi, Clara Scardi, mi riceverà». Poi tra sé aggiu

